Aldo Grasso, critico televisivo del Corriere della Sera e Professore Universitario, è uno dei 40 candidati al premio “Granata dell’anno”, ma vede in Gramellini l’unico possibile vincitore e difende Zaccheroni a spada tratta.
interviste
Aldo Grasso: ‘Il Granata Doc a Gramellini’
Aldo Grasso, critico televisivo del Corriere della Sera e Professore Universitario, è uno dei 40 candidati al premio “Granata dell’anno”, ma vede in Gramellini l’unico possibile vincitore e difende Zaccheroni a...
"Grasso, che effetto le fa la possibilità di vincere il premio “Granata doc” ?
"E’ un onore, ma il premio tocca a Gramellini e basta, perché parla del Toro con molta passione e competenza ed è l’interprete migliore della tradizione granata, una sorta di cantore del Torino che non perde la speranza. E’ come il John Ford che descriveva i sudisti nella guerra civile americana e teneva per loro.
"Dopo la vittoria sul Mantova ci disse che il Toro era un capolavoro come “Ombre Rosse”, oggi ?
"Purtroppo è un film di serie B in questo momento. Ha smarrito completamente identità, è imbarazzante e non si capisce perché. Persino Cairo che ha avuto sempre una parola di incoraggiamento per tutti non sa cosa dire.
"Come ci siamo arrivati ?
"Totalmente sbagliata la campagna acquisti: i giocatori non si sono rivelati all’altezza. E poi diciamolo se Fiore sta fermo quasi un anno a Valencia e te lo danno, forse ti stanno fregando.
"Il mister è da Toro ?
"Speravo molto in Zaccheroni perché è una persona seria e competente e se mi avessero chiesto a giugno chi preferivo fra lui e De Biasi avrei detto mille volte Zaccheroni.
"Si dice che se va male con la Samp rischia l’esonero…
"Cambiare sarebbe un errore, il problema è trovare una quadratura, di dare un minimo di razionalità alla squadra, ma cosa succede se si cambia ? I giocatori sono quelli, da Pancaro, Fiore e Di Loreto un allenatore non è che possa fare i miracoli.
"Sbagliato il cambio a pochi giorni dal via allora ?
"De Biasi bisognava avere il coraggio di cambiarlo dopo Mantova. Zaccheroni è mille volte meglio. Con l’Udinese ha tirato fuori il meglio da giocatori non eccelsi. Con De Biasi o lo si mandava via subito o lo si teneva per un anno.
"A Palermo è mancata soprattutto la grinta…
"Che è la cosa che in tanti anni ci ha salvato e l’anno scorso nella partita della vita era venuta fuori: era veramente la grande leggenda granata in campo: una squadra non fortissima e con un gioco non eccelso ma con i giocatori che davano l’anima. Quest’anno la squadra è intimorita.
"E la fortuna continua a farsi beffa di noi…
"Dice bene Rosina: se non sei mai nell’area avversaria difficilmente ti può aiutare. Umanamente tutto è stato fatto, Cairo ha fatto tutto quello che poteva. L’errore grosso è la campagna acquisti.
"E lo spogliatoio lo dimostra...
"Forse allo stato attuale ci sono giocatori che pensano più alla carriera che alla maglia.
"Il 3 dicembre spegniamo 100 candeline, cosa vuole dire per lei un secolo di Toro ?
"Una fetta della mia vita, nel 1906 è nato mio padre che mi ha trasmesso la passione per il Torino. E’ una doppia commozione. Il Torino rappresenta un patrimonio per il mondo del calcio che nessun’altra squadra ha. Il grande Torino è la prima squadra che è entrata nella leggenda del calcio mondiale e poi l’abbiamo alimentata. Superga vuol dire Ferrini, Meroni, ma anche Torino-Mantova lo scorso anno. E poi…il granata mi emoziona ancora.
"Qual è la sua formazione ideale di questi primi 100 anni ?
"E’ quella a cui sono più legato quella dei Vieri, Poletti, Buzzato, Rosato, Moschino, Ferrini, Crippa è quella la formazione a cui sono più affezionato.
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