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PAROLA AL MISTER

Rampanti: “Se il Torino cresce in resistenza, può ottenere risultati eclatanti”

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Serino analizza così i temi di casa Toro dopo la sconfitta contro il Napoli

Gianluca Sartori

Il Torino perde a Napoli e resta a otto punti in classifica: una situazione che probabilmente non rispecchia quanto fatto dai granata nelle prime otto partite di questo campionato. Di questo ed altro parliamo con Serino Rampanti nella nuova puntata di “Parola al Mister”, l’appuntamento del martedì mattina con le analisi dell’ex calciatore e allenatore granata.

Rosario, anzitutto ci fa piacere parlare di un nuovo progetto che ti riguarda…

“Insieme a Claudio Onofri daremo vita ad un appuntamento settimanale con una Facebook Live sulla pagina Calcio in Faccia, che per nascere. Partiremo giovedì 28 ottobre alle 17.30. Insieme a Onofri e due giornalisti di grande esperienza come Menzio e Adamoli, parleremo in libertà del campionato italiano con un occhio particolare, ovviamente, a Torino e Genoa”.

Ti seguiremo, allora. Passando a parlare di Toro, come interpreti la partita di Napoli?

“Se si analizzano le forze in campo, tenendo presente il valore del collettivo di Spalletti, si può dire che il Torino ha fatto una grande partita, perché una forbice in termini di qualità a favore degli azzurri esiste eccome. Questo accresce il rammarico di non essere riusciti a portare a casa un risultato positivo”.

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Ancora una volta il Torino ha incassato un gol nell’ultimo quarto d’ora, sono ormai cinque sugli otto presi fin qui.

“Mi sembra che sia un aspetto che evidentemente va analizzato. Il calcio di Juric richiede un grande dispendio sia fisico che mentale, perché serve una costante attenzione e pressione sugli avversari in ogni circostanza di gioco. Il problema quindi può risiedere in una di queste due componenti, la capacità atletica e quella mentale, di diversi giocatori. Credo che se si riuscisse a porre rimedio a questo, la squadra avrebbe la possibilità di fare in questo campionato qualcosa di eclatante, per quanto si è visto fin qui”.

Cosa ti colpisce, in particolare, di questo Toro?

“Il fatto che Juric abbia rivitalizzato giocatori che sembravano ai margini come Djidji e Rodriguez. Vederli disimpegnarsi ottimamente è una bella notizia. Altra cosa che mi è piaciuta è il coraggio nel lanciare giovani come Kone, uno che secondo me ha le qualità per poter stare in questo gruppo nonostante l’ingenuità del rigore causato, e Warming. La storia e la tradizione di questa società richiedono proprio questo, il lanciare giovani senza remore, ovviamente se hanno qualità e margini di crescita. Quindi dico bravo a Juric, per ora”.

Quanto perde il Toro con Mandragora infortunato?

“Perde un giocatore importante, ma vedo che almeno si tratta di un infortunio non così grave come si temeva, meno male. L’altra grande certezza è Bremer, giocatore a cui non si può rinunciare. A Napoli ha retto molto bene contro Osimhen, che in questo momento secondo me è il giocatore più forte del campionato. Forse fa la differenza più del Lukaku della scorsa stagione in quanto ha più agilità e velocità”.

Infine, come va accolto il rientro di Belotti?

“Una notizia importante, ma ora bisogna dargli tempo di entrare in forma e non pretendere tutto e subito. Sappiamo bene che lui ha una struttura fisica importante e quindi ha bisogno di un po’ di tempo per carburare. Quindi ora va aspettato con pazienza. Spero ovviamente che la vicenda relativa al suo futuro non lo condizioni: per me è chiaro che non voglia rinnovare, altrimenti lo avrebbe già fatto”.

 

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