Le voci

De Zerbi: “Super Lega? Un colpo di stato. Non giocherei contro il Milan”

TURIN, ITALY - MARCH 17: Roberto De Zerbi, Head Coach of Sassuolo looks on prior to the Serie A match between Torino FC and US Sassuolo at Stadio Olimpico di Torino on March 17, 2021 in Turin, Italy. Sporting stadiums around Italy remain under strict restrictions due to the Coronavirus Pandemic as Government social distancing laws prohibit fans inside venues resulting in games being played behind closed doors. (Photo by Valerio Pennicino/Getty Images)

Il tecnico del Sassuolo in conferenza stampa critica senza mezzi termini la Super Lega: "Non bisogna calpestare i più deboli"

Redazione Toro News

Duro attacco alla Super Lega da parte di Roberto De Zerbi. Il tecnico del Sassuolo ha commentato con toni duri la novità degli ultimi giorni: "Sono molto toccato e arrabbiato di questa cosa a tal punto che ieri abbiamo parlato con la squadra per una mezz'ora. E' giusto fermarsi come ogni tanto accadeva a scuola quando si fermava il programma. Sono molto arrabbiato perché domenica è stato fatto un colpo di stato! Questo episodio equivale a un colpo di stato nel calcio, nei contenuti e nella modalità. Nei contenuti perché il calcio è di tutti ed è meritocratico. Nella modalità perché si poteva fare alla luce del sole, invece comunicati congiunti a mezzanotte, il sito nuovo, come se qualcuno dovesse porre le bandiere in un posto che aveva sottratto a qualcun altro. È un comportamento che va a ledere un diritto che non è solo circoscritto al calcio, il diritto che il più debole possa farsi strada, come se non potesse sognare un futuro più bello di quello che dice la sua provenienza, come se un figlio di un operaio non possa sognare di fare il chirurgo, l'avvocato, il dottore".

IL SOGNO - "Fare una SuperLega dove loro decidono chi deve entrare e decidono chi sta fuori, va a togliere l'essenza del calcio. Io sono partito quest'anno spingendo il sogno del quarto posto, del quinto, del sesto. Forse io e la mia società siamo coglioni perché ancora sogniamo ma qualche risultato lo abbiamo fatto e qui si tratta di metterci la faccia. Se questo è il calcio moderno è una roba che non rispetta l'uomo prima del calciatore e del tifoso. Noi facciamo parte di un ambiente ricco, dove girano tanti soldi, e allora devono farsi delle domande loro. Non mi interessa se tutte queste squadre sono indebitate. Io sono orgoglioso di far parte del Sassuolo perché ragiona come ragiono io. A dicembre il Sassuolo è arrivato quarto sul campo mettendo in mezzo squadre anche più forti di noi".

DEBITI DEI BIG - "A gennaio avremmo potuto rinforzare la squadra. Io non ho fatto nemmeno mezza riunione di mercato con Carnevali, perché sapevo il momento che stavamo attraversando, non ho avuto mezza richiesta per rinforzare la squadra e l'abbiamo anche pagata questa scelta e se tutte queste squadre sono indebitate devono farsi delle domande di come hanno gestito le loro aziende. Non è che perché hanno fatto disastri, perché queste società sono gestite da potenti, prepotenti, debbano poi farla pagare alla piccola società che fa le cose fatte per bene, ai giocatori che sul campo sudano e sognano di poter andare a giocarsi la Champions in stadi importanti contro squadre prestigiose".

CONTRO IL MILAN - "È tutto sbagliato. Credo sia arrivato il momento anche di esporsi. Io domani non avrei piacere a giocare la partita perché il Milan fa parte di queste tre squadre e l'ho detto ai giocatori e a Carnevali. Se Carnevali mi obbligherà ad andare chiaramente ci vado. Ma sono rimasto male. Sono arrabbiato perché il calcio mi ha dato da mangiare per 40 anni e anche io al calcio ho dato tutto e non la metto come questione lavorativa, va oltre al lavoro e allo stipendio, ma proprio nella sfera dei valori, dei sentimenti, delle rivalità calcistiche italiane sulle quali si sono giocate tante partite, si sono scritte tante pagine. Così non mi piace e quindi cerco di combatterlo secondo i valori che i miei mi hanno trasferito e non abbassando la testa o facendo finta di niente, anche se potrebbe andare contro, in futuro, qualche mio interesse. Però è giusto che noi del calcio, così come hanno fatto Klopp, Bruno Fernandes, i tifosi del Liverpool, del City, ci si esponga. Questa è una pagina triste, grave, pesante, che può andare a rovinare il mondo che io amo e che ho amato e per il quale mi sono speso in tutto e per tutto".

DIRITTI - Prima di passare alla presentazione della partita, De Zerbi chiude spiegando cosa potrebbe cambiare nel calcio: "Cambia che noi stiamo puntando a divertirci sempre, a vincere tutte le partite, però noi abbiamo fatto un anno pieno di ambizioni. Magari abbiamo sbagliato noi a porre l'asticella più alta di quello che avremmo dovuto. Io sono stato sempre tifoso del Brescia e da piccolo lo sognavo in Serie A, perché quasi sempre era in B, poi lo sognavo arrivare in Coppa Uefa, una volta si chiamava così, poi capisco che il calcio cambia, che il mondo va veloce ma non è una giustificazione che se il mondo va veloce bisogna calpestare i più deboli o bisogna venir meno a dei diritti legittimi o bisogna venir meno a dei diritti delle persone che formano società e in questo caso squadre di calcio".