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Mazzarri e Gasperini, lo stesso tema per due differenti svolgimenti

Focus on / Abbonati alla difesa a tre, i due allenatori hanno modi differenti di intendere lo svolgimento del gioco

Roberto Bianco

A detta degli avversari, Atalanta e Torino sono squadre che se in forma ti fanno giocare male. Nel credo di Mazzarri e Gasperini la difesa a tre è una costante, per il resto lo spartito proposto è molto differente. Già avversari nel derby della Lanterna, sponda Samp il primo e Genoa il secondo, il dato storico premia l'allenatore piemontese di Grugliasco, forte di quattro vittorie su otto scontri, mentre il toscano ha sorriso solo in un paio di occasioni. L'ultima sfida risale all'aprile scorso. Lezione di calcio dell'Atalanta in volata per un posto in Europa, cancellate le ultime velleità granata di qualificazione.

Lo spartito, si diceva. Mazzarri è abituato a cucire il suo gioco in base all'avversario e ripartire, un marchio di fabbrica. Il Gasp, fresco di meritato rinnovo fino al 2021 con opzione per il 2022, propone ormai per il terzo anno a Bergamo una formula di gioco tra le più efficaci e riconoscibili della Serie A. Squadra abituata a correre - ottava per chilometri percorsi al momento, il Toro è terz'ultimo -, immediatamente aggressiva sulle palle perse, con i centrali Toloi e Masiello capaci di innescare le catene laterali e gettarsi negli spazi.

Così come contro il Napoli, il Toro rischia di andare in apnea e affondare sulle fasce. La Dea serve Castagne e Hateboer alla staffetta, Papu Gomez e il rientrante Ilicic pronti a far male con la loro fantasia, senza dimenticare le alternative Pasalic e Rigoni. Terminale offensivo, il colombiano Duvan Zapata, capace da solo di far salire la squadra e dannare l'intera retroguardia granata. Linea difensiva, quella guidata da Nkoulou, dove si attendono novità in formazione.

Dopo la triste rappresentazione di sé contro il Napoli, il Toro dovrà prendere contromisure serie per ritrovare quanto di buono mostrato in questo avvio di campionato. Le assenze di De Silvestri, non pienamente recuperato, e Ansaldi, ancora fermo ai box, si faranno sentire. Come pure quella di Iago Falque, seppure mitigata dal recupero di Soriano. A lui il compito di innescare il gioco d'attacco granata. Missione per nulla facile, considerando la marcatura a uomo riservata dai bergamaschi in non possesso palla.