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Sotto la lente: analisi Cagliari

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Quali sono le tendenze tattiche dei prossimi avversari del Toro?
Francesco Bonsi

Dopo il pareggio ottenuto a Genova e dopo due settimane di pausa, il Torino è in cerca di riscatto. Stasera all’Unipol Domus i granata sfideranno il Cagliari in occasione della 22° giornata di Serie A, per andare alla ricerca di una vittoria che manca da tre mesi lontano da casa. I rossoblù sono allenati da Claudio Ranieri, che ha uno storico positivo sia contro il Toro, sia contro il suo allenatore Juric, il quale non è mai riuscito a battere il tecnico romano. Il Cagliari ha il vantaggio di essere una squadra molto camaleontica: secondo Whoscored, Ranieri ha cambiato 12 moduli diversi dall’inizio della stagione. Nella gara d’andata i sardi sono scesi in campo con un 3-5-2 a trazione posteriore, che si è rivelato molto vantaggioso in fase di non possesso. Nell’ultima giornata di campionato, sono scesi in campo così:

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Vediamo allora quali sono i principi di gioco di questo Cagliari, addentrandoci nell’analisi tattica.

I principi in fase di possesso

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Essendo la terza squadra in Serie A con la percentuale più bassa di possesso palla medio (43,3%), si può facilmente dedurre che il Cagliari preferisca lasciare agli avversari il pallino del gioco. Un altro dato esplicativo è quello che vede i sardi al 3° posto per numero di rilanci lunghi a partita: il che ci fa capire quanto Ranieri punti sulla costruzione lunga, potendosi appoggiare ad attaccanti fisici come Petagna o Pavoletti. Nella fase di sviluppo, ci sono però delle giocate codificate che permettono ai sardi di far avanzare il pallone verso l’area di rigore avversaria. In questo caso il braccetto di destra Wieteska scarica sull’esterno destro Nandez. il quale effettua una sponda verso Petagna.

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Il numero 32 protegge il pallone con il corpo e lo scarica su Viola, che infine procede col cambio gioco verso sinistra: sul successivo cross il Cagliari passerà in vantaggio.

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Proprio i cross e i traversoni sono la principale fonte di pericolo dei Casteddu, che hanno una media di 6 cross completati a partita, la seconda migliore in Serie A.

L'attendismo in fase di non possesso

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In fase di non possesso gli uomini di Ranieri non vanno a pressare la costruzione avversaria: sono la squadra col PPDA (passaggi concessi alla costruzione avversaria) più alto in Serie A, dato che misura in modo decrescente l'intensità del pressing.

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Questo vuol dire che i sardi hanno un atteggiamento molto attendista e preferiscono ripiegare nella loro metà campo per evitare i pericoli. In queste situazioni di gioco, il Cagliari si difende con ordine facendo difesa posizionale e appoggiandosi alla solidità della linea difensiva formata da cinque uomini.

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Le difficoltà in fase di transizione 

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I problemi per il Cagliari si creano quando c’è da difendere una transizione negativa, ovvero un contropiede avversario: sono infatti la seconda squadra che subisce più reti in queste situazioni di gioco. Una delle principali cause è proprio la scelta di non costruire dal basso: se su una rimessa dal fondo il portiere decide di lanciare lungo, tutta la squadra deve salire verso la metà campo, ma se i duelli aerei vengono persi, la linea difensiva si trova a difendere una grande porzione di campo.

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Nella seguente schermata infatti, il Frosinone vince i duelli e si invola verso la porta di Scuffet, guadagnando un calcio di punizione che verrà poi trasformato in gol da Soulé.

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In fase di transizione positiva il pericolo principale è Zito Luvumbo, che però sarà assente per via della sua partecipazione in Coppa d’Africa con l’Angola.

Opportunità e pericoli su palla inattiva

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Il paradosso del Cagliari si basa sul fatto che, da situazione di palla inattiva, sia tra le squadre che concedono più gol ma allo stesso tempo tra quelle che ne segnano di più: sono primi per gol subiti e quarti per gol segnati. Come contro il Napoli, i granata non devono lasciarsi sfuggire questa opportunità di poter creare pericoli su palla inattiva, ma allo stesso tempo devono proteggere bene la propria area di rigore. L’uomo più pericoloso è senza dubbio Alberto Dossena, il quale ha già messo a referto due gol e due assist in campionato, oltre ad essere terzo per numero di duelli aerei vinti. Di possibilità per rendersi pericolosi ce ne sono molte, ma se Ranieri dovesse decidere di schierare una difesa a 5, gli uomini di Ivan Juric faticherebbero e non poco a creare occasioni da gol. I granata hanno mostrato in diverse occasioni i loro limiti offensivi quando si affronta una difesa a 5, quindi lo staff deve trovare una soluzione al più presto per affrontare questo tipo di matchmaking, che in Serie A può presentarsi con grande frequenza.

Francesco Bonsi, nato a Ferrara, ha 16 anni e tifa Torino e Spal. Lavora come match-analyst in una squadra di prima categoria, e il suo sogno è quello di farlo professionalmente. Oltre a questo, si dedica a scrivere analisi su Twitter e per varie testate giornalistiche.

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