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Lettera di un tifoso-scrittore: “Gli orribili e inutili teloni del Filadelfia”

Lettera di un tifoso-scrittore: “Gli orribili e inutili teloni del Filadelfia”

Fabio Selini, autore di due libri a tinte granata, torna ad affrontare un tema che ha fatto tanto discutere nelle ultime settimane: "A casa nostra non si chiede permesso, non si viene rimbalzati da cancelli o da teloni orripilanti"

Redazione Toro News

Riceviamo e pubblichiamo la lettera ricevuta da Fabio Selini. Già autore di due libri a tinte granata, "Passione al rovescio, diario di un antijuventino" e "Torneremo ad Amsterdam", chi ha scritto queste righe si è voluto soffermare sui teloni installati al Filadelfia, un tema che ha fatto molto discutere nelle scorse settimane.

Sono giorni che ci penso e altrettanti giorni che cerco di limitarmi, di non scrivere quello che penso sull'argomento "teloni del Filadelfia".

Perché, oltre ad essere (forse) argomento irrilevante nell'attuale panorama delle problematiche quotidiane, scrivere di Toro è sempre argomento spinoso e rischioso. Noi del Toro abbiamo quella strana arroganza mista a supponenza che ci fa sentire spesso migliori di altre tifoserie (il mistero sul motivo a me appare arcano nonostante sia conscio di cosa sia il Toro), ma anche migliori del tifoso granata della porta accanto. Ognuno, sempre per arcani motivi, crede di essere più da Toro di chiunque altro.

Ecco che scrivere del Filadelfia diventa un'arma puntata contro se stessi, prego sparate ad uno meno granata di voi.

Ma inutile dilungarsi su questo col rischio davvero concreto di essere massacrato da commentatori social con nickname fantasiosi a tinte granata, versioni testosteroniche da stadio di "farfallina 76" o "susannatuttapanna" e via discorrendo. Insomma da granata della porta accanto più granata di me.

Torniamo al tema, i teloni del Filadelfia.

Meglio, gli orribili teloni del Filadelfia.

Meglio ancora, gli orribili e inutili teloni del Filadelfia.

Non ci sarebbe molto da aggiungere agli aggettivi e forse non ne vale la pena o non la valeva fino a quando, il responsabile del progetto ha addirittura prestato il fianco comunicando una e-mail nella quale riversare possibili suggerimenti, alternative, commenti.

Che dire?

Non gli ho scritto.

Io non ho suggerimenti, non sono un tecnico. Sono solo un tifoso del Toro, uno dei tanti.

E poi la domanda non è "come migliorare i teloni, quali alternative", ma semplicemente "che diavolo di senso hanno?".

Ribadiamolo: che diavolo di senso hanno?

Sì, a cosa servono se non a deturpare lo skyline dello stadio che non sarà bello come un tempo, ma pare sostanzialmente decoroso e accogliente.

La risposta la conosco bene, la conosciamo tutti: per celare gli allenamenti ad occhi indiscreti.

Ora, sia chiaro che non mi aggiungerò alle schiere di tifosi pronti a ricordare che i palazzi attorno allo stadio sono popolati da gente tranquilla che sostanzialmente vive con o senza gli allenamenti del Toro e che probabilmente nel corso della giornata ha da riempire la lavatrice, portare i figli a scuola, passare dal panettiere, andare in piscina, cucinare, mettere a letto la prole, finire il lavoro al pc, provare a fare l'amore è scoprire che il/la partner già dorme, piuttosto che spiare col binocolo lo schema su punizione del calciatore ambidestro che non segna da calcio piazzato dagli ultimi tortellini consumati in terra emiliana. O la diagonale precisa dello svizzero addormentato o l'inserimento veemente del perennemente caracollante scarsocrinito.

No, non lo farò!

La domanda intorno alla quale ruota il mio pensiero sul "caso teloni" è semplice: cosa si vuole celare?

Ce lo si spieghi per bene perché sfugge ai più.

Innanzitutto si ricordi che attorno allo stadio c'è una enclave granata ben riconoscibile che preferirebbe andare a cena col cugino di Del Piero piuttosto che spifferare notizie tecnico tattiche sul Toro. Chi ha partecipato all'inaugurazione tempo fa se ne poteva rendere conto senza per forza essere di Torino o un fine osservatore sociologico. Intorno al Toro ci sono quelli del Toro.

E continuando, a chi frega delle notizie tecnico tattiche sul Toro?

Quali incredibili novità potranno mai sbucare dal prato verde?

Ci si vuole rendere conto che da quelle parti non esce nulla di buono, interessante, innovativo, convincente? Che non ci allena il geniale Pep o l'istrionico Jurgen, che non abbiano in squadra mezzo giocatore in grado di emozionare (escluso il Gallo, s'intende) o garantire vera qualità.

Davvero si crede che sia necessario e vitale per le sorti dei nostri "entusiasmanti" campionati, celare ad occhi indiscreti schemi, posizioni, formazioni?

In questi anni di allenamenti segreti che cosa è accaduto di tanto straordinario? Qual è stato il valore aggiunto della segretezza.

Ci si racconti quali mirabolanti fantasie si sono trasformate in giocate efficaci o gol indimenticabili?

Era necessario celare la tattica scellerata del buon Sinisa, le noiose avventure tattiche del soporifero Walter, le disperate soluzioni del ragazzo del Fila, le elucubrazioni del Maestro o le urla dell'ultimo salvatore della patria?

La verità è che del Toro attuale non frega nulla a nessuno. Non c'è bisogno di studiarci per batterci, c'è talmente poco capitale tecnico e tattico che siamo leggibili come i cartelloni sulle autostrade.

Nessun 007 verrà mai a spiare le gesta dei nostri eroi impegnati in chissà quali alchimie.

Che la gente veda, che gli spioni (seeee!) osservino. Chi se ne importa, ci salveremo o retrocederemo comunque.

Meglio onestamente fieri della nostra limitatezza che custodi gelosi della mediocrità.

Si dirà che tutte le squadre fanno così. E chi se ne importa? Noi siamo il Toro e se vogliamo esserlo davvero o provare a ritrovarlo, l'unica via è tornare a quello che eravamo. Accogliere la gente granata!!! Vivere di Toro e permettere di farlo. Stiamo facendo la fine di quegli altri che si sono costruiti stadio, campo d'allenamento e... e futuro di plastica. Non va bene! Anzi fa proprio schifo.

Il Filadelfia è un patrimonio dei tifosi (sì ok, cedo, siamo i migliori di tutti) e non della Società o del tecnico/calciatori del momento. Tutto passa, i tifosi restano e resistono anche in mezzo alla tempesta, anche mentre si perde su un campo sterrato di serie B ai confini della decenza, oltre la decenza a volte.

Il Filadelfia è davvero, davvero, davvero casa nostra. Non è una banalità ricordarlo. È forse l'unico tesoro ancora in nostro possesso. Ti alleni, guardi chi lo fa, alzi lo sguardo e saluti Superga. Sta tutto qua, il resto conta niente.

Anzi, di più, entrino signori entrino. Qui ci giocavano gli Invincibili, si allenava Meroni, s'è formato Lentini. Tanta roba, roba meravigliosa nella nostra casa.

A casa nostra non si chiede permesso, non si viene rimbalzati da cancelli o da teloni orripilanti.

Il Filadelfia è nostro il luogo del cuore, non un laboratorio calcistico.

Non si fanno esperimenti, è già tutto chiaro: si vive il Toro. Ci vive il Toro.

Si avvicina la gente, non la si allontana. Mai, mai quella granata.

Togliete 'ste schifezze, fate girare l'aria e fate entrare la passione. Ne resta gran poca, ma esiste ancora e merita di essere accolta.

Accolta al Filadelfia.

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