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B-Nocolo: Ascoli, ma quale fair play?

di Davide Agazzi

Sabato, alla fine di Ascoli-Sassuolo, si pensava di aver eretto un monumeto alla sportività. Romeo, attaccante dei bianconeri, cade in area avversaria, circondato da diversi difensori. Il numero...

Redazione Toro News

di Davide Agazzi

Sabato, alla fine di Ascoli-Sassuolo, si pensava di aver eretto un monumeto alla sportività. Romeo, attaccante dei bianconeri, cade in area avversaria, circondato da diversi difensori. Il numero nove si sbraccia e l'arbitro Ciampi concede il calcio di rigore. Poi, solita ressa intorno al direttore di gara, con urla e probabili insulti da una parte e dall'altra. Infine, stretta di mano tra Romeo e l'arbitro e nessun calcio di rigore. La logica conseguenza ha indotto tutti gli addetti ai lavori a pensare ad un esempio di sportività e non poteva essere altrimenti. Ecco quindi i paragoni con Eto'o, in Inter-Genoa di qualche settimana fa, o addirittura con Paolo di Canio, in quel famoso Everton-West Ham del 18 dicembre 2000, che evitò di segnare il gol vittoria a porta vuota, per l'infortunio del portiere avversario. Insomma, solo applausi per il gesto di Romeo, attaccante di una squadra già fortemente penalizzata ed in lotta per non retrocedere.

E dopo tanto parlare, a fine partita, il ragazzo smentisce e spiega come sia stato il guardalinee ad annullare il rigore e non il giocatore stesso, che anzi, è stato ammonito per simulazione e richiamato dall'arbitro. A bocce ferme, viene davvero difficile parlare di sportività. Certo, Romeo ha avuto il merito di non insultare Ciampi ed anzi stringergli la mano, un gesto che dovrebbe rappresentare la norma, ma che, sui campi di calcio, diventa una vera eccezione. Ed infine, un pensiero va all'allenatore dell'Ascoli, Fabrizio Castori, che dopo i tanti punti di penalizzazione ricevuti, fair play o non fair play, sarebbe stato più contento con qualche parola in meno, ma con un calcio di rigore in più.