TRE BUONE RAGIONI PER FAR BENE - Ben tre i fattori che rendono questa sfida diversa da tutte le altre: il primo, scontato, è l'importanza della posta in palio: chi vince, su gara secca, accede alla final eight in programma per la prima settimana di giugno, e va a giocarsi lo Scudetto con le otto migliori d'Italia. Il secondo, fattore tutto da cuori granata, è rappresentato dalla data: quel 4 maggio che, per chi indossa la maglia del Torino, non è, né potrà mai essere, un giorno come tutti gli altri. Il terzo, infine, deriva dal prestigio della sfida ad una favorita assoluta, una compagine frutto di investimenti milionari che, nelle intenzioni della dirigenza nerazzurra, avrebbe dovuto 'ammazzare il campionato', per poi ritrovarsi fuori dalla Coppa Italia proprio per mano dei granata, ed esclusa dalle posizioni che contano nel proprio girone, alle spalle di Atalanta e Milan, beffata per un soffio (59 punti i rossoneri, 58 gli orobici, 57 i nerazzurri) e certamente non meno temibile delle due compagini lombare che hanno già staccato il biglietto per le finali.E' UNA GRANDE INTER? - Titolavamo, insomma, lo scorso dicembre: 'Primavera a caccia della grande Inter', ed oggi potremmo e dovremmo fare altrettanto, soprattutto ricordando come si disimpegnarono i granata nella doppia sfida di allora valida per la Coppa Italia di categoria, con una gara capolavoro soprattutto all'andata. Correva il 16 dicembre 2012 quando a Ponte Lambro, sul lago di Como (inagibile per neve il consueto impianto milanese del 'Facchetti') i ragazzi di Moreno Longo si portavano in vantaggio sui nerazzuri dopo soli 60'', grazie ad un gran goal del difensore Ignico, che incornava di testa direttamente da calcio d'angolo. Troppo presto per cantar vittoria, però, con il Torino raggiunto già all'8' da una rete di Colombi, abile a sfruttare una deviazione del portiere granata Saracco, che non riusciva a trattenere una conclusione di Tassi. Nemmeno dieci minuti, già due reti ed un temuto contraccolpo per i granata, che fuori casa si vedevano immediatamente rimontati.Eppure, anche allora salì in cattedra un certo Gyasi, che proprio in quell'occasione iniziò a mostrare le proprie prestazioni migliori dopo un avvio di campionato un po' al rallentatore: nemmeno 4 giri di orologio ed al 12' il centravanti italo-ghanese ribaltava il risultato, mettendo a segno l'1-2, per poi ripetersi al 35', quando, imbeccato da un pregevole assist di Parigini, seminava il panico nella difesa nerazzurra, saltando due uomini in area, e bucava ancora una volta l'estremo difensore nerazzurro Di Gennaro, fissando il risultato sul definitivo 1-3, ben protetto dai granata, con sacrificio, nella ripresa.GRANATA FREDDI E CINICI - Sei giorni dopo, a Venaria, in pieno clima natalizio, lo scorso 22 dicembre, i nerazzurri tentavano il tutto per tutto per concedersi la 'remuntada': in effetti, dopo una prima frazione tutta all'attacco, l'Inter trovava il vantaggio al 42' con una bella rete di testa di Zaro, lasciato colpevolmente solo in area da una difesa granata pressatissima e, fino ad allora, messa più volte in difficoltà. Nella ripresa, nonostante il buon inizio dei granata, virtualmente qualificati dal risultato di 0-1 e vicinissimi al goal con uno splendido pallonetto di Coccolo, salvato dalla difesa nerazzurra sulla linea a portiere già battuto, erano di nuovo i nerazzurri al 14' a trovare la via della rete, con Colombi abile a deviare in rete una palla vagante in area, portando il risultato su uno 0-2 che avrebbe potuto spezzare le gambe ai granata, portandoli ai supplementari.Contrariamente alle speranze nerazzurre, però, i ragazzi di Longo, con tutto l'orgoglio possibile, ritornarono dopo quel goal a fare ciò che sapevano, attaccando con ordine e rendendosi pericolosi alla ricerca di una rete che avrebbe ribaltato di nuovo tutto, rete che effettivamente arrivò all'84', con Parigini steso in area ed il freddissimo Aramu a spiazzare senza difficoltà il portiere nerazzurro Smug dal dischetto, per l'1-2 definitivo che scatenava la gioia del 'Don Mosso' e condannava l'Inter ad un ritorno in Lombardia con un pugno di mosche in mano. Erano i quarti di finale di Coppa Italia, in semifinale i granata affrontarono poi la Juventus e tutti sappiamo come andò a finire, ma la gioia di quel doppio incontro non si potrà dimenticare, con i ragazzi di Longo dati ovunque per spacciati e con una grande vittoria finale contro i favori del pronostico.CENERENTOLA A CHI? - Nei mesi, di acqua sotto i ponti ne è passata: la Primavera granata ha mostrato pressoché ovunque, Viareggio compreso, di non essere certo una Cenerentola, bensì una squadra solida e ben organizzata, in grado di giocarsela con chiunque, anche con compagini sulla carta favorite dal blasone e dal valore economico dei cartellini dei presenti sul rettangolo di gioco. Alla Playstation, con molti nerazzurri già forgiati dall'esordio in Serie A o addirittura in Europa League, non ci sarebbe gara, ma il calcio vero è un'altra cosa: è un gioco da uomini veri, armati di fame e determinazione, come i ragazzi di Longo hanno già dimostrato di essere. Al 'Facchetti' il 4 maggio, insomma, sarà battaglia dall'esito tutt'altro che scontato.Diego ForneroSegui @diegofornero
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Primavera Toro, fame e determinazione la ricetta anti-Inter
Una sfida probante, dura, forse durissima, ma altrettanto stimolante ed, in fin dei conti, alla portata dei giovani granata quella che li attende a Milano nella mattinata...© RIPRODUZIONE RISERVATA
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