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B-Nocolo: Quelli che non si divertono

di Davide Agazzi - Nel fine settimana del grande divertimento granata, con la travolgente vittoria sul Pescara di Zeman, c’è ancora chi non riesce a divertirsi. E’ il caso di quelle squadre che, a dicembre...

Redazione Toro News

di Davide Agazzi - Nel fine settimana del grande divertimento granata, con la travolgente vittoria sul Pescara di Zeman, c’è ancora chi non riesce a divertirsi. E’ il caso di quelle squadre che, a dicembre inoltrato, non hanno ancora trovato la propria dimensione, con allenatori in pericolo e classifiche senza i punti pronosticati. Divertirsi è fondamentale, l’ha detto anche Alessandro Sgrigna, uno che, soltanto l’anno scorso, era l’emblema della tristezza. Serenità e sorriso, i due grandi obiettivi raggiunti da Giampiero Ventura, gli stessi che molte squadre cadette ancora si sognano.

E’ il caso, lampante, della Sampdoria, ancora rimasta alle lacrime di Palombo. Quelle stesse lacrime non scorrono più sul viso dei giocatori blucerchiati, ma dentro il loro spirito e le loro gambe, non permettendo a giocatori tecnicamente raffinati di emergere in questo complicato campionato. Ci sono i mugugni di Novellino e del suo Livorno, con i nervi a fior di pelle. Finire una partita in undici sembra ormai un miraggio per i toscani, sempre più a ridosso della zona retrocessione. Stesso discorso per l’ambizio Brescia di Scienza, ad inizio anno nuova promessa del calcio cadetto, ad oggi solo un minestrone di confusione e rammarico.

Ci sono Bari ed Empoli, che, seppur senza grandi ambizioni sono abituati a partecipare da protagoniste nei rispettivi campionati. Invece, da un lato, pochi risultati e gesti antisportivi (vedi Borghese), dall’altro, tre cambi in panchina e tanta gioventù bruciata. Poi, c’è chi il sorriso proprio non riesce a toglierselo. Ed è il ghigno di Mandorlini, che col suo Verona riesce ad esaltare i suoi eticamente discutibili tifosi. Poi, sempre in Veneto, c’è chi prova a divertirsi, ma ci riesce solo ad intermittenza. E’ il Padova di Dal Canto, che mostra sorrisi e certezze, rivelando poi qualche debolezza e nervo scoperto. Anche perché, se proprio si volesse divertire non farebbe tante storie per ripetere una partita.