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Brevi, 38 anni tra pochi giorni

Brevi, è ora di tornare a vincere in trasferta.

“Effettivamente è da un po’ di tempo che non ci succede. Dobbiamo ricominciare a fare risultato pieno anche lontani da...

Redazione Toro News

Brevi, è ora di tornare a vincere in trasferta.

“Effettivamente è da un po’ di tempo che non ci succede. Dobbiamo ricominciare a fare risultato pieno anche lontani da Torino”.

Anche perché dietro le inseguitrici incalzano.

“Sì, soprattutto il Catania si è fatto sotto. Basta un filotto di vittorie consecutive per approdare in zona promozione”.

Mantova, Catania, Atalanta e Brescia le avversarie più temibili o c’è dell’altro?

“A parte il Mantova, tutte le altre stanno rispettando le attese. Visto che partivano già attrezzate per fare un campionato di vertice. Noi invece siamo la sorpresa, visto che siamo partiti nettamente in ritardo”.

Ultimamente il Toro sta incassando qualche golletto di troppo.

“Ma l’importante è vincere. E’ vero prendiamo qualche rete in più rispetto a prima, ma forse vi avevamo abituati un po’ troppo bene”.

Certo è che i finali di partita sono sempre un po’ al cardiopalma in questo modo.

“Sì, effettivamente è così. Gli ultimi 10-12 minuti di gara c’è sempre un po’ da soffrire. Ma la sofferenza forgia il carattere”.

Davanti però non si segna moltissimo.

“Ma alla fine dei conti, se andiamo a vedere la classifica, i punti fatti sono poi quelli che ci spettano. Adesso poi più gare passano e più diventano difficili con il proseguo del campionato. Chi sbaglierà meno ne trarrà benefici”.

Un messaggio per chi arriverà in sede di mercato a gennaio?

“Beh, la squadra sta facendo bene. Chiaro che se arriva qualcuno a dare una mano, saremo tutti contenti. Purchè si cali bene nella tranquilla realtà del nostro spogliatoio. Purchè riesca a integrarsi nel modo giusto”.

Le avversarie stanno già pensando a rinforzarsi.

“Ma con una società come la nostra siamo tranquilli. Fino adesso ha lavorato in maniera perfetta. Anche il mister è un attento conoscitore del nostro calcio. Saprà dare le giuste imbeccate. Qualcosa ci manca è vero, ma solo numericamente”.

Conosce Ricchiuti?

“Di fama. So che tipo di calciatore è. A metà tra un trequartista e una seconda punta. Molto bravo a saltare l’uomo”.

Il classico calciatore che può dare fastidio.

“Ma fino a questo momento quasi nessuno ci ha messo in grave difficoltà. Ce la siamo sempre cavata bene contro qualsiasi tipo di avversario”.

Volendo fare un’ipotesi, quando è che questa squadra potrebbe avere qualche difficoltà in più. Toccando ferro, ma è quasi fisiologico avere un calo nell’arco di una stagione.

“Ma indubbiamente tutti fanno più fatica nel girone di ritorno. Anche perché tenere questi ritmi è quasi impossibile. Il Mantova e a 40 punti e non abbiamo ancora girato la boa. Significherebbe fare un campionato da record”.

Lunedì De Biasi ha parlato finalmente di ruoli in cui siete carenti a livello numerico.

“Per me siamo a posto così. Anche se ripeto che numericamente siamo pochini. Come Stellone e Muzzi non c’è nessuno in questa categoria. Ma è anche vero che dietro di loro ci sono giovanissimi che devono farsi ancora le ossa. Che devono ancora crescere”.

Come giudica il suo campionato? E’ uno dei migliori che sta facendo nella sua carriera?

“Direi che negli ultimi anni sto tenendo un buon livello. Promozione in A con il Como. Promozione sfiorata a Palermo. Poi Ascoli: un dignitoso e inaspettato decimo posto. Poi lo scorso anno un play off”.

Qual è il segreto del suo successo, visto che tra dieci giorni compirà 38 anni?

“Tanto entusiasmo. Più gioco e più mi vien voglia di giocare. L’entusiasmo è lo stesso di un ragazzo di 20 anni. E’ solo una questione di testa”.

Questa società all’inizio ha puntato molto su gente come lei, di esperienza.

"Questo fattore, specie per come è nata questa avventura, è molto importante. Chi ci ha scelto fino a questo momento sta vincendo la sua scommessa. Anche perché gente come me o come Muzzi, ad esempio, abbiamo sempre voglia di confrontarci, soprattutto con i più giovani”.