IL TEMA

Toro, compiti doppi per i braccetti di Juric: in fase offensiva diventano esterni

Alberto Giulini

Molto convincente Buongiorno, che sembra poter essere un punto fermo della rosa

Difesa a tre non è sempre sinonimo di squadra arroccata in difesa, anzi: Ivan Juric, negli ultimi anni, ha saputo darne prova. Anche a Torino, dopo due anni decisamente convincenti con il Verona, sta cercando di riproporre un calcio estremamente aggressivo e verticale.

I COMPITI - Un ruolo chiave è svolto dai braccetti della difesa a tre, giocatori che devono essere molto bravi nelle due fasi. Non basta saper difendere, per il tecnico di Spalato i centrali sono fondamentali anche in fase di costruzione del gioco. Quando l'azione parte dal basso, capita spesso che siano i centrocampisti ad abbassarsi ai fianchi del centrale, con i due braccetti che si sganciano ed avanzano. Con la palla che arriva invece agli esterni, la richiesta di Juric è chiara: il centrale che gioca su quel versante deve sovrapporsi, diventando quasi un'ala aggiunta. Una soluzione che permette di attaccare l'area avversaria con un gran numero di uomini.

LE SCELTE - Compiti non così comuni per quelli che - almeno sulla carta - sarebbero difensori centrali. Ieri la scelta del tecnico è ricaduta su Izzo e Buongiorno, schierati dal 1' al fianco di Bremer: l'avversario era nettamente inferiore, ma l'interpretazione del ruolo è stata positiva. Così come non hanno sfigurato nemmeno Djidji (andato anche a segno) e Celesia nel secondo tempo. Ed anche le scelte del tecnico hanno lanciato un messaggio: sulla sinistra è molto importante avere un giocatore mancino, altrimenti uscite palla al piede e sovrapposizioni si complicano. Ma in tal senso il ritiro sta consegnando a Juric un Buongiorno sempre più punto fermo.