di Paolo Morelli
interviste
Agroppi: ”Camolese non ha colpe”
di Paolo Morelli
Al termine del campionato, qualunque sia l'esito, è giusto tirare le somme per capire gli errori e le cause degli errori. Ma Aldo Agroppi non vuole guardare al passato,...
Al termine del campionato, qualunque sia l'esito, è giusto tirare le somme per capire gli errori e le cause degli errori. Ma Aldo Agroppi non vuole guardare al passato, preferisce pensare al futuro, tenendo bene a mente gli sbagli per evitare di ripeterli. Com'è che si dice? Ah, sì: «Errare è umano, perseverare è diabolico». E il Toro ha già perseverato abbastanza.Agroppi, il Toro è retrocesso, di chi è la colpa?«Gli errori ci sono stati, ma io credo che abbiano sbagliato un po' tutti. Tuttavia è inutile parlare del passato, ora si deve guardare al futuro con serenità. Credo però che Camolese non abbia colpe, lui ha fatto quello che poteva, e nella sua situazione non è che potesse fare chissà cosa. Non so se Cairo abbia intenzione di confermarlo, ma non ho l'impressione che non lo voglia fare. Certo, Camolese potrebbe anche andar bene, se restasse».Chi sarebbe l'allenatore ideale per guidare la squadra?«Di allenatori bravi ce ne sono tanti, ma credo sia più importante costruire una società forte, dopodiché si potrà pensare all'allenatore e quindi alla squadra. Anche quest'anno ci sono stati allenatori bravi e poi abbiamo visto come è andata a finire».A proposito della società, in questi giorni si parla di una cordata di imprenditori che vorrebbe rilevare il Torino coinvolgendo personaggi della tradizione granata. Si parla anche di azionariato popolare. Cosa ne pensa?«Il presidente non ha mai fatto ricorso ad ex granata nonostante più e più volte sia stato chiesto a gran voce. L'azionariato popolare è un'idea che non mi piace, tutti poi si sentirebbero in parte padroni del Torino per il fatto di possedere una o più azioni della società. Le altre cordate hanno senso se poi alla fine Cairo cede, altrimenti restano dove sono. Affiancare Cairo in società? Non penso che sarebbe possibile. Il presidente non vuole farsi affiancare da nessuno».Lasciando da parte il discorso societario, qui si rischia di veder smembrare ancora la squadra.«Ma non è mica facile cedere tutti questi giocatori con gli ingaggi che hanno, sarà un compito molto difficile sfoltire la rosa. Hanno tutti ingaggi da serie A, quindi in serie B non te li acquistano. Le squadre della massima serie poi difficilmente prenderanno giocatori da una squadra retrocessa. Se si sono fatti retrocedere evidentemente avevano qualcosa che non andava».Acquisti e cessioni però potranno definire finalmente un progetto.«Al presidente si chiede soltanto una struttura societaria valida con un programma valido. Si deve dare una regolata, senza cambiare allenatori su allenatori o direttori sportivi in continuazione. Bisogna sedersi a tavolino e stilare un progetto. Foschi è un uomo navigato, se Cairo ha fiducia in lui devono decidere insieme che allenatore prendere, e poi partire subito».
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Al termine del campionato, qualunque sia l'esito, è giusto tirare le somme per capire gli errori e le cause degli errori. Ma Aldo Agroppi non vuole guardare al passato,...
Al termine del campionato, qualunque sia l'esito, è giusto tirare le somme per capire gli errori e le cause degli errori. Ma Aldo Agroppi non vuole guardare al passato, preferisce pensare al futuro, tenendo bene a mente gli sbagli per evitare di ripeterli. Com'è che si dice? Ah, sì: «Errare è umano, perseverare è diabolico». E il Toro ha già perseverato abbastanza.Agroppi, il Toro è retrocesso, di chi è la colpa?«Gli errori ci sono stati, ma io credo che abbiano sbagliato un po' tutti. Tuttavia è inutile parlare del passato, ora si deve guardare al futuro con serenità. Credo però che Camolese non abbia colpe, lui ha fatto quello che poteva, e nella sua situazione non è che potesse fare chissà cosa. Non so se Cairo abbia intenzione di confermarlo, ma non ho l'impressione che non lo voglia fare. Certo, Camolese potrebbe anche andar bene, se restasse».Chi sarebbe l'allenatore ideale per guidare la squadra?«Di allenatori bravi ce ne sono tanti, ma credo sia più importante costruire una società forte, dopodiché si potrà pensare all'allenatore e quindi alla squadra. Anche quest'anno ci sono stati allenatori bravi e poi abbiamo visto come è andata a finire».A proposito della società, in questi giorni si parla di una cordata di imprenditori che vorrebbe rilevare il Torino coinvolgendo personaggi della tradizione granata. Si parla anche di azionariato popolare. Cosa ne pensa?«Il presidente non ha mai fatto ricorso ad ex granata nonostante più e più volte sia stato chiesto a gran voce. L'azionariato popolare è un'idea che non mi piace, tutti poi si sentirebbero in parte padroni del Torino per il fatto di possedere una o più azioni della società. Le altre cordate hanno senso se poi alla fine Cairo cede, altrimenti restano dove sono. Affiancare Cairo in società? Non penso che sarebbe possibile. Il presidente non vuole farsi affiancare da nessuno».Lasciando da parte il discorso societario, qui si rischia di veder smembrare ancora la squadra.«Ma non è mica facile cedere tutti questi giocatori con gli ingaggi che hanno, sarà un compito molto difficile sfoltire la rosa. Hanno tutti ingaggi da serie A, quindi in serie B non te li acquistano. Le squadre della massima serie poi difficilmente prenderanno giocatori da una squadra retrocessa. Se si sono fatti retrocedere evidentemente avevano qualcosa che non andava».Acquisti e cessioni però potranno definire finalmente un progetto.«Al presidente si chiede soltanto una struttura societaria valida con un programma valido. Si deve dare una regolata, senza cambiare allenatori su allenatori o direttori sportivi in continuazione. Bisogna sedersi a tavolino e stilare un progetto. Foschi è un uomo navigato, se Cairo ha fiducia in lui devono decidere insieme che allenatore prendere, e poi partire subito».
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