di Alessandro Salvatico
interviste
Cairo: ‘Sul mercato investiremo ancora’
di Alessandro Salvatico
Presso lo stand della Cairo Editore, oggi ha presenziato l'editore in persona, in occasione della presentazione del libro, da lui pubblicato, “Il portiere di...
Presso lo stand della Cairo Editore, oggi ha presenziato l'editore in persona, in occasione della presentazione del libro, da lui pubblicato, “Il portiere di riserva”, storia romanzata di Alberto Maria Fontana scritta da Marco Mathieu. Ma siccome l'editore in questione è anche il Presidente del Torino, con Urbano Cairo si è parlato parecchio anche di calcio.Prima di tutto, l'occasione dell'incontro.“Mathieu ha pensato che quella di Jimmy Fontana fosse una bella storia, e io sono stato ben felice di pubblicarla. Il libro in parte racconta anche alcuni momenti importanti della mia presidenza. E poi, la storia di Jimmy effettivamente è davvero una bella storia”.Passando al pallone, il primo pensiero è una considerazione generale sulla stagione della squadra: “Ci siamo salvati, anche se a inizio stagione eravamo partiti con altri obiettivi. Ma credo che ci sia stato soprattutto un elemento che ha influito sullo spostamento delle nostre ambizioni, ed è il numero incredibile di infortuni che abbiamo avuto: stamani li abbiamo contati con il dottor Stesina, sono esattamente 60 infortuni, di cui 15 gravi. Credo che questi abbiano cambiato il senso della nostra stagione. Comunque ieri a Livorno abbiamo trovato la salvezza, era dalla stagione 1991-'92 e seguenti che il Torino non viveva tre stagioni consecutive in Serie A, ed è un risultato ottenuto. In tre anni abbiamo ottenuto prima una promozione miracolosa, poi una permanenza in A ed ora un'altra, anche se si poteva fare di più”.C'è il tempo per tracciate un bilancio della propria esperienza presidenziale: “Gli errori vanno corretti, ci vogliono innesti mirati, per la soddisfazione dei tifosi, e anche per la mia se posso dirlo. L'apprendistato l'abbiamo fatto sul campo, che qualcosa di buono ha dato. Dal calcio ho imparato tante cose, impari sempre tanto quando ti introduci in una nuova attività, ed in particolare nel calcio, che ha elementi che in altri settori imprenditoriali mancano, come l'attenzione dei media e il contributo di un'ampia tifoseria; a ancora, in particolare nel Torino, direi. E' sempre importante conoscere in profondità lo svolgimento di ogni aspetto di un'attività imprenditoriale. Io, ad esempio, sono editore da quasi 10 anni, ma il primo prodotto che ha avuto davvero un successo clamoroso è arrivato dopo 5 anni; bisogna saper aspettare, a maggior ragione nel calcio, che ha regole diverse da altri ambiti”.Ad Urbano Cairo viene fatto notare che, dal 2010, ci sarà una più equa distribuzione dei proventi derivanti dalla vendita dei diritti televisivi: “Ci sarà minor divario, si passerà da un rapporto 1 a 7 ad un rapporto 1 a 4,5. Comunque notevole. Certo, sarà inferiore ad oggi, dove noi sviluppiamo un giro d'affari di 40 milioni, mentre Juventus, Inter e Milan ne fanno uno 6 volte superiore. Competere è difficile a queste condizioni, con quasi 200 milioni in meno di altri ogni anno: come fai a permetterti i Kakà, così? Ma quel che ci anima, che anima me e De Biasi con cui ora inizieremo il nuovo lavoro, è una gran voglia di fare sempre meglio”.Il patron granata chiude con un pensiero al Toro che verrà, per quanto solo accennato, ma garantendo che intende impegnarsi: “Il mercato lo faremo a breve. Dirò la verità: anche per scaramanzia, ho evitato, prima di acquisire la salvezza, di occuparmene più di tanto, anche in attesa di sapere come svilupparlo. Ma ci ho già pensato, e ora ci penserò ben di più. Con gli osservatori che abbiamo in Italia e all'estero potremo iniziare subito a ragionare. Acquafresca? A Gennaio non lo trattammo perchè il Cagliari non lo cedeva, anzi, era interessato ai nostri attaccanti. Ma ci interessava, certo. Di certo investiremo ancora sul mercato. Abbiamo già investito molto, ma lo faremo ancora di più”.
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Presso lo stand della Cairo Editore, oggi ha presenziato l'editore in persona, in occasione della presentazione del libro, da lui pubblicato, “Il portiere di...
Presso lo stand della Cairo Editore, oggi ha presenziato l'editore in persona, in occasione della presentazione del libro, da lui pubblicato, “Il portiere di riserva”, storia romanzata di Alberto Maria Fontana scritta da Marco Mathieu. Ma siccome l'editore in questione è anche il Presidente del Torino, con Urbano Cairo si è parlato parecchio anche di calcio.Prima di tutto, l'occasione dell'incontro.“Mathieu ha pensato che quella di Jimmy Fontana fosse una bella storia, e io sono stato ben felice di pubblicarla. Il libro in parte racconta anche alcuni momenti importanti della mia presidenza. E poi, la storia di Jimmy effettivamente è davvero una bella storia”.Passando al pallone, il primo pensiero è una considerazione generale sulla stagione della squadra: “Ci siamo salvati, anche se a inizio stagione eravamo partiti con altri obiettivi. Ma credo che ci sia stato soprattutto un elemento che ha influito sullo spostamento delle nostre ambizioni, ed è il numero incredibile di infortuni che abbiamo avuto: stamani li abbiamo contati con il dottor Stesina, sono esattamente 60 infortuni, di cui 15 gravi. Credo che questi abbiano cambiato il senso della nostra stagione. Comunque ieri a Livorno abbiamo trovato la salvezza, era dalla stagione 1991-'92 e seguenti che il Torino non viveva tre stagioni consecutive in Serie A, ed è un risultato ottenuto. In tre anni abbiamo ottenuto prima una promozione miracolosa, poi una permanenza in A ed ora un'altra, anche se si poteva fare di più”.C'è il tempo per tracciate un bilancio della propria esperienza presidenziale: “Gli errori vanno corretti, ci vogliono innesti mirati, per la soddisfazione dei tifosi, e anche per la mia se posso dirlo. L'apprendistato l'abbiamo fatto sul campo, che qualcosa di buono ha dato. Dal calcio ho imparato tante cose, impari sempre tanto quando ti introduci in una nuova attività, ed in particolare nel calcio, che ha elementi che in altri settori imprenditoriali mancano, come l'attenzione dei media e il contributo di un'ampia tifoseria; a ancora, in particolare nel Torino, direi. E' sempre importante conoscere in profondità lo svolgimento di ogni aspetto di un'attività imprenditoriale. Io, ad esempio, sono editore da quasi 10 anni, ma il primo prodotto che ha avuto davvero un successo clamoroso è arrivato dopo 5 anni; bisogna saper aspettare, a maggior ragione nel calcio, che ha regole diverse da altri ambiti”.Ad Urbano Cairo viene fatto notare che, dal 2010, ci sarà una più equa distribuzione dei proventi derivanti dalla vendita dei diritti televisivi: “Ci sarà minor divario, si passerà da un rapporto 1 a 7 ad un rapporto 1 a 4,5. Comunque notevole. Certo, sarà inferiore ad oggi, dove noi sviluppiamo un giro d'affari di 40 milioni, mentre Juventus, Inter e Milan ne fanno uno 6 volte superiore. Competere è difficile a queste condizioni, con quasi 200 milioni in meno di altri ogni anno: come fai a permetterti i Kakà, così? Ma quel che ci anima, che anima me e De Biasi con cui ora inizieremo il nuovo lavoro, è una gran voglia di fare sempre meglio”.Il patron granata chiude con un pensiero al Toro che verrà, per quanto solo accennato, ma garantendo che intende impegnarsi: “Il mercato lo faremo a breve. Dirò la verità: anche per scaramanzia, ho evitato, prima di acquisire la salvezza, di occuparmene più di tanto, anche in attesa di sapere come svilupparlo. Ma ci ho già pensato, e ora ci penserò ben di più. Con gli osservatori che abbiamo in Italia e all'estero potremo iniziare subito a ragionare. Acquafresca? A Gennaio non lo trattammo perchè il Cagliari non lo cedeva, anzi, era interessato ai nostri attaccanti. Ma ci interessava, certo. Di certo investiremo ancora sul mercato. Abbiamo già investito molto, ma lo faremo ancora di più”.
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