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Willyan Barbosa: una favola a tinte granata

Willyan Barbosa: una favola a tinte granata

Il centrocampista della Primavera Willyan Da Silva Barbosa, nato ad Altamira (Nord-Est...

Redazione Toro News

Il centrocampista della Primavera Willyan Da Silva Barbosa, nato ad Altamira (Nord-Est del Brasile) il 17 febbraio 1994, di origini italiane, sta per essere convocato nella Nazionale Italiana Under19. Si tratterebbe del primo caso nella storia di un ragazzo che, a livello di settore giovanile, si troverebbe ad aver vestito le maglie delle due nazionali più titolate al mondo.In effetti Willy ha già vestito la casacca delle selezione verde-oro del Brasile fino all’Under 16, ovvero fino al suo trasferimento al Toro avvenuto nel corso del 2010. Gli 007 di Alberigo Evani sono rimasti particolarmente colpiti dalle doti di questo ragazzo e sono prossimi a formalizzare al Toro la sua convocazione nella nostra nazionale Under 19.

FACCIA DA BAMBINO, GRINTA DA VETERANO - Se lo guardi in faccia lo prendi per un ragazzino che frequenta le scuole medie, se lo vedi in campo ti rendi subito conto che è un “ometto” dalla grande personalità e dal temperamento da giocatore “vero”. Ben voluto dai suoi compagni di squadra ma serio e concentrato su tutto, non scherza nemmeno negli allenamenti, dove a volte il paziente Mister Longo lo deve persino riprendere per l’eccesso di agonismo che ci mette nelle partitelle in famiglia. A 13 anni voleva smettere di giocare al Calcio perché il Cruzeiro di Belo Horizonte non lo approvò in uno dei tanti test che le squadre brasiliane giornalmente mettono a disposizione delle migliaia di potenziali giovani talenti che sognano di giocare a calcio; motivo: in 30 minuti aveva fatto 6 gol ma era troppo piccolo di statura….quindi scartato! Lui non desiste e due anni dopo, come giocatore del Bahia, viene convocato in nazionale dove ha collezionato diverse presenze e la stima di tecnici e dirigenti della “seleção”.

PREGI E DIFETTI - Willy è un giocatore ambidestro, ha fiuto per il gol ed unisce un'eccellente tecnica di base ad una buona tenuta fisica. La sua qualità più nitida è quella di puntare l’avversario e non sbagliare quasi mai il primo dribbling, che normalmente è “secco” e lascia sul posto i mal capitati avversari. Il suo peggior difetto, tipico dei brasiliani ma molto migliorato nel tempo grazie ai consigli di Mister Longo,  è a volte quello di voler dribblarne anche un secondo ed un terzo… Come tutti i brasiliani che giocano nella sua posizione sembra esile ma, al contrasto con gli avversari (anche molto più grossi di lui) non cade e resta in piedi senza perdere il pallone. Nasce come mezzala ma già a 14 anni l’allenatore della sua squadra in Brasile lo utilizza come terzino destro per le sue innate qualità di corsa e dribbling unite ad una buona capacità di marcatura e visione di gioco. In Brasile, a differenza della maggior parte delle squadre italiane, i terzini sono “fluidificanti” nel senso che amano andare su e giù per tutta la fascia fino ad esaurimento e lui è un giocatore che, per dare il meglio di se stesso, ha bisogno di avere un po’ di campo davanti. Newton Mota, coordinatore delle nazionali giovanili brasiliane dell’epoca e scopritore di tantissimi talenti quali Nilmar, Luis Fabiano, Maxwell e Daniel Alves lo aveva paragonato a quest’ultimo per caratteristiche tecniche e prospettiva di carriera; ci rimase malissimo quando Willy decise di andare a vivere e giocare in Italia. Con il suo trasferimento in Italia, Willy ha di fatto rinunciato a vestire la maglia della nazionale del suo paese nativo, almeno a livello di settore giovanile (per lui è stato un grande sacrificio). NelToro ha giocato invece sia da mezzala (con Asta) che da esterno alto (con Longo) ed infine da terzino, sebbene sinistro (con Ventura). Certamente non gli manca la versatilità tattica e questo è un pregio importante per un calciatore moderno. Quando arriva in Italia al Torneo di Viareggio del 2010 (da giocatore quindicenne e più giovane della competizione) sono molte le squadre europee che, avendone apprezzato le qualità e sapendo della sua cittadinanza comunitaria, cercano di ingaggiarlo, in primis Dinamo Kiev, Fiorentina, Milan, Genoa e Atalanta. Comi però è il più veloce di tutti a bloccarlo e a mandarlo, alla fine del Torneo, a fare un provino negli Allievi Nazionali di Mister Longo. Quest’ultimo, competente e rapido nelle decisioni, approva in dieci minuti il test del ragazzo e Willy decide di accettare il Toro, anche perché suo papà è tifosissimo dei granata fin da bambino e non ci voleva credere quando venne a sapere che suo figlio avrebbe potuto giocare nella sua squadra del cuore. A nulla sono serviti i tentativi di convincerlo in extremis da parte di club più ricchi e “spregiudicati”, lui voleva il Toro e solo il Toro, la squadra di papà !

FERMO UN ANNO, POI... -  A causa delle lentezze burocratiche della FIGC e della FIFA che dovevano approvare il trasferimento di un “minorenne” da una federazione (CBF) all’altra (FIGC), Willy resta fermo quasi un anno, nonostante il grandissimo lavoro, pieno di abnegazione e professionalità, di Massimiliano Mazzetta, responsabile amministrativo del settore giovanile granata.Per Willy è stato difficilissimo resistere, solo allenandosi e senza poter giocare per un periodo così tanto lungo. Solo la perseveranza e la gestione “paterna” di questo ragazzo da parte di Mister Longo, di Antonio Comi e del responsabile del convitto del Toro, Gian Felice Moschella, riescono a calmare il ragazzo più volte sul punto di desistere e ritornare in patria. In particolare Mister Longo è la persona che più di ogni altra ha creduto in questo talento italo-brasiliano e che merita un grazie da parte di tutti i tifosi del Toro se questo ragazzo rappresenta oggi un patrimonio potenzialmente “enorme” per la società granata.Il suo tesseramento viene definitivamente approvato a fine aprile del 2011, giusto appunto per permettere al ragazzo di partecipare alla fase finale del campionato allievi nazionali, dove si mette subito in mostra per le sue grandi qualità tecniche che aiutano la squadra di Mister Longo quasi a rasentare la vittoria nel campionato di categoria (beffata in semifinale dall’Empoli dopo una partita sfortunata e per lunghi tratti dominata dal Toro). L’anno scorso non ha giocato moltissimo, sia perché Mister Asta aveva scelto di far giocare in prevalenza i più esperti ragazzi del‘93, sia perché bersagliato da alcuni infortuni che lo hanno fermato per diverso tempo. Ciò nondimeno tutte le volte che è entrato in campo ha quasi sempre fatto la differenza tanto da meritarsi la convocazione in precampionato con la Prima Squadra di Mister Ventura che, in varie interviste pubbliche, ha elogiato questo giovane ragazzo dal futuro assicurato. Oggi un po’ a causa del considerevole numero di giocatori che si allenano quotidianamente con Mister Ventura ed un po’ a causa di una fastidiosa tendinite che lo ha tenuto fermo per più di 40 giorni, si è tornato ad allenare in pianta stabile con Mister Longo e, ormai da fine agosto, non è mai più tornato ad allenarsi con la Prima Squadra, nonostante il Direttore Sportivo Petrachi straveda per questo ragazzo. Siamo certi che nemmeno Mister Ventura si sia dimenticato di lui ed il migliore augurio che possiamo fare a Willy, in previsione dell’imminente convocazione nella nazionale azzurra, è che un giorno possa partecipare ad una finale Italia-Brasile, magari nella nostra nazionale maggiore ma sempre con il nostro “marchio di fabbrica" granata stampato sul cartellino, con il rischio di incorrere nell’errore di cantare entrambi gli inni nazionali!

Pietro Ghirardell  

(Foto Campo)