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Torino, dalla trequarti alla situazione esterni: i difetti del calciomercato

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Le difficoltà recenti stanno evidenziando i limiti del mercato estivo
Roberto Ugliono Caporedattore settore giovanile 

In estate sono stati fatti degli errori. Guardando la situazione attuale del Torino stanno emergendo delle criticità legate alle decisioni prese durante il calciomercato. La squadra sembra meno completa rispetto a quando era terminato il mercato, ma soprattutto ci sono dei limiti nella rosa che la stanno rendendo meno competitiva rispetto al passato o quanto meno sembra più complicato trovare la giusta quadra per farla rendere al meglio. Ovviamente questa tesi ha senso solamente se la volontà è quella di non cambiare l'ossatura tattica impostata negli anni. L'analisi non sarà sul livello tecnico dei giocatori, chi scrive non è un tecnico e non ha di sicuro le competenze per poter sentenziare in tal senso, ma bensì l'obiettivo è quello di mettere sotto la lente d'ingrandimento le lacune della squadra in base all'evidenza dei fatti.

Torino, gli errori del calciomercato: la trequarti

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Il punto di partenza è la trequarti. Lì dove manca chiaramente un giocatore, il fantomatico trequartista mancino. Al suo posto è arrivato Duvan Zapata per alzare il livello delle prime punte. Il problema è che così il Toro è obbligato ad adattarsi sulla trequarti. Il posto ricoperto in passato da Praet e Miranchuk attualmente è di Demba Seck, un giovane che ha bisogno ancora di tanto lavoro. Al suo posto è stato anche adattato Vlasic, ma era già stato evidente nella scorsa annata che il croato in quel ruolo non si trova al meglio. Per questo possiamo dire che la trequarti sia mal assortita. C'è grande abbondanza per la corsia mancina, dove Radonjic, Vlasic e Karamoh si possono giocare un posto in quello che è il loro ruolo naturale, ma che soprattutto rappresentano tre alternative differenti tra di loro dando così la possibilità a Juric di poter lavorare come meglio crede a seconda della partita e dell'avversario. Dall'altro lato, invece, c'è una sola opzione, mentre gli altri dovrebbero adattarsi. In un calcio iper tattico, nel quale è sempre più importante essere nelle condizioni più idonee per rendere al meglio, adattare un calciatore viene fatto per urgenze estemporanee e non sempre porta soluzioni definitive.

Torino, gli errori del calciomercato: il centrocampo

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Dagli esterni al tandem in mezzo al campo. Il centrocampo presenta anche qui delle lacune. Partiamo dalla situazioni esterni. Il Toro ha solamente giocatori di piede destro e nessun mancino. Inoltre dal mercato sono arrivati ragazzi che non hanno mai avuto in canna numeri particolarmente alti alla voce gol e assist. Paradossalmente la sensazione è che il Toro fosse più pericoloso con Singo, che grazie alla sua fisicità riusciva a creare più problemi alle difese avversarie. In mezzo al campo manca una figura, ovvero del giocatore che sappia fare filtro e inserirsi in avanti per occupare l'area. Manca un Pobega insomma. Nel derby si è visto che Ilic e Ricci rappresentino una coppia tanto tecnica quanto limitata in fase di non possesso, ma soprattutto nessuno dei due si inserisce in area di rigore. Infatti spesso capita di vedere la prima punta da sola in area di rigore (non è un caso che con il tandem Zapata-Sanabria) il Toro abbia dato l'impressione di poter essere più pericoloso.

Torino, gli errori del calciomercato: la difesa

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Infine il capitolo difesa. Bene la conferma del pacchetto titolare di un anno fa, ma il problema semmai è sulle alternative. In questo caso il focus è sulla conferma di Djidji. Sia ben chiaro, il francese è stato ampiamente definito un tassello fondamentale da Juric stesso e questo giustifica la decisione. Il problema è che insieme a lui è out anche Zima. Due assenze ben note da tempo e che potevano essere previste. Per questo forse sarebbe servito un innesto in più sul mercato o una decisione diversa sul rinnovo del francese. Ovviamente la speranza è che Djidji possa tornare in fretta, perché i granata ne hanno davvero bisogno come ha spiegato lo stesso Juric.

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