EDOARDO BRUNETTI
giovanili
Primavera, un esordio amaro
EDOARDO BRUNETTI
Il ricordo della Primavera dell'anno scorso è ormai sbiadito. La sensazione che si respirava vedendo allenamenti, comportamenti e partite precedenti a quella di Piacenza lo...
Il ricordo della Primavera dell'anno scorso è ormai sbiadito. La sensazione che si respirava vedendo allenamenti, comportamenti e partite precedenti a quella di Piacenza lo aveva fatto supporre, la gara di sabato in Emilia contro i biancorossi piacentini, lo ha confermato. Questa squadra ha potenzialità indubbie, probabilmente maggiori al gruppo che il campionato passato è arrivato fino ai quarti in campionato, ma se continuerà così difficilmente riuscirà solo anche a fare metà del cammino percorso nella passata stagione dalla vecchia Primavera. A Piacenza è andata in scena una partita giocata da una squadra sola, con un gruppo di ragazzi a fare da avversario, più intenti a prendersi di mira fra loro che a cercare di giocare assieme. La figura che ne è uscita fuori è stata pessima. Pigino ne può ben poco di quello che è successo: ha schierato la squadra con un 4-5-1, forse già accortosi di quello che sarebbe potuto succedere, si è sgolato dalla panchina ha provato a cambiare in corsa, ma anche lui si è dovuto arrendere. La fotografia della giornata l’ha fornita proprio il tecnico quando nel secondo tempo, a ripresa già inoltrata è quasi entrato in campo per richiamare dalla parte opposta Schiattarella urlando: “Pasquale, così non va bene, non mi piace”. In sostanza “o giochi per la squadra, o ti sostituisco”, il concetto. In Emilia degli undici giocatori scesi in campo ad inizio gara solo due o tre hanno cercato di giocare per i compagni e non per se stessi. Per il resto si sono visti giocatori che non parlavano fra di loro e che quando lo facevano praticamente si insultavano. Ai bambini nel calcio viene insegnato che quando un compagno sbaglia lo si deve incoraggiare per evitare che si scoraggi e che continui a sbagliare,ma a giudicare da quello che si è visto a questa lezione non hanno partecipato gran parte dei ragazzi che erano in campo.Il risultato è stato che ognuno ha giocato per se, affondando insieme alla squadra e che il Piacenza ha vinto senza alcuna difficoltà la partita per 2-0 praticamente eliminando il Torino da quella Coppa Italia su cui tanto si faceva affidamento per iniziare al meglio la stagione. Alcuni indicano nei colpevoli gli ’89 in campo, altri vedono negli assenti la scusa perfetta, altri ancora accusano compagni di reparto e di annata e altri ancora accusano tutti tranne se stessi. Insomma ce n’è per tutti in questa Primavera. La conferma che qualcosa non va nella squadra è arrivata da più parti: al momento di salire sul pullman ad esempio il “gruppo” si è diviso in molteplici “sottogruppetti”, alcuni sono usciti a testa bassa dagli spogliatoi, mentre altri sembravano aver appena concluso una partitella fra amici. Reazioni diverse alla sconfitta si potrebbe dire, ma nel calcio si dice che a parlare è solo il campo e il terreno di gioco in questo caso ha parlato molto chiaramente. Bastava guardare dalla tribuna i volti di alcuni protagonisti in campo per capire che il bubbone stava per esplodere: facce quasi disinteressate a quello che succedeva intorno, giocatori che solitamente scendono in campo determinati a far bene e a vincere e che normalmente incitano i compagni finendo per restare senza voce, sabato si sono limitati a qualche “forza raga” detto più per dovere che per convinzione. Altri che pur di non passare la palla a qualcun’altro la lanciavano in avanti verso un Lo Bosco sostituito dopo appena trenta minuti del primo tempo con sette fuorigioco fischiati e una sola palla toccata. La vittoria ad Asti è servita a nascondere e a ritardare lo scoppio del bubbone, ma forse ha fatto più male che bene. Dalla trasferta a Piacenza si può salvare solo Maikol Negro, che ha cercato di rendersi pericoloso, forse cercando troppo spesso l’azione personale, ma almeno impegnandosi per la squadra; tutti gli altri non sono arrivati alla sufficienza. Questa squadra ha dimostrato di aver bisogno di Andrea Gorani, l’unico che sembra riuscire a tenere unito il gruppo in campo.Chiudendo questa parentesi sul comportamento della squadra e passando alla cronaca della partita, c’è da dire che il Piacenza è andato in vantaggio al 32’ del primo tempo su cross di Cremona dalla destra per Nainggolan che di testa ha schiacciato la palla sulla nuca di Finocchiaro che ha messo fuori gioco Gomis pronto ad intervenire. Raddoppio nella ripresa con Cremona che su punizione dal limite sinistro dell’area di rigore trova in area Bini che di testa schiaccia in rete al 14’ della ripresa. Due minuti dopo viene espulso Predko che allontana dopo un fallo la palla dicendo probabilmente anche qualcosa all’arbitro che estrae direttamente il cartellino rosso per l’esterno sinistro del Torino. Dei granata solo tre occasioni: la prima con Negro al 10’ con il portiere che esce bene basso deviando in angolo, con Niada cinque minuti dopo che però calibra male il pallonetto che finisce fuori di poco e infine con una nuova occasione per Negro che però conclude anche lui lato. Tutto qui in una gara che ha portato solo indicazioni negative.(da “Granatissimo”)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
EDOARDO BRUNETTI
Il ricordo della Primavera dell'anno scorso è ormai sbiadito. La sensazione che si respirava vedendo allenamenti, comportamenti e partite precedenti a quella di Piacenza lo...
Il ricordo della Primavera dell'anno scorso è ormai sbiadito. La sensazione che si respirava vedendo allenamenti, comportamenti e partite precedenti a quella di Piacenza lo aveva fatto supporre, la gara di sabato in Emilia contro i biancorossi piacentini, lo ha confermato. Questa squadra ha potenzialità indubbie, probabilmente maggiori al gruppo che il campionato passato è arrivato fino ai quarti in campionato, ma se continuerà così difficilmente riuscirà solo anche a fare metà del cammino percorso nella passata stagione dalla vecchia Primavera. A Piacenza è andata in scena una partita giocata da una squadra sola, con un gruppo di ragazzi a fare da avversario, più intenti a prendersi di mira fra loro che a cercare di giocare assieme. La figura che ne è uscita fuori è stata pessima. Pigino ne può ben poco di quello che è successo: ha schierato la squadra con un 4-5-1, forse già accortosi di quello che sarebbe potuto succedere, si è sgolato dalla panchina ha provato a cambiare in corsa, ma anche lui si è dovuto arrendere. La fotografia della giornata l’ha fornita proprio il tecnico quando nel secondo tempo, a ripresa già inoltrata è quasi entrato in campo per richiamare dalla parte opposta Schiattarella urlando: “Pasquale, così non va bene, non mi piace”. In sostanza “o giochi per la squadra, o ti sostituisco”, il concetto. In Emilia degli undici giocatori scesi in campo ad inizio gara solo due o tre hanno cercato di giocare per i compagni e non per se stessi. Per il resto si sono visti giocatori che non parlavano fra di loro e che quando lo facevano praticamente si insultavano. Ai bambini nel calcio viene insegnato che quando un compagno sbaglia lo si deve incoraggiare per evitare che si scoraggi e che continui a sbagliare,ma a giudicare da quello che si è visto a questa lezione non hanno partecipato gran parte dei ragazzi che erano in campo.Il risultato è stato che ognuno ha giocato per se, affondando insieme alla squadra e che il Piacenza ha vinto senza alcuna difficoltà la partita per 2-0 praticamente eliminando il Torino da quella Coppa Italia su cui tanto si faceva affidamento per iniziare al meglio la stagione. Alcuni indicano nei colpevoli gli ’89 in campo, altri vedono negli assenti la scusa perfetta, altri ancora accusano compagni di reparto e di annata e altri ancora accusano tutti tranne se stessi. Insomma ce n’è per tutti in questa Primavera. La conferma che qualcosa non va nella squadra è arrivata da più parti: al momento di salire sul pullman ad esempio il “gruppo” si è diviso in molteplici “sottogruppetti”, alcuni sono usciti a testa bassa dagli spogliatoi, mentre altri sembravano aver appena concluso una partitella fra amici. Reazioni diverse alla sconfitta si potrebbe dire, ma nel calcio si dice che a parlare è solo il campo e il terreno di gioco in questo caso ha parlato molto chiaramente. Bastava guardare dalla tribuna i volti di alcuni protagonisti in campo per capire che il bubbone stava per esplodere: facce quasi disinteressate a quello che succedeva intorno, giocatori che solitamente scendono in campo determinati a far bene e a vincere e che normalmente incitano i compagni finendo per restare senza voce, sabato si sono limitati a qualche “forza raga” detto più per dovere che per convinzione. Altri che pur di non passare la palla a qualcun’altro la lanciavano in avanti verso un Lo Bosco sostituito dopo appena trenta minuti del primo tempo con sette fuorigioco fischiati e una sola palla toccata. La vittoria ad Asti è servita a nascondere e a ritardare lo scoppio del bubbone, ma forse ha fatto più male che bene. Dalla trasferta a Piacenza si può salvare solo Maikol Negro, che ha cercato di rendersi pericoloso, forse cercando troppo spesso l’azione personale, ma almeno impegnandosi per la squadra; tutti gli altri non sono arrivati alla sufficienza. Questa squadra ha dimostrato di aver bisogno di Andrea Gorani, l’unico che sembra riuscire a tenere unito il gruppo in campo.Chiudendo questa parentesi sul comportamento della squadra e passando alla cronaca della partita, c’è da dire che il Piacenza è andato in vantaggio al 32’ del primo tempo su cross di Cremona dalla destra per Nainggolan che di testa ha schiacciato la palla sulla nuca di Finocchiaro che ha messo fuori gioco Gomis pronto ad intervenire. Raddoppio nella ripresa con Cremona che su punizione dal limite sinistro dell’area di rigore trova in area Bini che di testa schiaccia in rete al 14’ della ripresa. Due minuti dopo viene espulso Predko che allontana dopo un fallo la palla dicendo probabilmente anche qualcosa all’arbitro che estrae direttamente il cartellino rosso per l’esterno sinistro del Torino. Dei granata solo tre occasioni: la prima con Negro al 10’ con il portiere che esce bene basso deviando in angolo, con Niada cinque minuti dopo che però calibra male il pallonetto che finisce fuori di poco e infine con una nuova occasione per Negro che però conclude anche lui lato. Tutto qui in una gara che ha portato solo indicazioni negative.(da “Granatissimo”)
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