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Torino-Lazio, il triste ritratto di una crisi

Lo Psicologo Granata / Due squadre che definire sottotono sarebbe riduttivo si sfidano all'Olimpico

Riccardo Agnello

"Continua il momento no del nostro Toro; anche con il Milan, seppur esprimendo un gioco migliore rispetto alle ultime uscite, sono emersi i soliti limiti di una squadra troppo poco pungente in attacco e spesso sbadata in difesa, una squadra che appare intimorita e che non riesce a reagire veramente alle situazioni negative. Sembra quasi che dopo i gol subiti vi sia un sentimento di rassegnazione e di impotenza, come si si dovesse andare incontro a un'inevitabile sconfitta. Mister Ventura potrebbe vagliare un cambio di modulo per cercare di rendere questo finale di stagione un po' più stimolante, ma sarà sufficiente passare da una difesa a 3 a una a 4 per cambiare le sorti di una stagione che pare compromessa (dal punto di vista delle ambizione europee sia chiaro)? Sarà sufficiente l'eventuale tridente d'attacco, almeno a partita i  corsa, per tornare ad essere finalmente una squadra prolifica? Vedremo cosa dirà il campo.

"Nel frattempo la concentrazione deve andare alla Lazio, prossima avversaria dei granata nel lunch match di domenica; i bianco-celesti di Pioli si trovano in una situazione molto simile a quella del Toro, infatti anche loro, dopo un mercato abbastanza positivo hanno offerto un rendimento molto altalenante e non sono riusciti mai a trovare la giusta continuità di rendimento in campionato, arrivando a 10 giornate dalla fine con possibilità di entrare in zona UEFA assai remote e quindi con pochi obiettivi. Il rischio è quello di assistere, domenica, al pareggio della paura e della noia tra due squadra "ammalate" che cercheranno per lo più di non farsi ulteriormente male.

"Mi auguro che non sia così, perche il blasone di questa sfida richiederebbe e inoltre sarebbero importanti i 3 punti per scongiurare definitivamente ogni spettro di retrocessione, non che si rischi proprio di retrocedere, ma sarebbe meglio evitare di trovarsi a 5/6 giornate dal termine a dover fare delle improbabili tabelle o di dover stare a controllare di continuo l'app per smartphone (che ormai ha sostituito la vecchia radiolina) per vedere cosa fanno le altre.