di Gianluca Sacchetto - Nove reti realizzate in venti partite, di cui quattordici giocate da titolare. Numeri importanti quelli dell’attaccante del Cittadella Federico Piovaccari, classe ’84, che in Veneto sembra aver trovato la definitiva consacrazione, dopo aver girato parecchio nella sua carriera. In esclusiva per Toro News parliamo con lui del momento del Cittadella, in vista della sfida di sabato all’Olimpico di Torino, e dei suoi obiettivi.
interviste
”Dovremo correre il doppio del Torino”
di Gianluca Sacchetto - Nove reti realizzate in venti partite, di cui quattordici giocate da titolare. Numeri importanti quelli dell’attaccante del Cittadella Federico Piovaccari, classe ’84, che in Veneto sembra...
Cominciamo dall’ultima partita contro il Portogruaro, terminata 1-1. Quanto rammarico c’è per non aver saputo amministrare un vantaggio che vi avrebbe permesso di allontanarvi un po’ dalla zona calda?“Sicuramente c’è. Avremmo dovuto chiudere la gara nel primo tempo, quando dopo aver trovato l’1-0 io e Volpe abbiamo avuto due buone opportunità per raddoppiare. Nella ripresa c’è stato l’errore di Gorini che ha compromesso tutto il buono fatto prima, ma sono cose che possono capitare nel calcio”.
Arrivate da due punti nelle ultime quattro gare, però forse avreste meritato qualcosa in più. Anche con l’Atalanta la sconfitta è giunta al termine di una partita ben giocata.“Purtroppo manca qualche punto, perché le prestazioni sono positive. A volte ci piacerebbe giocare male e vincere le partite, invece spesso ci capita il contrario. La partita con l’Atalanta è l’esempio lampante. Hanno segnato nell’unica occasione concessa”.
L’anno passato una stagione di buon livello a Ravenna. Ha rappresentato un po’ l’anno della tua rinascita?“Sì, ho ricominciato dalla Lega Pro dopo due anni poco brillanti al Treviso ed è andata bene. I gol realizzati mi hanno permesso di rifare il salto in B e sto cercando di sfruttare questa occasione nel migliore dei modi”.
Ti sei prefissato un obiettivo in termini di gol?“Ogni anno ho il desiderio di battere il mio record. L’anno passato ho fatto 14 gol, quest’anno me ne basterebbero 15 per superarmi. Ma dopo i 9 del girone di andata non voglio pormi limiti, spero di farne anche di più. In questo saranno molto importanti i risultati del Cittadella, perché una volta centrata la salvezza tutto verrà più facile. Speriamo, quindi, di farcela il prima possibile a centrare il traguardo”.
Il trasferimento dal Ravenna al Cittadella è arrivato proprio durante l’ultimo giorno di apertura del mercato. Lo sapevi già prima che saresti andato via oppure è stata una sorpresa anche per te?“Io volevo cambiare aria, tornare in B e rimettermi in gioco. Tra le proposte pervenutemi ho scelto quella del Cittadella perché mi è sembrata quella più interessante e sono contento di averlo fatto. Da qui sono passati giocatori come Ardemagni, Meggiorini. Non ci sono pressioni, si lavora bene. E’ un’ottima società”.
In estate il tuo nome era stato accostato anche al Padova e ora, dopo l’infortunio di Succi, la storia si ripete. Ma per motivi regolamentari non puoi vestire la maglia biancoscudata, vero?“Infatti, è impossibile. Perché avendo già giocato in due squadre in questa stagione non posso più cambiare. Comunque, in tutta sincerità, anche se fosse stato possibile non mi sarei mosso dal Cittadella”.
All’andata il Cittadella si impose 2-1 con il Torino. Credi che sabato possiate ripetere l’impresa?“Il calcio è imprevedibile, non c’è mai un risultato scritto in partenza. Di certo, troveremo un Toro molto arrabbiato dopo la sconfitta di Varese, che vorrà vendicarsi a tutti i costi. Noi, dal canto nostro, cercheremo di sfruttare le nostre armi e dovremo correre il doppio il loro per ottenere un risultato positivo. Affronteremo, infatti, una squadra molto superiore sotto l’aspetto tecnico”.
Come lo vedi il Toro dopo il ko di Varese?“Credo, comunque, che possa lottare fino alla fine, non ha niente in meno rispetto alle altre squadre. Il campionato di serie B, poi, è un campionato strano, tosto a livello agonistico. Basta vedere il Varese, che non ha giocatori di grandissima qualità ma corre tanto e si trova nelle primissime posizioni, ma penso anche al Novara. Questo è il mio quarto campionato di serie B e il primo che feci fu quello con Juve, Napoli e Genoa. Io vestivo la maglia della Triestina. Anche con gente come Del Piero e Nedved l’inizio della Juve non fu facile, mi ricordo il pareggio all’inizio con il Rimini e altre partite non positive. Quando hanno capito che pur avendo giocatori di primissimo piano bisognava correre e tanto, allora hanno recuperato in classifica. Bisogna lottare per dieci mesi in B, senza mollare mai niente, neanche due o tre partite, perché l’equilibrio la fa da padrone”.
(foto: ascittadella.it)
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