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Antonio Barreca, 19 anni di talento in cui credere

E' il compleanno del terzino della Primavera del Toro e della Nazionale Under 19: un valore aggiunto, ma da tutelare dalla "gerontofilia" e dal conservatorismo di questo...

Diego Fornero

"I risultati di un settore giovanile hanno il loro valore: questo è un dato che, certamente, non si può negare. E' altrettanto vero, però, che la finalità ultima di un vivaio è, e non può essere nient'altro che quella di formare dei giocatori. Ecco perché, nel caso di Antonio Barreca, terzino sinistro di spinta classe '95, cresciuto nel Torino fin da bambino, la società dovrà trovarsi, presto, di fronte ad una scelta.

"Tutti conosciamo, infatti, la grande stagione della Primavera di Moreno Longo: una cavalcata da capolista indomabile, dominatrice assoluta del Girone A, anche grazie alle prestazioni di quello che, unanimemente, viene considerato il migliore classe '95 italiano in quel ruolo (si obietterà citando il romanista Alessio Romagnoli... Grandissimo talento, che nasce, però come difensore centrale e che ha avuto fortuna e merito di trovare un club che creda veramente nella crescita di un giovane prospetto). Un ruolo delicato, quello del laterale mancino, che Antonio sa interpretare sia da terzino puro, sia da esterno, abile nella fase difensiva, ma, anche e soprattutto, in quella offensiva, grazie alla velocità, all'ampi falcata, alla capacità di saltare l'uomo e, dulcis in fundo, all'ottimo piede sui cross.

"Caratteristiche importanti, che ne fanno una colonna, oltre che della Primavera granata, anche della Nazionale Under 19. Caratteristiche, di fatto, riconosciute anche da Giampiero Ventura, che l'ha convocato, più in via "premiale" che per un'effettiva scelta tecnica, per la delicata sfida di San Siro contro l'Inter, ma che, già contro il Napoli, ha preferito puntare sull'usato sicuro, ridisegnando la propria difesa sugli uomini già a disposizione, nonostante il forfait di Giovanni Pasquale e Sasà Masiello, unici veri laterali sinistri di ruolo disponibili in rosa.

"Una scelta, quella del tecnico granata, che può essere discutibile o meno: strafalcioni arbitrali a parte, la difesa granata ha retto bene l'impatto contro il Napoli, e difficilmente si potrebbe accusare, nel caso concreto, mister Ventura di non aver scelto con cognizione di causa. Ciò che conta, però, è che ora il club prenda una decisione chiara su Barreca, che possa tutelarlo da quegli "alti e bassi" emotivi tipici di un giovane talento che tira caldi ad un pallone per rincorrere il proprio sogno. Essere aggregati alla prima squadra ha un senso se, pur in determinate circostanze, si avrà veramente la possibilità di mostrare di cosa si è capaci, altrimenti può provocare più danni che altro, soprattutto deconcentrando un giocatore dal proprio concreto obiettivo, e della propria, pur temporanea, reale dimensione. Ventura è sempre stato chiaro: "Non convoco giocatori per venire a fare le belle figurine", posizione mantenuta tutta la stagione e disattesa, per la prima volta, alla vigilia della sfida ai nerazzurri. Ecco perché, dopo la mossa di San Siro, in molti credevano che qualcosa fosse cambiato, ma il dietrofront del Napoli ha manifestato la reale dimensione delle cose. Probabilmente, il tecnico genovese avrà fatto una strappo alla regola allora, ma ora serve la massima coerenza per tutelare quello che, a tutti gli effetti, è un patrimonio importante della società.

"La realtà, non ce ne voglia "Capitan libidine", è che, per ragioni più o meno condivisibili ma certamente non casuali, al di là di concessioni del tutto occasionali alla passionalità dei tifosi, l'intenzione del tecnico del Torino è quella di puntare sul proprio gruppo, senza salti nel vuoto, e, soprattutto, con un atteggiamento decisamente prudente nei confronti dei giovanotti di belle speranze. Una "gerontofilia tattica" che, piaccia o meno, fa parte del bagaglio culturale di un tecnico che, ad oggi, sta portando il Torino alla seconda salvezza consecutiva, nonostante il filotto di quattro K.O. consecutivi appena rimediato. Certo, il sogno dei tifosi è, e sarà sempre, quello di vedere i propri giovani lanciati nel calcio che conta, ma questo tecnico non concede spazio a simili voli pindarici, neppure laddove gli stessi sarebbero più che tecnicamente motivati (siamo sicuri che, già ad inizio stagione, un Barreca non fosse meglio di un Pasquale a fine carriera? Non avremo mai la controprova...).

"Ora, ciò che conta, per il bene di Barreca, ed ovviamente del club, è quello di concentrarsi sul presente, ed il presente si chiama Primavera: c'è una Final Eight da acciuffare (manca ancora la matematica...), e, successivamente, da onorare andando più avanti possibile. Antonio, che proprio oggi compie 19 anni, può prendersi in mano questo Toro... Per tutto il resto, in un Torino FC tradizionalista ed arroccato su una prudenza ed un conservatorismo talvolta ai confini dell'insanità, ci sarà tempo. Auguri, Antonio... e in bocca al lupo!