Il Torino non smette di cercare giocatori extracomunitari da acquistare all'estero. Cosa lodevole, richiesta a gran voce dai tifosi, ma purtroppo attualmente fortemente limitata dalle normative della Lega Calcio. Una Lega Calcio che, tra l'altro, con palese (e grave) ritardo comunica alle dirette interessate (le società) anno dopo anno quali sono i provvedimenti adottati per le operazioni di questo tipo. La scorsa stagione, ad esempio, comunicazioni ufficiali arrivarono soltanto a fine Luglio, a mercato ampiamente iniziato. Le ultime voci che giungono alla nostra redazione vedono, ad ogni modo, una conferma di quanto già stabilito l'anno scorso: non più di due acquisti di extracomunitari dall'estero, tre, se si arriva dalla Serie B. Inoltre, per ogni giocatore non comunitario che viene acquistato dall'estero (e per estero, si intende fuori dall'Italia), ce ne deve essere uno in uscita, a titolo definitivo, qualora in rosa ci fossero più di due (o tre) giocatori extracomunitari.La regola è di per sé complessa, macchinosa. Assurda, ci permettiamo di aggiungere. Ma bisogna fare i conti con questa, ed il Torino sta studiando diverse soluzioni per fare in modo di poter portare in Italia almeno uno tra i vari Patricio Rodriguez, Francisco Silva o, molto più defilati, Strinic e Funes Mori. Un'altra premessa: il computo dei giocatori extracomunitari verrà eseguito il 30 giugno. E il Torino, data la partenza di Ebagua prima di questo termine e il fine prestito di Odu, conterà esattamente tre giocatori: Gomis (per il quale si dovranno attendere diverse settimane prima di rendere valida una pratica chiusa da anni nel cassetto della scrivania del Toro), Stevanovic e Diop. Tre giocatori per tre posti. Uno dovrà partire.Ma non potrà essere sicuramente Diop. Il giocatore (che ha firmato il suo primo contratto da professionista qualche mese fa) viene considerato un “ex giovane”: una sua cessione, anche a titolo definitivo, terrebbe bloccato il posto da extracomunitario per il Toro per altri due anni. Senza considerare il fatto che i granata, e tantomeno l'attaccante, non hanno alcuna intenzione di interrompere il un rapporto lavorativo cominciato nel migliore dei modi.Il numero degli indiziati a partire, dunque, si riduce a due. O anzi, a uno, visto che Stevanovic (nonostante voci insistite, ma mai confermate) continua ad essere uno dei giocatori cardine per il progetto di Ventura (che ha già perso Antenucci). Ecco perché su Lys Gomis la dirigenza granata starebbe facendo pressioni perché accetti un trasferimento almeno in Francia. Cosa che il portiere non vuole, avendo deciso di accogliere offerte soltanto dalla Serie B, chiedendo espressamente di restare in Italia.Il discorso, dunque, si fa molto complesso. Come risolverlo? Sempre che Gomis non decida all'ultimo di sposare eventuali progetti di un club straniero, il Torino può sempre cercare di aggirare la regola, in due modi. Il primo sarebbe quello di far acquistare il giocatore extracomunitario da una squadra italiana satellite (che purtroppo non potrebbe essere il Cuneo, dal quale fra poco arriverà Bava, in quanto società militante in Lega Pro e dunque impossibilitata da regolamento ad acquistare extracomunitari dall'estero), per poi subito dopo tesserarlo per la società granata. Il regolamento, infatti, ed è un dettaglio molto importante, vieta l'acquisto di non più di due giocatori (tre, nel caso del Toro appena promosso) senza passaporto comunitario dall'estero, ma non dà alcuna limitazione se detti giocatori si trovano in Italia. Paradossalmente, il Torino potrebbe infatti avere una rosa composta da trenta giocatori, tutti non comunitari, purché acquistati da società italiane.Il secondo modo per aggirare l'ostacolo (e fu già applicato dalla Roma per lo scorso calciomercato) è operare in maniera contraria rispetto al primo caso: il Torino potrebbe acquistare qualche giocatore extracomunitario da una società italiana, per poi cederlo immediatamente all'estero. In questo modo libererebbe un posto che, di fatto, ha occupato soltanto per qualche ora, permettendo al club di Cairo di acquistare il giocatore non comunitario da una società estera.La situazione in casa granata, e più in generale in Italia, è questa. Starà alla dirigenza del Toro, qualora lo reputasse necessario, optare per una delle soluzioni indicate. E poi, magari, andare a contestare una regola assurda, che non solo non permette alle società italiane di diventare veramente competitive, ma rischia allo stesso tempo di non portare a compimento l'obiettivo prefissato: fare in modo che si punti più sui giocatori nostrani. Aggirare una regola, per quanto complicato, non è mai impossibile. E in questo caso porta solo ad una quantità di incombenze maggiori, ma di certo non efficaci.
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Extracomunitari, come aggirare la regola
Il Torino non smette di cercare giocatori extracomunitari da acquistare all'estero. Cosa lodevole, richiesta a gran voce dai tifosi, ma purtroppo attualmente fortemente limitata dalle normative della Lega Calcio. Una Lega Calcio che, tra...
(foto N.Campo)
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