"Via Cerci, dentro Amauri: un boccone amaro per i tifosi. Non si può negare, persi ben altri obiettivi durante l'estate (vedi Ferreyra e per ultimo Zapata, alla fine bloccato dal Napoli) le scelte su cui puntare erano davvero ridotte al lumicino. Il club ha preferito non azzardare investendo ora in un rischioso colpo last-minute. Cairo ha deciso, dunque, di non spendere riservando (e di questo vogliamo essere convinti) il tesoretto portato a casa dalla cessione di Cerci all'Atletico per eventuali altri colpi durante le prossime sessioni mercatare.
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Toro, “boccone Amauri” ma non solo…
Calciomercato / Petrachi e Ventura meritano fiducia: ecco perché questo mercato non è tutto da buttare
In ogni caso, sostituire il duo offensivo più prolifico visto in granata dai tempi di Graziani e Pulici con una coppia d'attacco formata da due esperti del mestiere, Quagliarella e appunto l'Italo-brasiliano, che però, messi insieme, nell'ultimo anno non hanno segnato nemmeno dieci reti, potrebbe essere stato questo un azzardo. Sarà poi il campo a dire la verità, e tutta la Torino granata si augura di vedere smentite le proprie perplessità, fin dalla prossima partita a Genova contro la Sampdoria. "Boccone Amauri", abbiamo titolato. Ma non solo, e questo ci teniamo a sottolinearlo: anche tanti giovani dalle ottime prospettive. Che, una volta inseriti nel contesto granata, sapranno rendersi protagonisti. Ecco che, da questo punto di vista, il mercato condotto dal DS Petrachi dimostra la sua piena logica, ossia quella di affidarsi a un mix di veterani sulla carta, per ora, titolari e di giovani con talento e voglia di emergere pronti a subentrargli. I vari Sànchez Mino, Bruno Peres, Martinez, Jansson sono stati acquistati a ragion veduta e c'è da scommettere che sapranno rendersi molto utili. Inoltre, la vera garanzia del Toro è Giampiero Ventura. Stiamo parlando di un tecnico che nei fatti ha portato in tre anni il Toro dalla Serie B all'Europa, e lo ha fatto insegnando del buon calcio, e dimostrando abilità sia nel valorizzare i giovani (vedi Darmian, Immobile ma anche Glik) sia nel rivitalizzare veterani (o quasi) che sembravano sul viale del tramonto. Una missione che dovrà ri-compiere anche quest'anno. Insomma, ripetiamo che sarà il rettangolo di gioco l'unico vero giudice. Per ora, si può dire che in questi ultimi tre anni Petrachi, Ventura e il resto della squadra, ossia quella colonna vertebrale non stravolta ma anzi confermatissima, hanno meritato e meritano ancora la fiducia della piazza.
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