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Chiamatelo ‘Gigi’ – Intervista a Massimiliano Giacometti

Sono passati quasi quarant’anni da quel maledetto ottobre in cui il destino portò via al popolo non solo granata un grande campione, conosciuto come la farfalla, Gigi Meroni. Gli immortali non hanno mai un...

Redazione Toro News

Sono passati quasi quarant’anni da quel maledetto ottobre in cui il destino portò via al popolo non solo granata un grande campione, conosciuto come la farfalla, Gigi Meroni. Gli immortali non hanno mai un inizio e nemmeno una fine, sono e restano nell’immaginario collettivo come un qualcosa di astratto ed intoccabile. Gli artisti spesso s’ispirano a lui com’è successo a Massimiliano Giacometti, autore e attore di teatro di Settimo Torinese, il quale ha scritto e recita il suo monologo che si chiama semplicemente 'Gigi'.

'E’ un lavoro sempre in fase di trasformazione' ci tiene a precisare Massimiliano 'Ogni volta che viene rappresentato può subire modifiche e aggiunte, una storia in evoluzione'.

La figura di Meroni resta viva come un esempio da seguire 'E’ un personaggio che deve ancora oggi essere posto a simbolo per i giovani. Mia figlia Francesca, nove anni, dopo aver partecipato alle mie prove mi ha ringraziato perché adesso lei conosce la storia di Gigi e se ne è innamorata. Mi sono commosso quando mi ha detto che le avevo insegnato qualcosa. Meroni ha ancora molto da dare, soprattutto in un mondo che ha perso certi ideali'.

Com’è che Massimiliano s’è interessato alla farfalla granata? 'All’epoca ero ancora bambino e lo vidi solo in televisione, però mi colpì il suo essere sempre fuori dal coro. Un campione straordinario ed estroso in campo e altrettanto fuori. Non era da tutti andare a spasso con una gallina al guinzaglio, dipingere, disegnarsi gli abiti e vivere una vera storia d’amore con Kristiane nell’ombra, senza la necessità di farsi accompagnare dalle veline tanto in voga oggi. L’ispirazione forte è venuta soprattutto dopo aver letto il libro di Nando Dalla Chiesa'.

Giacometti è stato invitato alla prima della mostra dedicata ai quadri di Meroni che si sta ancora svolgendo a San Pietro in Casale (Bo) e, al di là del successo dell’evento, molti sono rimasti davvero entusiasta della sua recita. 'Marco Dall’Olio, l’organizzatore, mi ha chiamato e sono stato molto felice di aver fatto parte dell’evento. Ora il mio desiderio è quello di rappresentare il mio monologo a Torino, magari nell’ambito delle celebrazioni legate al centenario del Torino'.

Nella recita trovano spazio altre storie che l’hanno coinvolto, come il Paron Nereo Rocco, un altro personaggio anomalo e straordinario del mondo del calcio 'Per i particolari mi sono fatto raccontare vari aneddoti da alcuni ex compagni di Gigi, tra cui Natalino Fossati che è stato molto gentile con me'.

All’interno dell’opera ci sono stralci di altri autori, tra cui Ermanno Eandi con la sua straordinaria 'Gallina Cecilia' e un ricordo di Alessandro Baricco, i quali hanno prestato il loro ingegno solo a titolo di amicizia e passione. In attesa di poter vedere a Torino 'Gigi', Massimiliano lancia una proposta 'Mi è sempre dispiaciuto vedere solo la foto di Gigi in Corso Re Umberto. E’ troppo poco per ricordare la sua figura, meriterebbe qualcosa di più, ad esempio un monumento alla memoria'.

Ricordiamo che Giacometti si accompagna con altri due artisti, Barbara Costamagna coautrice dei testi e Roberto Seccamani alla chitarra, che suona alcune canzoni degli anni ’60, tra cui 'Ciao amore ciao' di Luigi Tenco, un artista che sta a pennello con la vita e la storia di Gigi Meroni.