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Panchine, tutti gli esoneri al giro di boa

Ormai le feste sono passate ed il taglio del panettone è stata una tradizione rispettata da più della metà degli allenatori di serie A. Circa un terzo di loro, però, è stato lasciato a digiuno da risultati (e...

Stefano Rosso

Ormai le feste sono passate ed il taglio del panettone è stata una tradizione rispettata da più della metà degli allenatori di serie A. Circa un terzo di loro, però, è stato lasciato a digiuno da risultati (e presidenti) della propria squadra: un dato che, seppur in lieve flessione rispetto al medesimo periodo della scorsa stagione, continua a colpire una fetta significativa di società della massima divisione nazionale.

ESONERO SETTEMBRINO - Il primo ad essere stato allontanato dalla propria panchina, in ordine cronologico, è stato Giuseppe Sannino: reduce da due ottime stagioni tra Varese e Siena il tecnico napoletano ha pagato l’impatto con il difficile spogliatoio di Palermo. Il mangiallenatori Zamparini gli ha dato il benservito dopo appena tre giornate, in cui aveva subito 7 reti e raccolto un solo punto, motivandone la sostituzione con un “ho paura di retrocedere”: parole che non sono state certamente troppo convincenti, considerando il poco tempo concesso a Sannino per lavorare, ma che sono state sufficienti ad investire Gian Piero Gasperini come suo successore. L’ex tecnico di Genoa e Inter però è riuscito a raccogliere soltanto 3 vittorie in 15 gare, collezionando un totale di 14 punti, senza mai riuscire a vincere lontano dal “La Favorita” né uscire dalla zona retrocessione.

OTTOBRE DI FUOCO - Procedendo con ordine, nel mese di ottobre, è stata la volta di Di Carlo e Ficcadenti sostituiti rispettivamente da Corini e dal duo Pulga-Lopez sulle panchine di Chievo e Cagliari. Se in Sardegna recentemente sono uscite alcune voci che motiverebbero le cinque sconfitte consecutive in cui è incappata la formazione rossoblù – società in crisi economica, con giocatori che non percepiscono gli stipendi da mesi e grandi nomi sul mercato – a Verona sulla sponda gialloblù la situazione è cambiata decisamente: l’ex Genio granata ha portato 12 punti in 10 gare alla formazione clivense, trascinando la squadra oltre quota 20 punti e tenendola ben al riparo dai rischi della zona retrocessione.Un capitolo a parte, tra gli esoneri di ottobre, lo merita Gigi De Canio. Il tecnico di Matera stava disegnando il suo Genoa a trazione offensiva e, pur avendo subito due rimonte clamorose contro Juventus (dall’1-0 a 1-3) e Roma (da 2-0 a 2-4), stava viaggiando su buone medie, con 9 punti raccolti in 8 gare, tra cui un successo all’Olimpico contro la Lazio. La sconfitta in casa contro la squadra di Zeman ha però spinto il presidente Preziosi a sostituirlo con Luigi Del Nero ed il Genoa è improvvisamente crollato: con 5 sconfitte consecutive (7 in 10 gare, tra cui anche il Pescara di Stroppa) la formazione del grifone è precipitata in piena zona rossa, raccogliendo soltanto 5 punti frutto della misera vittoria sull’Atalanta, a Bergamo, e dei pareggi contro Torino ed Inter delle due giornate.

LE UNICHE DIMISSIONI - Novembre è stato teatro delle dimissioni di Giovanni Stroppa: il primo ed unico allenatore di serie A che in questa stagione ha lasciato spontaneamente il proprio incarico. Troppa pressione e continue e fastidiosi voci in merito al suo possibile esonero, oltre a risultati piuttosto deludenti figli – è giusto riconoscerlo – di una rosa non propriamente all’altezza di un campionato di tale livello.Al suo posto è stato chiamato Cristiano Bergodi e l’ex tecnico del Modena, con una lunga gavetta in Romania alle spalle, ha saputo trovare la ricetta giusta per inquadrare il Pescara: sono ben 6 i punti raccolti dalla formazione adriatica nelle 5 gare sotto la nuova gestione, ma addirittura 11 le reti subite nei medesimi incontri. Il risultato è comunque un Pescara che ad oggi sarebbe virtualmente salvo.

UN SOFFIO DAL PANETTONE - L’ultima carrellata di esoneri è arrivata proprio in prossimità del Natale, con Ferrara e Cosmi che già pregustavano l’ambito panettone. Se però l’avvicendamento del primo sulla panchina della Sampdoria (sostituito da Delio Rossi) era auspicabile visto il magro raccolto della Samp a fronte degli investimenti elargiti dalla famiglia Garrone, una media da appena 1 punto a partita al netto della penalizzazione, ha sorpreso addetti ai lavori e non quello di Serse Cosmi, cambiato proprio con l’ex Doria Giuseppe Iachini. Il tecnico perugino aveva cominciato la stagione a Siena partendo da un -6 dovuto a precedenti malefatte della società bianconera ed era riuscito a recuperarli in appena 5 gare, andando a vincere tra l’altro anche contro l’Inter di Stramaccioni a Milano. Prestazioni che sono state vanificate, evidentemente, dal secco 4-1 patito nel derby contro la Fiorentina, che ha condannato il Siena – al pari dell’ultima sconfitta patita all’Artemio Franchi contro il Napoli – a mantenere l’ultima piazza della classifica, a soli 11 punti e cinque lunghezze dalla zona salvezza.

(foto M.Dreosti)

Stefano Rosso (parlane con me su twitter @StefanoRosso)