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Berruto ‘De Biasi un leader vero’

Mauro Berruto torna a parlarci di Toro, in mezzo alla sua pallavolo, proprio per scaldare i motori gli chiediamo novità sulla sua carriera.
In estate l’abbiamo trovato in Finlandia e adesso? 'In questa...

Redazione Toro News

Mauro Berruto torna a parlarci di Toro, in mezzo alla sua pallavolo, proprio per scaldare i motori gli chiediamo novità sulla sua carriera.In estate l’abbiamo trovato in Finlandia e adesso? 'In questa stagione allenerò a Padova, in una società che ha avuto le stesse vicissitudini estive del Toro. Via dieci giocatori per motivi economici e ripartenza praticamente da zero. Abbiamo una squadra con cinque esordienti su sette in A1, e l'età media nettamente più giovane del campionato. Una grande scommessa. Poi a maggio tornerò in Finlandia (tra l'altro a Padova ho portato proprio tre giovani finlandesi) dove avremo una bella sorpresa. Parteciperemo alla World League: la più importante manifestazione mondiale della prossima stagione e nel nostro girone, oltre ad Argentina e Portogallo, troveremo i campioni olimpici del Brasile'.

Veniamo al Toro, cos'hai provato quando hai saputo che Cairo finalmente ce l’aveva fatta? 'Che la caduta libera incominciata il giorno dopo lo spareggio con il Perugia era finita. E che si incominciava a risalire. Sensazione confermata alla notizia di De Biasi sulla nostra panchina'.

Hai mai conosciuto Cairo di persona? 'No, ma conosco delle persone che hanno lavorato con Urbano, le quali mi hanno assicurato che con lui gli obiettivi si raggiungono. Sempre'.

Non poteva però farsi vivo prima? 'Credo che sia innegabile pensare che il calcio sia ormai un business nel quale occorre fare grande attenzione agli investimenti. Bisogna valutare bene il quanto e il quando. Per cui, l'unica cosa fondamentale é che sia arrivato'.

Da mister a mister, un giudizio su De Biasi? 'Mi sono sbilanciato prima. Una scelta perfetta. Un professionista serio con un grande cuore e altrettanta passione. Un leader vero. E i risultati, da subito, in condizioni di grande difficoltà gli hanno dato ragione'.

La squadra sta funzionando bene in questo momento, pensi che siano necessari dei ritocchi a gennaio? 'Il gruppo mi sembra molto solido, più che a ritocchi penserei a dare massima fiducia a questa rosa. L'esempio di Doudou é significativo'.

Che consigli daresti a Cairo in caso di momenti sfavorevoli con qualche critica annessa? 'Che una leadership si esercita proprio nei momenti difficili in cui non si piega la schiena ad ogni soffio di vento. Quando c'é crisi la tendenza (tentatrice) é di pensare individualmente, mentre é fondamentale continuare a ragionare come collettivo. I momenti di difficoltà fanno parte dello sport, ma le squadre forti sono costruite proprio per essere solide nei momenti bui. Un conto é essere in crisi, un conto é crollare'.

Tornando indietro di qualche mese, come hai vissuto quest’estate terribile? 'Da lontano e molto male. Cercavo un aggiornamento quotidiano via internet, per cui Toronews.net era la mia finestra sul Toro. Pensa che dopo la mia precedente intervista mi scrissero decine di fratelli granata, uno dei quali portò per me la fiaccola a Superga. Cose che succedono solo da noi. Rientrato in Italia ho poi vissuto in diretta quello che ritengo il momento davvero più umiliane della storia granata. Il sequestro che Giovannone ha messo in atto, permettendosi di trattare il Toro come un ostaggio. Nessuna parola per descrivere quello che é successo. Solo disgusto. Quello é stato davvero il momento più basso dei nostri 99 anni, perfino peggio del fallimento'.

Un tuo commento sul passaggio di Balzaretti alla Juve? 'Guarda, dico solo che capisco perfettamente tutti e due i punti di vista: il suo e quello dei tifosi. Ma io sono un tifoso!'.