Sabrina è una ragazza mite che sa scrivere pagine di emozioni, ma è anche energica e piena di iniziative, dalla sua quasi autobiografia dei ricordi infantili legati alla partita del Toro, è venuta fuori l'opera teatrale che di fatto apre ufficialmente il sipario sul secolo di vita della gloriosa società granata. Da questa sera, mercoledì 18 ottobre, per cinque serate, fino a domenica 22, al Teatro Gobetti andrà in scena “Ma cos'era mai questo Toro?”
interviste
Centenario, la festa parte dal Teatro
Sabrina è una ragazza mite che sa scrivere pagine di emozioni, ma è anche energica e piena di iniziative, dalla sua quasi autobiografia dei ricordi infantili legati alla partita del Toro, è venuta fuori l'opera teatrale che...
Sabrina, nonostante l'opera abbia già ottenuto il suo successo, quella che si proporrà la prossima settimana suscita in te particolari emozioni?
"“E' proprio così. Mi sento molto più emozionata rispetto alle precedenti edizioni, al Cardinal Massaia prima, per poi passare al Carignano. Solo ora mi sto rendendo conto dell'impatto che ha avuto il libro e l'opera teatrale sul popolo granata. La cosa che più mi fa piacere è quando la gente viene a ritirare i biglietti in Linguadoc e vengono a congratularsi con me, stringendomi la mano. Molti di loro l'hanno già visto e tornano a rivederlo. Hanno capito che ho fatto questo per amore”.
"Ci sono delle novità riguardo alle precedenti edizioni?
"“Sì, riguardano soprattutto l'impegno sociale che vogliamo dare, infatti abbiamo creato “Linguadoc per la Solidarietà”. Con l'aiuto di alcuni calciatori ogni serata avrà una parte dedicata alla solidarietà e alla beneficenza”.
"Come sono divisi i cinque spettacoli in programma la prossima settimana?
"“Nella prima serata, il 18, verranno destinati 60 biglietti a Don Aldo Rabino, che sarà presente in sala, dopo essersi liberato da un impegno appositamente per stare con noi. La cifra che si aggira attorno ai mille euro servirà ad aiutare alcune famiglie italiane in difficoltà, che l'associazione segue. La novità è che sarà allestito un sipario di apertura di circa venti minuti con un giornalista che intervisterà un giocatore del passato. Mercoledì aprirà Fabrizio Turco a tu per tu con Antonino Asta. Giovedì ci saranno le Granata Cats e dedicheremo lo spettacolo ai gatti del Filadelfia. Silvia Garbarino intervisterà Natalino Fossati e si unirà anche Renato Zaccarelli. Venerdì sarà la volta di Massimo Novelli con Serino Rampanti, sabato Guido Barosio avrà come ospiti Claudio Sala e Giorgio Puja”.
"Cosa significa per te questo Centenario?
"“Innanzitutto il rispetto della memoria e del passato, ma guardando anche al presente e futuro con allegria. Il passato è bello, ma viviamo ora il presente sperando di avere un futuro importante, con questa punta di malinconia che però diventi costruttiva e non fine a se stessa”.
"Il Torino FC ha dato il suo supporto?
"“A prescindere che noi non abbiamo chiesto nulla a nessuno, devo dire che da Cairo all'addetto stampa Alberto Barile abbiamo avuto sempre dei validi interlocutori. Mi aspetto qualcuno di loro in sala”.
"Il 15 ottobre è caduto il 39esimo anniversario della scomparsa di Meroni, lo spettacolo, che contiene una parte dedicata a lui, servirà anche per commemorare la sua figura indimenticabile?
"“Certo. Per me Meroni rimane un artista che sapeva giocare a calcio, che era in grado di fare tante altre cose, come dipingere, disegnarsi gli abiti e così via. E' un personaggio che oggi sarebbe attualissimo, catapultato nel nostro presente sarebbe perfetto, un eroe senza tempo”.
"Tu lavori nella vecchia sede di Corso Vittorio, ti capita mai di pensare a quei muri che hanno vissuto storie granata importanti?
"“Quando sono giù di morale prendo le chiavi e vado nella torretta su in alto, che abbiamo lasciato tale e quale, ancora con lo zoccoletto granata originale, da lì penso a tante cose, quando c'erano i ragazzi, i futuri campioni, che dormivano, Pianelli che incontrava i grandi nomi del calcio, perchè all'epoca il Toro era più importante della Juve. Mi piacerebbe che tutto tornasse come all'epoca. Nel sotterraneo è rimasta intatta la palestra, con la sauna e abbiamo ritrovato alcuni quaderni con annotazioni di numeri”.
"Cosa pensi del Toro attuale?
"“Paragono una società di calcio ad una qualsiasi azienda in cui se i dipendenti per qualche motivo non rendono vengono ripresi dal datore di lavoro. Nei momenti di crisi bisogna trovare l'orgoglio e la dignità, quella che fa parte del DNA granata. Nessuna scusa”.
"Un giudizio sull'Olimpico?
"“A parte che per me resta il Comunale, quando l'ho visto per l'inaugurazione delle Olimpiadi invernali l'ho trovato magnifico. Rivedendolo per le partite del calcio l'ho trovato asettico, come la sala d'attesa degli aeroporti. Tanta gente osservata da tutti”.
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