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De Simone (ag. Mandragora): “Rolando, il Jorginho del Torino: ecco perché ha scelto i granata”

Esclusiva TN / L’agente del neo acquisto granata racconta: “L’Udinese si è convinta a lasciarlo andare solo la notte prima delle firme”

Gianluca Sartori

Luca De Simone è l’agente di Rolando Mandragora e lo segue come un’ombra da circa cinque anni: lo ha accompagnato, ovviamente, anche nel momento delle firme col Torino (in foto è insieme a Stefano Antonelli, noto addetto ai lavori ed ex ad del Torino che ha partecipato all’operazione come intermediario). “Quello che mi ha colpito dopo la firma è vedere la contentezza negli occhi di Rolando – racconta De Simone a Toro News -, era davvero soddisfatto di aver sposato il progetto Toro”.

Mandragora a Torino ritrova Davide Nicola. E’ stato questo a rappresentare il fattore decisivo per la scelta di Rolando, considerando che su di lui c’erano altri club?

“Confermo che c’erano altri club che avevano avanzato offerte importanti alla Juventus. La stima di Nicola per Mandragora è cosa nota ed è ricambiata, ma non direi che sia stata decisiva. A convincere Rolando è stato il blasone del club granata, la storicità della maglia. Lui è un combattente e un guerriero, sportivamente parlando, quindi si è immedesimato molto nella storia del club. Inoltre gli fa piacere il fatto di ritrovare a Torino molti giocatori che conosceva già come Izzo e Rincon”.

Quale è stata la parte più difficile della trattativa per portarlo a Torino?

“Convincere l’Udinese a liberare il giocatore. Rolando rientrava nei piani del club friulano tant’è che è stato impiegato anche nell’ultima partita a La Spezia. Inoltre l’Udinese non voleva perdere un giocatore di questo livello senza avere il tempo di sostituirlo, a un giorno dalla fine del mercato. Il via libera definitivo è praticamente arrivato la notte prima della firma. Bisogna ringraziare l’Udinese, che ha fatto questo sacrificio dopo aver preso atto della volontà di Mandragora”.

Mandragora col Torino ha firmato un contratto sino al 2025: l’intenzione non è quella di essere di passaggio a Torino, conferma?

Confermo che non pensiamo al Torino come una soluzione semplicemente transitoria. Se in futuro dovessero esserci opportunità diverse le valuteremo insieme al club ma l'intenzione di Rolando è assolutamente quella di affermarsi a Torino. Il presidente Cairo e il direttore Vagnati hanno fatto sentire il giocatore importante. Mandragora è un acquisto che permette al Torino di guardare più in là dell’attuale situazione. Il presidente conta di tirarsi fuori presto da questa posizione di classifica, che non compete né al club né alla squadra, e di costruire, a partire anche da Rolando, un futuro che riporti il Torino almeno alla dimensione che aveva prima di questa crisi”.

Il Torino cercava un regista: è questa la posizione in cui Mandragora rende al meglio?

“Lui è un play basso che gioca davanti alla difesa nel centrocampo a cinque, oppure uno dei due interni nel centrocampo a quattro. Bravo tecnicamente, preparato tatticamente e strutturato dal punto di vista fisico: il potenziale di Mandragora è alto, non lo dico solo io che potrei essere di parte ma è un parere condiviso da molti addetti ai lavori. A rendere ancora più particolare il suo profilo è il fatto di avere il mancino come piede preferito”.

Mandragora conta una presenza in Nazionale: tornarci è un obiettivo?

Più che un obiettivo è un pensiero fisso, per uno come lui che ha fatto tutta la trafila delle nazionali giovanili. Mancini l’ha già convocato, quindi sa di essere stimato. Rolando punta all’Europeo, ben sapendo che non sarà facile, ma tutto passa dalle sue prestazioni col Torino. La concorrenza è di ottimo livello, ma lui ha caratteristiche diverse da quelle dei vari Sensi, Pellegrini e Cristante. Forse il giocatore che gli somiglia di più, dal punto di vista tecnico-tattico, è Jorginho”.

Infine, parliamo delle condizioni fisiche di Rolando: ha recuperato pienamente dalla rottura del crociato?

“Su questo non ci sono dubbi, come dimostrano le 10 presenze raccolte quest’anno con l’Udinese che sono state già un buonrodaggio. Il Torino ha ovviamente preso informazioni su questo prima di chiudere. Rolando ha recuperato a tempi di record: dopo quattro mesi o poco più era già tra i convocati dell’Udinese, quando in media da un infortunio come il suo si recupera dopo sei mesi. Ce l’ha fatta grazie alla professionalità che lo contraddistingue: nel periodo di recupero ha lavorato in modo assiduo, non si è preso nemmeno mezza giornata di vacanza pur di ritornare il prima possibile in campo. La mentalità è quella del lavoratore indefesso e il Torino lo capirà presto. Occorre solo vedere quali saranno i tempi di ambientamento, ma il primo impatto è stato positivo quindi sono molto fiducioso”.