E’ il volto del Tg5 per tutto ciò che accade in Piemonte. Lo ricordiamo soprattutto nei lunghi racconti della vicenda di Cogne, e per l’assidua presenza in tribuna stampa a seguire l’appassionante cavalcata dello scorso anno e questo pessimo inizio stagionale. Giorgio Gandolfo è un tifoso a 360° che ha trasmesso il “virus” anche a suo figlio che, domenica, giocando da esterno destro, ha contribuito alla vittoria dei Pulcini ’96 del Toro nel torneo Pitagora di Borgata Lesna.
interviste
Gandolfo: ‘Non è tempo di processi’
E’ il volto del Tg5 per tutto ciò che accade in Piemonte. Lo ricordiamo soprattutto nei lunghi racconti della vicenda di Cogne, e per l’assidua presenza in tribuna stampa a seguire l’appassionante cavalcata dello scorso...
Gandolfo, due punti in cinque partite se l’aspettava ?
"No, ma è presto per fare processi. Tuttavia sono combattuto fra due sensazioni: una vittoria con l’Ivrea in soli 3 mesi poi solo sconfitte con squadre di tutte le categorie. Questo vuol dire che qualcosa non quadra nella testa dei giocatori a prescindere da presidente e allenatore. Sembrerebbe quasi una squadra di pippe. Ma non è così. Ne sono convinto.
Secondo lei perché i fenomeni di ieri oggi si sono imbrocchiti ?
"Appunto. Non è possibile questa metamorfosi. C’è qualcosa nella testa dei giocatori e della società che non va. Si è persa la grande virtù dello scorso anno che è stata l’umiltà e il giocare con il cuore e la tenacia. Adesso il far credere che siamo la quarta, quinta squadra del campionato perché si sono comprati un portiere come Abbiati, un campione del mondo come Barone e uno come Fiore, presentato come colui che ha segnato tante reti in serie A e in nazionale, ha fatto perdere di vista la realtà delle cose.
E’ venuta meno la filosofia cairota dei “piedi per terra” ?
"Esatto. L’anno scorso, partendo da questo spirito, si è compiuto il miracolo di trasformare un’armata brancaleone raffazzonata in una settimana in un gruppo straordinario capace di lottare con grande umiltà. Quest’anno bisogna partire pensando a salvarci e poi magari l’anno prossimo puntiamo a diventare una grande squadra.
Qual è stato l’errore più grosso di questo avvio di stagione ?
"Siamo partiti con troppa sufficienza fin da subito, nonostante un calendario abbordabile. Molti dicevano: faremo 10-12 punti in 5 giornate. Avevamo già fatto i conti senza l’oste, siamo partiti da un presupposto diverso da quello dell’anno scorso.
Invece cosa va fatto ?
"Pensare prima a non prenderle, e poi dopo, a salvezza raggiunta magari a metà campionato, vedere cosa si riesce a prendere.
Campagna acquisti da rifare allora ?
"Cairo è abituato a puntare sempre in alto a non accontentarsi di una buona stagione, ma nel calcio non è come nell’imprenditoria e dell’editoria, ci sono troppe componenti umane che vanno considerate.
Allora è questione di modulo ?
"Zaccheroni è un’ottima scelta se si fosse costruita la squadra secondo le sue idee. Purtroppo è stata assemblata senza sentire né De Biasi né Tosi né Zaccheroni, Barone preso più per il nome che per l’utilità. Fiore scelto per il suo passato. Serviva altro.
Come si spiega l’involuzione di Rosina ?
"Rosina dava il meglio di sé l’anno scorso perché utilizzato a singhiozzo, caricarlo di tante responsabilità come si è fatto adesso significa stritolarlo, è ancora molto giovane. Così non è libero mentalmente di inventare cosa l’estro gli suggerisce e si vede.
Non è l’unico a rendere meno del previsto…
"Abbiati domenica è stato incolpevole, il rigore l'ha sfiorato. Ha sofferto molto con Udinese e Siena. Il problema è che la difesa gioca troppa alta ed è lenta, spero per motivi di forma. Per Fiore valgono più i fischi dei votacci, tocca a lui capire se deve allenarsi di più o giocare.
Tempi duri comunque per i cuori Toro, guardi che è successo a Camolese…
"Credo che sia stato tutto eccessivo, siamo alla quinta giornata, campanelli d’allarme ci sono ma la vera sfida sarà fra 15 giorni con il Chievo. Dopo poco tempo come fai a dare un giudizio, c’è sempre troppa fretta nel tracciarli, quelli si fanno a fine stagione.
Come se ne esce ?
"Triplicando l’impegno e la voglia di lavorare, ma senza farsi prendere dall’affanno. E poi in questo frangente tutti (società, allenatore, giocatori e tifosi) devono stare compatti e affrontare fine anno con il massimo della determinazione. Uno dei problemi è che con 29 giocatori non riesci nemmeno a farli giocare tutti durante la partitella. E’ presto per fare pagelle con promossi o bocciati. A fine stagione sarà il momento dei fischi e degli applausi.
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