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Elvis Abbruscato: “Toro, mi hai insegnato che sei unico: non mollare l’Europa”

Intervista - Esclusiva / L'ex attaccante: "La filosofia è quella di non mollare mai, e 10 punti per i granata non sono niente: si può recuperare. Belotti? Per me non è una sorpresa..."

Federico Bosio

"Cinque stagioni in maglia granata, tra partenze e ritorni dal 2005 al 2011, per un totale di 64 presenze e 10 reti segnate: Elvis Abbruscato si è legato al Torino nel corso della propria carriera da giramondo che tra le altre l'ha visto indossare anche la casacca del Pescara nella stagione 2012-2013. Abbiamo deciso di intervistarlo in qualità di doppio ex in vista del match che le due squadre affronteranno domenica pomeriggio, in esclusiva.

"Abbruscato, la sfida tra Torino e Pescara è per lei un tuffo nel passato: ha vestito entrambe le maglie in momenti e situazioni differenti, ma quali sono i suoi ricordi?

""Emozioni diverse, ma profonde: al Pescara io sono arrivato dopo un'annata straordinaria con Zeman in Serie B, e c'erano quindi molte attese verso la squadra e parecchi sogni per la stagione in Serie A, abbiamo anche fatto un buon girone d'andata con risultati positivi. Del Toro invece il ricordo più tangibile è senza dubbio quello legato al primo anno in granata"

"La stagione conclusa con la promozione, quindi.

""Esatto: ricordo che la squadra venne costruita in pochissimo tempo ed a fine anno riuscimmo ad ottenere un risultato straordinario. C'era un insieme di fattori - il recente fallimento, il campionato cadetto, le difficoltà appena attraversate - che di fatto fortificarono la piazza e resero la promozione una vittoria finale per tutta la città: una città ed un ambiente che si sono uniti attorno alla squadra trascinandoci e trasmettendoci quella carica che noi siamo stati bravi a sfruttare. L'ambiente a Torino è unico, e questo fece sì che anche i giocatori arrivati nel mercato di gennaio si inserissero al meglio nei meccanismi della squadra e nella sintonia con la piazza"

"Veniamo ai giorni nostri: domenica c'è Torino-Pescara. Un confronto, anche, tra due tecnici differenti; qual è il suo giudizio su Mihajlovic e Oddo?

""Sinceramente io apprezzo entrambi, perchè portano avanti le proprie idee e danno un'impronta di gioco tangibile e netta alle rispettive squadre: non sono tecnici che mutano il modo di giocare,ma applicano sempre una ben definita filosofia. Erano entrambi giocatori importanti ed umili, ma penso che si noti anche attualmente: la prima cosa che si nota in un allenatore è l'umiltà, e in un certo senso penso che entrambi lo siano. Oddo nel modo di resistere ed andare avanti nonostante le difficoltà, e secondo me continuare in questo modo; Mihajlovic invece poichè è andato al Toro e si è subito integrato benissimo con l'ambiente, rinnovando tra l'altro l'ottimo lavoro di Ventura senza mai proferire una parola negativa o fuori posto nei confronti di quanto fatto dal predecessore, con grande rispetto"

"Lei vede per questo sfida un Torino decisamente favorito, o si aspetta una reazione d'orgoglio del Pescara e dunque una partita più equilibrata?

""Il discorso è semplice: il Pescara sta vivendo una situazione molto complicata non soltanto sul terreno di gioco ma anche e soprattutto all'esterno, con una contestazione da parte dei tifosi che tra l'altro mi stupisce poichè quando eravamo retrocessi noi non abbiamo mai vissuto una simile condizione, io ricordo una tifoseria calorosa ed unita alla squadra. Dunque la formazione di Oddo deve riuscire a trovare la forza di far fronte a questa situazione e trasformarla in qualcosa di positivo, dando inizio a un nuovo mini-campionato che può condurla alla salvezza. Il Torino invece nell'ultimo periodo sta raccogliendo secondo me meno punti di quanto meriterebbe: i granata creano sul campo decisamente più di quanto i risultati facciano pensare"

"E infatti l'obiettivo dichiarato, l'Europa League, dista adesso 10 punti: si può parlare di 'fallimento' in questo senso, o è ancora possibile credere nel sogno?

""Assolutamente, la filosofia del Toro è quella di non mollare mai: non esiste che a metà campionato si parli di obiettivo fallito e di non provarci più. Anzi, bisogna tentare fino in fondo e sono convinto che i granata lo faranno, perchè lo spirito della squadra è questo, quello di non rassegnarsi mai: 10 punti non sono niente, vogliono dire quattro vittorie consecutive, è ancora ampiamente possibile recuperare. E poi, sinceramente, il Torino non è inferiore all'Atalanta che attualmente occupa la sesta piazza"

"Nell'ultimo incontro tra Torino e Pescara disputato in Serie A in casa granata, nel 2012, lei era presente e militava tra le fila del Delfino: avendolo vissuto da avversario, quanto è cambiato il Torino da quel momento ad oggi?

""Sì, ricordo, l'incontro si concluse per 3-0 (reti di Sgrigna, Brighi e Bianchi) Penso che si possa parlare di una squadra con due volti diversi che rispettano due filosofie altrettanto differenti pur avendo a che fare con giocatori simili: in passato c'erano giocatori molto utili per il gioco di Ventura, metodico, fatto di regole 'rigide' e movimenti specifici che hanno portato nel corso degli anni ad ottimi risultati. Mihajlovic invece allena una squadra che possiede molta personalità: lui punta molto sull'uomo e sulla mentalità, non ti fa scendere in campo per rispettare regole ferree ma è più portato secondo me all'aspetto mentale e motivazionale. E' come se ti dicesse: 'Hai la palla tra i piedi, trova un modo per risolvere la situazione e fare la differenza'. Hanno carismi differenti ma entrambi hanno fatto molto bene."

"Concludiamo: un giocatore che la sta stupendo tra le fila del Torino.

""Non posso dire Belotti, perchè lo conoscevo dai tempi dell'Albinoleffe e l'ho seguito quando è andato al Palermo: per me non è una sorpresa, mi aspettavo una crescita di questo tipo e che sarebbe arrivato a diventare un giocatore di questo calibro. Nel complesso, guardando agli ultimi due anni, dico Baselli per il lavoro che svolge a centrocampo e per il talento che possiede"