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Bariselli (Teletutto): “Brescia scosso per Corini. E il Toro lotterà per Mazzarri”

Intervista / La giornalista della squadra avversaria presenta Brescia-Torino di sabato alle 15 al “Rigamonti”

Andrea Calderoni

Brescia-Torino si avvicina. Sabato alle 15 il fischio d’inizio di un match fondamentale per la stagione dei granata. Non vincere al “Rigamonti” rimetterebbe in discussione tutto e tutti dopo la buona prestazione nel derby contro la Juventus. In vista dell’appuntamento in terra lombarda, Toro News ha intervistato Erika Bariselli (Giornale di Brescia e Teletutto), cronista che conosce come pochi l’ambiente delle Rondinelle.

Buongiorno Erika, la piazza di Brescia come ha vissuto l’avvicendamento in panchina tra Eugenio Corini e Fabio Grosso?

“L’ambiente è sotto shock, ma non è stato un fulmine a ciel sereno, perché Cellino covava qualche malumore già da quest’estate. Il malessere di fondo è rimasto latente sullo sfondo per qualche settimana, poi è emerso in maniera evidente dopo la sconfitta interna contro il Bologna per 4 a 3, quando il Brescia era avanti di due gol. Da quel momento qualcosa è cambiato, Corini si è sentito sotto pressione e ha commesso qualche errore. L’epilogo di Verona ha reso l’esonero necessario, perché ogni domenica l’allenatore si trovava a vivere un match da dentro o fuori”.

Quindi non è stata la classifica a dettare l’esonero?

“No, assolutamente. La classifica è brutta, ma non è disastrosa. Il Brescia ha una partita da recuperare e ha probabilmente conquistato i punti che ci si poteva aspettare alla vigilia della stagione. Nemmeno il punto nelle ultime sei giornate ha inciso più di tanto. Corini, infatti, ha iniziato l’annata con una spada di Damocle sulla testa e anche egli stesso la percepiva, tanto che ha perso progressivamente lucidità. L’involuzione è stata evidente, ma l’ambiente Brescia è comunque scosso. I tifosi si sentono vedovi di Corini”.

E la chiamata di Grosso convince il mondo Brescia?

“Non troppo. Allenatore con poca esperienza, tra l’altro in Serie B. Il campione del mondo del 2006 è un punto di domanda, quindi i tifosi non sono molto contenti della scelta per il post-Corini. La decisione di Cellino di puntare su Grosso, però, lo identifica nel migliore dei modi. Anche al Cagliari ha tentato vari azzardi in passato. Il presidente sembra voler formare ed inventare tecnici”.

Fatte tali premesse più puramente psicologiche, come cambierà il Brescia dal punto di vista tecnico-tattico?

“Non credo che vedremo degli stravolgimenti. Il gruppo è grosso modo quello che ha ottenuto la promozione l’anno passato. Ci saranno solamente degli accorgimenti. Ad esempio, Grosso lavorerà sicuramente per far fare a Balotelli il vero Balotelli. Anche questo, infatti, è stato un nodo non risolto della gestione Corini. L’attaccante è rimasto al centro di un complicato equivoco tattico. Adesso, penso che verrà messo maggiormente al centro del progetto”.

Come giudica il rendimento di Balotelli in questi primi mesi della stagione?

“Non abbiamo ancora visto il vero Mario Balotelli, che a mio giudizio resta il più forte attaccante italiano, senza nulla togliere a Ciro Immobile e ad Andrea Belotti. Se lo vorrà, Balotelli potrà scalare le gerarchie nella Nazionale azzurra. Deve, però, crescere psicologicamente e fisicamente. La convocazione per Euro 2020 dipende soltanto da lui”.

Parlando più nello specifico della gara di sabato, anche Walter Mazzarri e il Torino affronteranno un crocevia fondamentale della loro stagione. Si aspettava i granata così in difficoltà?

“Francamente no, ma il Toro, come tante altre squadre, sta pagando a caro prezzo lo scotto dei preliminari di Europa League. La preparazione anticipata sta facendo rendere meno in questa fase della stagione i ragazzi di Mazzarri”.

E sabato alle 15 a Brescia che Toro si attende?

“In città arriverà un Torino che farà valere il proprio tasso tecnico e la propria organizzazione. Secondo me, i granata non hanno voglia di una rivoluzione, quindi lotteranno per vincere e per rinsaldare la panchina di Mazzarri”.

Tra l’altro Brescia-Torino non è mai una partita banale, soprattutto dopo la finale play-off in Serie B della stagione 2009/2010.

“Il Torino rievoca nei tifosi del Brescia sicuramente quel dolce ricordo. Furono due partite incredibili, ricche di colpi di scena e di veleni. Al ritorno il Brescia sfornò una prestazione degna da città conosciuta nel mondo come la Leonessa d’Italia. Momenti straordinari nel passato recente della società lombarda”.