interviste

”Bellissimo giocare quella finale”

La gara che tutti vorrebbero giocare, una finale di play-off che vale la serie A. Jacopo “Iaio” Balestri l’11 giugno di quattro anni fa indossava la maglia granata, e fu uno degli artefici di quella emozionante...

Redazione Toro News

La gara che tutti vorrebbero giocare, una finale di play-off che vale la serie A. Jacopo “Iaio” Balestri l’11 giugno di quattro anni fa indossava la maglia granata, e fu uno degli artefici di quella emozionante promozione.C’è però una particolarità che contraddistingue la carriera del difensore pisano: Balestri, da gennaio alla Salernitana, è un doppio ex. Un anno dopo quella magica serata passò infatti proprio al Mantova: il sodalizio tra lui e la società lombarda è durato fino allo scorso gennaio.Cosa ha significato per te giocare quella finale?"È stato bellissimo. Giocare davanti a 70.000 persone che ti incitano è qualcosa di irripetibile. I tifosi del Toro riescono davvero ad essere il dodicesimo uomo in campo”.Qual è il ricordo più bello che hai di quella sera?“Il fischio finale di Farina, le urla, sensazioni indescrivibili”Com’era l’atmosfera in città alla vigilia?“Dopo la finale d’andata la tensione era alta. Avevamo perso, e questo aveva fatto un po’ abbassare le nostre credenziali. La gente, però, è stata fantastica. I tifosi del Toro si sono stretti intorno alla squadra. Ricordo le 2000 persone presenti all’ultimo allenamento, un affetto che poche squadre ricevono dai propri tifosi”.Quando sei passato al Mantova, come sei stato accolto dai tifosi della tua nuova squadra? E dai compagni?“Non è stato facile per loro, ma penso sia normale. Sono un professionista, avrei affrontato la gara con lo stesso vigore anche se avessi avuto addosso la maglia del Mantova. Tra l’altro tanti dei compagni che ho trovato lì avevano giocato quella finale. Certo, ci sono stati sfottò, ma tutto è rimasto nell’ambito dello scherzo”.C’è tanto astio tra le due tifoserie, cosa ne pensi?“Non voglio entrare nella questione, posso solo dire che per entrambe quella finale era importantissima. Il Mantova è una società meno blasonata del Torino, e ovviamente i tifosi sapevano che quella occasione sarebbe stata quasi irripetibile, almeno nell’immediato”.