"Torinese e profondamente tifoso granata, Mauro Berruto è famoso soprattutto per quello che ha fatto da allenatore di pallavolo. Il suo palmarès è ricco di trofei, su tutti quello indimenticabile è il bronzo alle Olimpiadi del 2012 a Londra da ct della Nazionale italiana. Da tifoso del Toro e grande uomo di sport, abbiamo contattato coach Berruto per analizzare la situazione attuale in casa Torino con l'addio ufficiale di Giampaolo e l'attesa dell'arrivo di Davide Nicola, che oggi era già presente al Filadelfia per assistere all'allenamento della squadra.
gazzanet
Berruto: “Giampaolo si è snaturato. Nicola è l’uomo giusto per questa situazione”
Esclusiva TN / L'ex ct della nazionale italiana di pallavolo e tifoso del Toro fa il punto sulla situazione dopo l'avvicendamento in panchina
"Giampaolo ha finito la sua esperienza granata lasciando il Torino al terzultimo posto. Errore dell’allenatore o della società?
""Io non penso di essere particolarmente duro o di stupire nessuno se dico che questa esperienza è stata fallimentare. Potevano esserci le migliori intenzioni, sia da parte della società sia da parte dell’allenatore, che ci tengo a sottolineare stimo tantissimo. Non sono scattati quei meccanismi per permettere a Giampaolo di realizzare l’idea che ha. Quando una società sceglie un allenatore sta sposando la sua filosofia. Non saprei definire chi sia più responsabile e la cosa mi interessa anche relativamente. Da un lato la società sembra non aver sposato appieno la filosofia dell’allenatore, non gli ha dato tutti i mezzi per sbagliare con le sue idee. Dall’altra parte non c’è stata la forza di applicare anche un minimo le sue idee. Trovo lodevole l’idea di provare a trovare dei compromessi ma un esperimento del genere, anche per esperienza personale, spesso fallisce. Quando si rinnega se stessi e ci si snatura la possibilità di fare male è altissima. Insomma, come detto non riesco a trovare uno più responsabile dell’altro. La sensazione è di incompletezza. Tutto ha portato a pochi punti in classifica e a una situazione bruttina. Noi del Toro di situazioni difficili ne abbiamo vissute tante, ma quella di oggi…".
"Facendo un parallelismo con la pallavolo. Se a lei avessero dato una squadra scarsa nella ricezione e con un alzatore adattato avrebbe difficoltà. Così come Giampaolo non ha avuto un regista e un trequartista.
""Forse non c’è proprio l’alzatore. Si è provato ad adattare un centrale a fare l’alzatore. Allenare in queste condizioni è molto difficile. Ci sono situazioni in cui non si deve inventare per sperare di uscirne. È chiaro a tutti che a una squadra di pallavolo serva un alzatore. Al di là della filosofia di Giampaolo, ci siamo illusi dell’arrivo di Torreira per mesi e alla fine quella figura lì è terribilmente mancata. Nessun modulo può prescindere dal costruttore del gioco".
"Il materiale umano è fondamentale. Quanto può essere difficile entrare nella testa di sportivi che forse non riescono a seguire i tuoi pensieri? Il Toro ha giocatori bravi nell’interdizione e non nella costruzione.
""Premetto che a nessuno piace perdere e per questo non penso che qualcuno abbia provato a sabotare il tutto. Io comunque credo che questa squadra sia ancora quella di un’altra filosofia. Il processo di costruzione di questa squadra risale ai tempi di Mazzarri. Questa è una squadra costruita per fare della fisicità il punto di forza. Poi anche Mazzarri si è perso, mentre Longo è stato bravo in una situazione già complicata di suo e resa ancora più difficile dal Covid a salvare la squadra. Il punto di switch è stato la partita con il Wolverhampton. Da quel momento è iniziato quello che gli alpinisti chiamerebbero la ‘morte bianca’. Al di là di questo, la squadra era stata costruita per Mazzarri. Adesso il tema è ancora più importante. Non c’è in ballo solo la salvezza. Qui si tratta di ricostruire un’identità che si è smarrita negli ultimi 15 mesi".
"Siamo a gennaio inoltrato, non è arrivato nessun acquisto. Alcune lacune erano palesi da quando era finita l’altra finestra di mercato. Una situazione del genere può far sentire all’allenatore una fiducia calante da parte della società? Sempre tenendo conto delle difficoltà nel fare mercato per lo stato attuale delle cose.
""Direi che sarebbe più facile se fosse almeno chiaro. Se la società dicesse apertamente che sul mercato non può intervenire per svariate motivazioni. A me è il 'non detto' che fa sempre paura. Io credo che questa sia stata la grande incomprensione. Giampaolo stesso è sempre stato molto soft su questo argomento e così anche Vagnati. La cosa più utile è sempre la chiarezza. Se fosse stato detto apertamente che Giampaolo avrebbe dovuto lavorare con questo materiale, almeno sarebbe stata più chiara la situazione. Invece così il primo a rimanere scontento è l’allenatore e quando lo è i suoi giocatori lo percepiscono subito, esattamente come un bambino capisce se la sua maestra ha preparato la lezione oppure no".
"Ora Nicola, lei cosa si aspetta e che problemi dovrà affrontare principalmente?
""Diciamo che Nicola si è già trovato almeno altre due volte in situazioni del genere ed è sempre riuscito a ottenere l’obiettivo e a ricostruire il legame con la tifoseria. Poi sappiamo tutti che lui è un uomo che non si spaventa davanti a imprese del genere. In questo momento servono persone così. Serve un elettroshock emotivo. Io ho ancora negli occhi quella incornata al Delle Alpi. Abbiamo bisogno di queste cose qua. Quella carica lì".
"Sabato contro lo Spezia dopo la superiorità numerica il Torino non ha avuto la scintilla. Non è forse che senza i tifosi questa squadra non sappia far scattare la scintilla?
""Il mio ragionamento è questo. Al momento tutte le squadre devono giocare senza il pubblico. Non ci si deve chiedersi se fa bene o se fa male. Chiaro che i tifosi danno magari forza alle energie nervose, ma in questo momento serve uscire da questo pensiero. Ci si deve immergere nel qui e nell’ora. Al momento le regole sono queste e a scanso di miracoli si giocherà così fino alla fine del campionato. Tanto non c’è margine di poter cambiare questo aspetto qui. Serve interpretare questa situazione, che ripeto, è uguale per tutti. Alla fine ci sarà una classifica finale, questo è quello che conta. Io faccio un solo ragionamento: la prima in classifica vincerà il campionato e le ultime tre retrocederanno in Serie B".
"La salvezza matematicamente non è impossibile da raggiungere, ma la testa può giocare brutti scherzi.
""Dico una banalità. Serve far capire che pensare ai punti deboli non è utile. In questa squadra ci sono degli enormi punti di forza e un terzo che sta facendo innamorare tutti e parlo di Singo. Io dico che ci sono due cose basiche per ottenere dei risultati: un portiere e un attaccante che fa gol. Vero che Sirigu ha avuto un momento di calo e che Belotti nelle ultime partite ha avuto problemi a livello psicofisico perché ha cantato messa da solo per mesi. Ma quante squadre hanno un portiere e un attaccante così? Io da allenatore posso dire che ora il Toro deve rilucidare i punti di forza. In momenti di difficoltà ci si dimentica di avere dei punti di forza del genere e la fortuna del Toro è che non ha solo Sirigu e Belotti. Ma intanto Sirigu e Belotti ce li abbiamo noi e io direi che è una grande fortuna averli".
© RIPRODUZIONE RISERVATA