"Era opinione comune che l'unico modo per restare attaccati alla corsa per l'Europa sino alla fine, vista l'alta qualità delle concorrenti, sarebbe stato migliorare fattivamente la squadra sul mercato. E le premesse sembravano buone. Pronti, via ed ecco, contestualmente al riscatto a titolo definitivo di Iago Falque, il miglior granata della stagione dopo Andrea Belotti, l'arrivo di Juan Iturbe. Un giocatore che, seppur da recuperare appieno, aveva già dimostrato di poter fare molto bene in Serie A e che soddisfava la richiesta di Mihajlovic di aumentare le scelte nel reparto offensivo da inserire a partita in corso.
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Torino, dal calciomercato una risposta: obiettivo Europa rinviato
Editoriale / Non tutto è da buttare, ma il gap con le squadre che stanno davanti in classifica permane inalterato: e una certa frase di Miha non fu detta a caso...
"A quel punto, per migliorare questa squadra, era lecito aspettarsi ancora due innesti: un difensore centrale e una mezzala. La necessità tecnica conclamata era quella di avere due pedine titolari, in grado di poter dare un contributo in termini di personalità (per migliorare il rendimento fuori casa) e di dare solidità ed equilibrio ad una squadra che da inizio campionato ha dimostrato di non avere una fase difensiva all'altezza di quella offensiva.
"E invece in difesa è arrivata una seconda scelta, Carlao, un 31enne con una carriera da onesto mestierante alle spalle che necessita, come è ovvio, di adattarsi al campionato italiano. Mentre a centrocampo, per un motivo o per un altro, la lacuna è rimasta. Ha avuto un bel da fare, il diesse Gianluca Petrachi, a mantenere aperti più tavoli sino alla fine. E' risaputo, però, che nel mercato di gennaio chi ha i giocatori buoni o se li tiene o li valuta a cifre importanti.
"Ma gli investimenti importanti, come è sempre accaduto in ogni mercato di gennaio dell'era Cairo, non sono arrivati. Dal punto di vista economico è stata l'ennesima campagna invernale a saldo zero o quasi perchè le operazioni in uscita di Martinez, piazzato ottimamente in America, e Jansson, che sarà riscattato dal Leeds, bilanciano l'esborso per Falque. Ed è stato un calciomercato che ha visto il Torino, nell'ordine: recidere il cordone ombelicale col proprio passato (hanno salutato Bovo e Vives, due pretoriani dell'era Ventura, che del resto erano in scadenza di contratto); iniziare a pensare alla semina per il futuro (è stato acquistato per la prossima stagione il portierone Milinkovic-Savic, portiere su cui ronzavano anche Benfica e Ajax); ed, innegabilmente, non fornire nuove certezze al presente.
"Si voleva una risposta chiara da questo mese di gennaio? E' arrivata: non è stato un calciomercato da società che spera di lottare per un piazzamento europeoin questa stagione e su questo hanno influito anche i risultati deludenti della squadra negli ultimi due mesi. Mihajlovic, qualche settimana fa, disse: "Dovremmo vincere le prossime partite per invogliare la società ad investire sul mercato". Una frase non detta a caso. Per quest'anno basta questa squadra, con questo allenatore, i suoi pregi e i suoi difetti: i fatti dicono che questa è la valutazione presidenziale. All'obiettivo Europa, a meno di rimonte che avrebbero del clamoroso, ci si penserà dalla prossima stagione perchè il gap tecnico con le squadre che precedono il Torino in classifica c'è ed è inalterato.
"Un mercato che, tutto sommato, non è incoerente con quel "obiettivo Europa in due anni" con cui Sinisa Mihajlovic si è presentato a Torino a giugno. Ciò che resta di questa stagione servirà come "scrutinio" per capire chi potrà far parte del Toro che tenterà la scalata all'Europa nel 2017/18, stagione che determinerà il successo o l'insuccesso del progetto tecnico Mihajlovic. Ma buona parte del pubblico granata sperava in qualcosa di diverso, visti i buoni segnali che questa stagione aveva dato, e la sua delusione può essere comprensibile.
"Lorenzo Bonansea
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