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LETTERE ALLA REDAZIONE

Caro Andrea “Gallo” Belotti, ti scrivo

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Lettere alla redazione / "Per come la vedo io e mi sa tantissimi tifosi, tu con la maglia granata ci stai un gran bene. Sei davvero uno di noi"

Redazione Toro News

La redazione di Toro News torna ad aprire le colonne della prima e più grande testata on-line dedicata al Torino FC ai suoi lettori, i quali da sempre meritano di avere spazio. Gli indirizzi di riferimento a cui mandare le vostre lettere sono le stesse: redazione@toronews.net o gianluca.sartori@toronews.net. Gli articoli su qualsiasi argomento legato al mondo Toro: i più meritevoli e significativi saranno settimanalmente pubblicati sul nostro sito. Oggi tocca a Fabio Selini, scrittore e tifoso granata, autore già due libri sul Toro, "Passione al rovescio, diario di un antijuventino" e "Torneremo ad Amsterdam". In questa occasione si rivolge con una lettera direttamente ad Andrea Belotti, che ad Empoli ha messo un altro pilastro della sua storia al Torino con il suo centesimo gol in maglia granata.

Caro Andrea “Gallo” Belotti, ti scrivo- immagine 2

Caro Andrea,

ti scrivo.

Ti scrivo dopo la tua tripletta ad Empoli. In realtà volevo farlo da tutta la stagione, penso però che in questo momento particolarmente felice sia giusto rivolgerti queste righe.

Non so se rimarrai o te ne andrai a fine stagione, anzi temo che questi saranno gli ultimi gol in granata. Ci penso da inizio stagione e ammetto che... che mi dispiace da matti. Non credo sia possibile esprimere con le parole quanto dispiacere c'è al pensiero di vederti andare via, più ancora che vederti con un'altra maglia. Figurati che io non ho ancora digerito Pulici con quella dell'Udinese. Fai un po' tu come sono messo.

Perché, per come la vedo io e mi sa tantissimi tifosi, tu con la maglia granata ci stai un gran bene. È la tua e dovresti indossarla per anni e anni, magari anche al posto del pigiama la notte e sognare gol a valanga sotto la Maratona. Ma lasciamo stare per un attimo la magia e le suggestioni, roba che per noi del Toro è complicato distinguere dalla realtà. Credo che in questi anni l'avrai capito con facilità. Siamo gli ultimi romantici di questo calcio sempre più tecnologico e plastificato.

E allora mi va di ragionare insieme a te su alcuni aspetti che credo siano fondamentali nelle scelte di ogni calciatore. Insomma, proviamo a capirci. Ovviamente puoi bellamente ignorarmi. Tutto sta a comprendere che cosa intendi e cosa intendiamo noi del Toro per "carriera", "successo" e "vittoria". Nella complessità di una scelta come la tua, questi concetti si legano in modo indissolubile.

Comprendo e accetto pure che per te rappresentino qualcosa di diverso rispetto ad un vecchio tifoso del Toro; io sono granata dalla nascita (e quindi da 50 anni) e certe valutazioni sono perfino eccessivamente semplici e tangibili. Io non amo il Toro, io sono il Toro come tutti noi granata. A noi il Fila ci commuove e Superga è luogo religioso, Pulici è un semidio e la sedia del Mondo un'icona sacra. Siamo gente strana e bellissima noi del Toro.

Tu al Torino ci stai solo da qualche anno e diciamolo, egregiamente. Vedi Andrea, tutto ruota attorno allo spessore che si vuole dare ad un calcio al pallone, a come ricordarlo, a come celebrarlo, a quale valore attribuirgli. Successo, vittorie per uno come me vanno oltre l'alzare qualche trofeo o cucirsi addosso una coccarda. Certo, non dispiacerebbe ogni tanto. Ma noi siamo gente che racconta con gli occhi ludici la vittoria di Bilbao come se fosse l'impresa del secolo. Ed è così, al San Mamés siamo stati felici e epici in un anonimo ottavo di finale europeo.

Successo significa costruire qualcosa di importante, che rimane nel tempo e nella memoria della gente. Che fa la differenza. Non per forza qualcosa di tangibile come una Coppa, a volte bastano tre pali per renderci fieri. Vallo a chiedere ai ragazzi di Amsterdam quanto gli vogliamo bene nonostante siano tornati a mani vuote.

Il ricordo, la possibilità di far parte di qualcosa che davvero rimane. Far parte di una vicenda umana dallo spessore inestimabile che supera di gran lunga ogni trofeo da metter in bacheca.

Domani sarà il 4 maggio, credo che nessuno al mondo possa comprendere davvero cosa significhi salire su quel colle e declamare quei nomi. È questa la vera vittoria, il successo che riempie e completa. Lo spessore di un percorso che diviene patrimonio. Essere ricordato anche quando gli scarpini finiranno appesi ad un chiodo. La fortuna di ricordarsi per quello che si è deciso di diventare.

Quante carriere sono piene di trofei e vuote di sostanza, di passato e di futuro? Resta poco dopo la festa. Io credo, caro Andrea, che tu abbia la possibilità di scegliere per te un futuro strepitoso, meraviglioso e unico. Decidere di nobilitare per sempre una carriera già eccezionale.

Non dubito affatto che tu posso divenire titolare in moltissime squadre di grande livello, anzi ne sono certo e forse di vincere parecchio. Eppure sono altrettanto sicuro che, pur segnando valanghe di gol, resteresti "uno dei tanti" ad aver vinto la classifica cannonieri o lo scudetto. Qui sei, invece, uno di noi!

La gratitudine non è di questo attuale mondo calcistico, tutto si consuma con troppa rapidità per decantare e quindi, rimanere. Vola via tutto rapido, Andrea. Resta ciò che s'è costruito e non solo vissuto. Tutto sta a capire cosa ti auguri, cosa sogni. Come immagini il tuo percorso anche dopo e dopo ancora. E dopo ancora.

A noi tifosi andrà bene comunque, ti vogliamo un sacco di bene. Immagino che tu ormai questo l'abbia capito. Vederti giocare è sempre, sempre, sempre stato un piacere per gli occhi e per il nostro cuore granata. È stato un onore festeggiare ogni tuo gol.

Non ci devi nulla, sia chiaro. Non credo che tu abbia alcun debito di riconoscenza. Non c'è nulla che noi del Toro ti possiamo rimproverare, nemmeno la scelta che farai.

Però, questa sera quando rivedrai i tuoi gol in TV insieme alla tua famiglia, osservati bene e capirai perché ci spiace così tanto se te ne andrai.

Non sono i tre gol o la maglia sudata, è che sei davvero uno di noi. E già ci manchi.

Uno di noi.

FVCG

Fabio Selini

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