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Juve, Della Morte: “Il Toro combatte sempre”

Allievi Nazionali, Torino - Juventus 0-1 / Il tecnico bianconero dopo la vittoria nel derby: "Edera può fare la differenza. Io, campione d'Italia con la maglia granata, dico che il calcio...

Diego Fornero

"Ha rilasciato alcune dichiarazioni ai nostri microfoni Ivano Della Morte, tecnico degli Allievi Nazionali della Juventus, ma noto al pubblico granata per essere stato un giocatore del settore giovanile del Torino, con il quale ha esordito in Serie A nel 1993 e con il quale ha vinto il titolo di Campione d'ItaliaPrimavera nel 1992, ultima affermazione storica granata. I suoi Allievi bianconeri hanno appena superato il Toro di Menghini per 1-0, giocando tutta la ripresa in inferiorità numerica per l'espulsione di Clemenza: “Rimanere in 10 per tutto il secondo tempo è chiaramente un problema” - chiosa il mister bianconero - “Contro un Toro che, nonostante abbia perso per 3-0 all'andata, è una delle squadre che gioca il miglior calcio in questo campionato, come ho sempre sostenuto. Detto questo, però, nel primo tempo abbiamo avuto tre occasioni limpidissime, in una partita molto combattuta e, certamente, non bellissima. Nel secondo tempo abbiamo pensato a difenderci, e siamo stati bravi a farlo. Abbiamo corso un pericolo soltanto in una mezza mischia, da parte granata c'è stato tanto giro palla ma nessuna concreta occasione”.

"Una strategia mirata di contenimento? “Noi volevamo chiudere il Toro, anche Edera, che è uno di quelli che partono più largo tra i granata, tende a stringere molto e noi volevamo proprio fare in modo che non ci fossero spazi tra le linee, ho iniziato il secondo tempo ancora con un'attaccante, Pozzebon, poi ho preferito inserire un centrocampista di ruolo, Conti, che è in continua crescita. Alla fine è andata bene così. Le due sconfitte contro Siena e Sassuolo? L'ho detto anche in queste settimane, non mi piacciono gli alibi: ci sono stati dei problemi ma noi siamo andati avanti, ed oggi abbiamo dimostrato di essere una grande squadra. Fino ad oggi, da gennaio 2013 quando è arrivata la gran parte di questo gruppo, abbiamo collezionato soltanto quattro sconfitte. E non dimentichiamoci che, al di là dei risultati, il nostro ruolo, come settore giovanile, è quello di crescere dei giocatori, poi si può vincere, ma anche perdere... Lavoriamo in prospettiva, e sono fiero che questa società abbia deciso di puntare così tanto sui giovani con investimenti importanti. Abbiamo fatto un percorso incredibile e proseguiremo su questa strada”.

"Si parla, infine, dei quindici punti di differenza tra le due formazioni, ormai diventati diciotto. Un divario che, in campo, non si è visto, con il Torino che ha, comunque, condotto una buona partita: "Il Toro, si sa, combatte sempre. A questa formazione, lo dico da avversario, manca soltanto un po' di concretezza, ma certo non la qualità. Io ho visto un Torino cresciuto, con dei giocatori in netto miglioramento. Su tutti, faccio il nome di Edera: dal girone di andata ad oggi, ho visto un altro giocatore. Un conto è fare la differenza nella propria squadra, con tutti gli occhi puntati su di te, ma oggi ho visto un giocatore che può fare la differenza su più squadre, e questo all'andata non l'avrei detto. Questo è, sicuramente, merito del lavoro di Menghini, ma anche della preparazione atletica della Società, che l'ha fatto crescere anche strutturalmente, considerato che una volta era gracilino".

"Allargando il raggio della conversazione, uno sguardo alla Primavera, campionato nel quale Della Morte, da calciatore, ha vinto il tricolore, paradossalmente con la maglia granata del Torino: "Sicuramente non c'è più la qualità dei miei tempi, ci sono tre o quattro squadre che spaccano i campionati e le altre che stanno a guardare. E' un decennio nel quale il calcio italiano ha manifestato qualche problema, e si vede. Per quanto riguarda la stagione in corso, sicuramente alla Juventus abbiamo tanta qualità, ma non si può negare quanta ne abbia il Toro. Una cosa di cui essere orgogliosi, sia su sponda bianconera, sia su sponda granata, è che non si sia mai smesso di credere nel settore giovanile e nella crescita dei ragazzi. Anche il Toro, pur fra mille difficoltà che tutti conosciamo, passando attraverso un fallimento, non ha mai mollato e si è sempre tenuto ai vertici. Sportivamente, c'è di che essere soddisfatti".