di Valentino Della CasaQuando l’anno scorso era arrivato in punta di piedi, nessuno si sarebbe aspettato un finale di stagione così qualitativamente (e quantitativamente, visti i goal segnati) importante, nonostante Petrachi e molti altri addetti ai lavori lo giudicassero un giocatore di grandissima prospettiva. Per Luigi Alberto Scaglia, l’esperienza in granata è stata quantomeno controversa, a partire dal mercato di quest’estate, quando arrivò allo scadere del 31 Agosto, vista l’impossibilità di acquistare Denilson Gabionetta. La “staffetta” si è poi effettivamente concretizzata questo inverno, con l’arrivo del mancino brasiliano (almeno fisicamente parlando, visto che si aspetta il transfer) a Torino e la partenza del bresciano verso la Cremonese, dopo un girone d’andata con pochissime chances di scendere in campo. Scaglia, però, non dimentica il Toro e ci tiene a salutare i suoi tifosi. Per questo Toro News l’ha contattato telefonicamente e lui ben volentieri si presta a rispondere alle nostre domande.Ciao Luigi. Alla tua presentazione-bis di Settembre avevi detto “Meglio tardi che mai”. Ora come potresti descrivere questa tua seconda esperienza in granata?Buon giorno a tutti. Se dovessi scegliere un detto, sarebbe: “E’ stato bello, ma non ha funzionato”. Visto che così è andata.Come mai, secondo te, ti è stato concesso così poco spazio?Dipende da molti fattori. Il primo, il non aver fatto il ritiro col Brescia, cosa che mi ha sballato completamente la preparazione. Solo dal 25 Agosto, infatti, avevo cominciato ad allenarmi a pieno regime e chiaramente non potevo entrare in condizione nel giro di poche settimane. Poi, una volta in forma, non sono stato molto considerato dal mister. Peccato, perché al Torino ci tenevo, e ci tengo ancora.Come è stata la tua esperienza a Torino?Bellissima, sensazionale. Insomma, unica. Mi sono trovato benissimo a Torino e sicuramente non potrò scordarmi mai i Play Off dello scorso campionato: sono il ricordo più caro che mi porterò dietro, pensando al Toro. Il periodo più brutto? Questi mesi. Aspettavo un po’ più di fiducia nei miei confronti.Se in futuro il Torino si rifacesse avanti per una nuova avventura in granata, accetteresti?Quasi sicuramente. Nel calcio però non si possono avere certezze.E alla Cremonese, come va?Bene, avverto tanta stima nei miei confronti, e questo mi da una carica enorme. Il mister per convincermi ad arrivare mi disse: “Caro Luigi, per te cambio il modulo”. Non potevo dire di no, e non me ne voglia il Frosinone, ma a Gennaio non volevo spostarmi tanto. Se l’offerta mi fosse arrivata in estate, chissà… Ad ogni modo io penso che sia meglio andare in Lega Pro e tentare la scalata, e con i grigiorossi questa è un’ipotesi assolutamente fattibile.Ma il tuo futuro dove sarà?Per adesso mi concentro con la Cremonese, poi vedremo. Ho ancora due anni di contratto con il Brescia, ma se le cose dovessero andare bene qui, non vedo perché non possa restare. Comunque ci terrei a precisare che con i tifosi bresciani non ci siamo lasciati male: vivevamo ancora la tensione successiva alla finale dei Play Off.E con Mareco?Non ci siamo visti quest’Estate.Tornando al Toro, come vedi la squadra?Al di là della mia cessione? (Ride, ndr). Benissimo, mi sembra un vero e proprio squadrone. Spero davvero che possa raggiungere la A. Se lo meritano i tifosi e tutti i miei ex compagni, con i quali ho un rapporto splendido.Tra questi c’è anche Bianchi, con il quale hai un feeling particolare. Esatto. Rolando è un capitano vero, un simbolo di questo Torino. Sarà ancora una volta lui a trascinare il gruppo, speriamo con un esito ancora migliore rispetto a quello dello scorso anno.Anche senza i tuoi cross?Traquilli, Bianchi segna comunque. Anche ad occhi chiusi. Un saluto a tutti i tifosi del Toro.
interviste
”Caro Toro, è stato bello”
di Valentino Della Casa
Quando l’anno scorso era arrivato in punta di piedi, nessuno si sarebbe aspettato un finale di stagione così qualitativamente (e quantitativamente, visti i goal segnati)...
(Foto: M. Dreosti)
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