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Torino, una Primavera con quali ambizioni? Il gruppo l’arma in più per l’obiettivo playoff

Primavera / Se un anno fa ai granata bastava il talento, questa stagione Sesia deve puntare sull'identità e sulla solidità della sua squadra

Roberto Ugliono

La sosta di campionato interessa anche il torneo Primavera 1, e l'occasione è buona per stilare un primo piccolo bilancio sulle impressioni destate dal Torino nelle prime quattro partite di campionato, concluse con quattro punti. Inutile girarci tanto intorno, la Primavera targata Sesia è una compagine che sicuramente ha meno talento puro rispetto a quella allenata da Coppitelli un anno fa. Basta pensare a giocatori come Millico, Kone, De Angelis e Ferigra, per capire quanto potenziale avesse quella compagine, che un anno fa partì per arrivare in fondo a tutte le competizioni e ci è andata in effetti molto vicino (vittoria in Supercoppa, semifinale in campionato, finale Coppa Italia). Ad oggi, è difficile aspettarsi che la Primavera granata 2019/2020 possa essere altrettanto competitiva per la vittoria di trofei. Un po' perchè la leva 2001 si è dimostrata meno ricca di talento puro rispetto a quella dei 2000, un po' perchè dal mercato non è arrivato tutto quel che ci si aspettava (si puntavano ancora un portiere e un centrocampista, mentre il rinforzo principale per la difesa, Parpinel dell'Udinese, si è infortunato gravemente). In generale, la missione primaria del gruppo pare più quella di far crescere giocatori in stretto collegamento con la prima squadra piuttosto che quella di vincere titoli. Cosa lecita e, anzi, giusta.

PLAYOFF - Detto questo, il gap tecnico a volte può essere colmato con la compattezza del gruppo. Se, dunque, la scorsa stagione il Torino è rimasto sempre nelle prime posizioni in campionato e non ha sostanzialmente mai rischiato di mancare la qualificazione ai playoff, quest'anno approdarvi (lo ricordiamo, serve un piazzamento tra le prime sei) potrebbe essere senza dubbio più difficile ma può comunque essere un obiettivo perseguibile. Le prime partite hanno dimostrato che questo Torino può sopperire al minor tasso qualitativo generale, perché Sesia e i suoi collaboratori sono stati in grado di creare un gruppo coeso e con una fisionomia già distinguibile. Questo lo si vede in campo. Chi gioca - dall'inizio o subentrando - è ben collocato tatticamente ed è sempre disposto a uno sforzo in più per aiutare i compagni. In questo modo il Torino ha saputo fronteggiare alla pari partite dall'alto tasso di difficoltà come quelle contro Roma e Fiorentina.

PUNTI IN MENO - Il risultato è che la Primavera del Torino quest'anno non sarà una delle grandi favorite per vincere trofei ma può perlomeno rivelarsi un osso duro per tutti. La classifica attuale, inoltre, mente su ciò che si è visto in campo sino a oggi. Infatti, se si contano i mancati (e più che meritati) pareggi con Napoli e Genoa e la partita con la Fiorentina in cui il successo del Torino sarebbe stato più che giustificato, ecco che i punti lasciati per strada ora sono ben 4. Con questi i granata sarebbero al quarto posto, alla pari con il Genoa e dietro alle due vere big del campionato, Inter e Atalanta, oltre alla sorpresa Cagliari. I sardi saranno proprio i prossimi alla ripresa del campionato, nel match che (salvo imprevisti) segnerà l'esordio stagionale al Filadelfia per i giovani granata. Il palcoscenico ideale per confermare ancora una volta la solidità del gruppo.