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UNA VOCE FUORI DAL CORO

La forza cresce nel giardino della pazienza

La forza cresce nel giardino della pazienza - immagine 1

Torna l'atteso appuntamento settimanale con la rubrica Una voce fuori dal coro dell'avvocato Enzo Borgna

Enzo Borgna

La prestazione contro l’Udinese conferma, a mio modo di vedere, che la sconfitta contro lo Spezia era stata conseguenza di un sovraccarico di lavoro in allenamento per una squadra abituata negli ultimi anni a lavorare troppo poco sul piano atletico. Del resto tutti gli allenatori che puntano sulla fisicità dei giocatori hanno ben presente che, in due o tre partite per stagione, dovranno pagare pegno perché la squadra sarà, come suol dirsi, sulle ginocchia. Gli stessi infortuni muscolari in allenamento, come ho già scritto, non credo dipendano dall’incoscienza dei preparatori atletici di Juric ma da carichi di lavoro non abituali per i giocatori. E sono convinto che la dichiarazione del Mister di non credere nel mercato di gennaio, pure se in contraddizione con sue precedenti affermazioni, sia conseguente al fatto che è consapevole che anche i giocatori più criticati, lavorando duramente, potrebbero essere recuperati. A tale proposito mi auguro che anche i tifosi più maliziosi si ricredano sulla presunta insofferenza di Cairo nei confronti dell’allenatore, già di per se inverosimile perché, ammesso e non concesso che il Presidente non ci tenga al Toro, avrebbe comunque piacere che vengano rivalutati i giocatori della rosa. E vedendo le giocate del Saponara di quest’anno, dopo le sue deludenti precedenti stagioni, si rafforza la mia convinzione sul fatto che anche Verdi potrebbe presto o tardi vivere un rilancio simile.

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A proposito di talenti inespressi, la partita con l’Udinese mi ha riportato indietro negli anni facendomi venire in mente un ex giocatore del Toro (citato raramente) molto simile come caratteristiche a Brekalo. E cioè Vincenzino D’Amico, acquistato per sostituire Claudio Sala. Mi auguro che al croato, oltre alla indiscusse qualità tecniche, non manchi la “garra”. L’ex laziale era infatti irresistibile in alcune partite, soprattutto contro le grandi squadre (ricordo alcune giocate in Coppa UEFA che non avevano nulla da invidiare a quelle di Zico), mentre troppe volte sceglieva di passeggiare nelle zone di campo con la temperatura più favorevole. All’ombra della tribuna nei mesi caldi, o al sole dal lato dei distinti nei mesi freddi. Da ultimo, rispondo all’affermazione di un lettore che si chiedeva come mai il Torino non avesse inseguito anch’egli Anguissa, il calciatore in prestito oneroso con diritto di riscatto al Napoli ma su cui pare ci fosse anche l’interesse della Roma (e tale circostanza la dice lunga sul fatto che non avrebbe comunque scelto il Toro). Non so se Vagnati lo avesse messo nel mirino, ma invito a ribattere circa il fatto che un contratto di cessione tale da consentire di incassare dal Fulham circa 2.5 milioni (per quanto mi risulta) solo per il prestito annuale dell’Aina di due anni fa sia stata un’operazione di mercato da applausi a scena aperta. Sempre e solo forza Toro.

pluripremiato (con un lontano passato di direttore sportivo di due squadre militanti in Eccellenza) e tifoso del Toro da quando Meroni ha vestito la maglia granata.

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