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”Aspetto la chiamata giusta”

di Davide Agazzi -Tanta voglia di tornare ad allenare. Questi i propositi di Alberto Cavasin, reduce dalla non brillantissima esperienza elvetica con il Bellinzona. L'ex allenatore di Messina, Fiorentina, Lecce e Brescia non...

Redazione Toro News

di Davide Agazzi -Tanta voglia di tornare ad allenare. Questi i propositi di Alberto Cavasin, reduce dalla non brillantissima esperienza elvetica con il Bellinzona. L'ex allenatore di Messina, Fiorentina, Lecce e Brescia non vede l'ora di tornare a sedersi su qualche panchina, bisognosa di un cambio per salvare la stagione. Lui, che finora ha rifiutato alcune proposte dalla Serie B e dall'estero, aspetta la chiamata giusta. Lo abbiamo intervistato, in esclusiva, per sapere cosa pensa della stagione granata, del campionato di B e quali sono i suoi intenti per il prossimo futuro.

Salve mister, dopo aver allenato il Bellinzona, di cosa si occupa al momento?Aspetto la chiamata giusta per tornare a lavorare. Ora come ora, partecipo marginalmente alla vita calcistica, vado allo stadio, seguo i campionati, faccio qualche intervista.

Ci racconti qualcosa della sua esperienza in Svizzera. Quali sono le differenze con il nostro campionato?E' un campionato tecnicamente valido, ma non c'è il movimento mediatico presente in Italia. E' una bella competizione, abbastanza seguita, specialmente quando le squadre giocano nelle coppe europee. Gli stadi sono all'avanguardia e le società hanno dei bilanci in regola.

Al Bellinzona ha avuto l'occasione di allenare Aimo Diana, che, a Torino, ha avuto diverse difficoltà.Diana è un professionista serio. Ho potuto lavorare con lui per un po' di tempo e non ho avuto nessun tipo di problema. Quando è arrivato al Bellinzona aveva dei problemi fisici, ma ha recuperato in poco tempo. Si è ambientato bene e la società è stata contenta di lui, motivo per cui è appena ritornato in Svizzera.

L'anno scorso, Brescia e Torino si contendevano i play-off. Ora, i lombardi lottano per la salvezza ed il Toro, nuovamente, per la promozione.Il Brescia, l'anno scorso, ha fatto molto bene ed ora si sta giocando le proprie carte nella massima serie. Il Toro purtroppo no. Il Torino, per l'organico che ha, dovrebbe essere molto più in alto, a lottare per la promozione diretta. Ed invece rischia di non qualificarsi nemmeno per i play-off.

Quale sarà il cammino dei granata in questo girone di ritorno?Io penso che il campionato di Serie B cominci a febbraio. La squadra di Lerda si è molto rafforzata a gennaio. Era già forte prima ed ora ha preso gli uomini per dare più equilibrio. Non so che campionato potrà fare il Toro, sicuramente dovrebbe trovare una serie importante di risultati utili.

Da osservore esterno, crede che esista un progetto Toro?Io penso che la società abbia sempre agito in vista di un progetto. E' chiaro che poi i progetti si scontrano con i risultati e con la quotidianità. L'attuale direttore del Torino si è mosso bene, cercando sempre acquisti mirati. La squadra, sulla carta, è veramente competitiva. Manca il salto finale, trovare la giusta quadratura.

Infine, lei ha ricevuto qualche offerta ultimamente? Se è vero che Lerda rischia il posto, le potrebbe interessare la panchina granata?Si, ho ricevuto qualche proposta, dalla Serie B e due offerte dall'estero, ma, per il momento, ho rifiutato. Ho intavolato alcune trattative, ma non c'è nulla di concreto. Io sono a disposizione. Per quanto riguarda il Toro, è ovvio che farebbe piacere allenare in una piazza così importante. Ci sono tante responsabilità, ma uno lo mette in conto. Tuttavia, spero che il Toro centri la promozione con il suo attuale allenatore, al quale auguro un buon proseguimento di campionato.