Domenica al “Giuseppe Meazza” Matteo Darmian ritroverà per la seconda volta dopo l’addio il Torino, squadra che l’ha cresciuto, coccolato e della quale ha anche indossato la fascia da capitano. Un periodo calcistico indimenticabile per il “Polipo”, così veniva soprannominato dai compagni. Un periodo in cui è diventato uomo, ha affrontato le sue prime esperienze europee (come dimenticarsi il gol del San Mamés) e ha anche conquistato la Nazionale. Poi, nel 2015, il passaggio al Manchester United per circa 20 milioni di euro, operazione che rappresentò una delle plusvalenze più importanti in assoluto dell’era Cairo.
RICORDI – Domenica dunque Darmian la seconda volta che affronterà il Toro, dopo averlo fatto con il Parma nella prima partita post-lockdown. Sicuramente avrebbe sperato in un incontro diverso, con gli spalti gremiti a dedicargli un bentornato caloroso. E i ricordi rimangono indelebili anche per Matteo, che a Sky Sport ha ricordato il suo periodo granata: “A Torino è stata una grande esperienza, raggiunti traguardi impensabili“. Come dargli torto. Dalla Serie B all’Europa League, il gol nello storico derby vinto e un affetto mai scalfito. Un lavoratore umile, che è entrato nel cuore dei tifosi.

SFIDA – Loro non li ha ancora incontrati da avversario. Il Toro sì. Domenica con l’Inter si ritroverà davanti i granata di Marco Giampaolo. Nella squadra dove è arrivato nell’ultima sessione di mercato Darmian è già una pedina importante, perché garantisce solidità e duttilità. Qualità apprese e perfezionate proprio con il Torino di Ventura. Già 8 le presenze con l’Inter e domenica ci sarà probabilmente la nona, in una partita per lui mai come le altre, quella contro il Torino.
Bel giocatore nel Toro che ricordo con nostalgia, però anche lui ha provato a spiccare il volo,giustamente,verso lidi più importanti ma non mi sembra che alla fine abbia trovato la sua vera dimensione .
Grande Teo, uno di noi. In una squadra ci vorrebbe sempre gente con la tua dedizione, serietà e professionalità e anche utilità sul campo. Però non esageriamo, non siamo arrivati secondi e o in finale di Champions. Spero che quei risultati prima o poi per il toro possano diventare non la normalità ( che se no si gustano meno ) ma quasi