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I Gabbiadini, una vita per il calcio. Melania: ”Passione di famiglia”

di Gianluca Sacchetto


I Cannavaro, i Lucarelli, i Toure, solo per citarne tre a caso. Sono tanti gli...

Redazione Toro News

"di Gianluca Sacchetto

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"I Cannavaro, i Lucarelli, i Toure, solo per citarne tre a caso. Sono tanti gli esempi nel mondo del calcio di fratelli arrivati entrambi ad altissimi livelli. Molto meno frequente, anzi quasi unico, è invece il caso di fratelli di sesso opposto che sfondano nel calcio che conta. Accade a Calcinate, in provincia di Bergamo, con Manolo e Melania Gabbiadini. Otto gli anni di differenza. Lei è del 1983 e ha vinto tutto quello che c’era da vincere, in ambito italiano, con la maglia del Bardolino ed è una delle colonne portanti della nazionale azzurra, nonostante un infortunio alla caviglia che probabilmente la costringerà all’operazione in un futuro non troppo lontano. Lui, appena diciannovenne, cresciuto nel vivaio dell’Atalanta si sta ritagliando uno spazio importante in serie B, a Cittadella, e sabato scorso ha messo a segno la sua prima doppietta, contro la Triestina.

"Una passione di famiglia quella che li ha spinti ad iniziare a giocare a calcio, come ci spiega Melania: “Nostro padre giocava a calcio così come tutti gli zii ed è stato quasi normale avvicinarsi a quel mondo. Ho iniziato a nove anni, spinta appunto dalla grande passione della famiglia e mi è piaciuto fin da subito. Non mi interessava la pallavolo o altri sport da “ragazza”. Tanti sacrifici, nostri e dei genitori, ma quando una cosa ti piace sei ben disposto a farli”. A Melania poi chiediamo se, vista la differenza di otto anni con il fratello, abbia mai dato consigli calcistici. “Non ce né mai stato bisogno” confessa lei. “E’ sempre stato con i piedi per terra, non è un ragazzo che se la tira. Ha un carattere tranquillo e se continuerà di questo passo potrà fare molta strada”. Manolo è approdato in estate in comproprietà al Cittadella, nell’operazione che ha portato Ardemagni alla corte di Colantuono, rifiutando anche una chiamata importante: “Quella della Juve Primavera ma ho preferito confrontarmi con un campionato come quello di B, piuttosto che rimanere un altr’anno nel settore giovanile. Credo che un’esperienza del genere formi molto più un calciatore. Chissà però in futuro…”.

"Un inizio complicato in B, prima dei tre gol in due partite: “Sinceramente credevo di poter fare un po’ meglio all’inizio, invece non è stato facile adattarsi. A Bergamo avevo, infatti, praticamente giocato solo con la Primavera, escluse due presenze con la prima squadra, e in B sono enormi le differenze rispetto al settore giovanile. Pian piano, comunque, mi accorgo di migliorare e in questo va anche un grande ringraziamento ai miei compagni di squadra, che mi stanno sempre vicini”. Intanto il cartellino è a metà tra Cittadella e Atalanta: “Qui mi trovo molto bene con tutti: compagni, società, tifosi. Credo di dover ancora crescere tanto prima di andare in una squadra forte. Non bastano due partite fatte bene”. L’attaccante ha un giocatore a cui si ispira: “A me piace molto Ibrahimovic, per caratteristiche, personalità e anche carattere. In molti lo criticano perché lo credono un po’ esaltato, forse anche a ragion dovuta. Ma lui è così e piace anche per questo”.

"Gabbiadini, già accostato da molti proprio al fuoriclasse svedese per le ottime capacità tecniche nonostante l’altezza, parla poi delle sue caratteristiche: “Dire che assomiglio a lui mi sembra esagerato. Diciamo che cerco di fare il meglio possibile con il sinistro, cercando di coprire anche un destro che uso solo per correre (ride, ndr)”. Inevitabilmente il discorso si sposta al momento di forma del Cittadella, reduce dal largo successo ai danni della Triestina con doppietta proprio del giovanissimo attaccante: “Sono felice di questa doppietta, ma ancora di più per la vittoria. Nonostante mancassero i due attaccanti titolari io e Perna abbiamo realizzato una doppietta a testa”. Dove può arrivare questa squadra? “Siamo partiti non benissimo anche a causa di tanti giocatori nuovi ma in allenamento vedevo i compagni e c’era sempre tanta qualità. Ora finalmente stiamo riuscendo a metterla anche in partita. Come obiettivi cerchiamo di raggiungere la salvezza il prima possibile, dopodiché potremo pensare a traguardi più importanti”. Si parla, infine, della zona promozione, della “sua” Atalanta e del Toro: “La serie B è dura ma credo che l’Atalanta con la rosa che si ritrova, composta da tanti giocatori di serie A, possa farcela per la promozione. Per quanto riguarda il Toro, invece, non lo conosco così bene ma può contare anch’esso su giocatori di qualità. Credo proprio che si assisterà ad una bella lotta per la promozione” conclude Manolo.