Il nostro è un personaggio fuori dal mondo del calcio, si tratta di Sergio Berardo, leader dello storico gruppo occitano Lou Dalfin. Oltre però alla sua forte passione per la musica, che lo accompagna fin dall’adolescenza, Sergio ha un altro grande amore: il Toro. Il 2005 è stato un anno pieno di successi per il gruppo occitano, cinquanta concerti realizzati in giro per l’Italia, il Premio Tenco come miglior album del 2004, novecento concerti totali dal ’90 ad oggi, toccando molti paesi, dalla Finlandia all’Ecuador. Il Bar Norman fa da cornice al nostro incontro, scelto apposta perché ha molte comunanze con la storia granata.Chiediamo a Sergio com’è nata questa sua passione per il Torino 'Sono stato avviato da mio nonno che possedeva le foto di Loik e Gabetto con tanto di dedica. Mia madre andò a Superga e portò a casa un pezzo dell’aereo come ricordo. Mio nonno mi portava spesso al Filadelfia e mi raccontava oltre alla storia di Pietro Micca e della Resistenza, anche le gesta del Grande Torino'.
interviste
Il Toro a passo di ghironda: Lou Dalfin
Il nostro è un personaggio fuori dal mondo del calcio, si tratta di Sergio Berardo, leader dello storico gruppo occitano Lou Dalfin. Oltre però alla sua forte passione per la musica, che lo accompagna fin...
Ci sono altri granata tra i Lou Dalfin? 'Praticamente tutti, tranne uno, gobbo agnostico. Con noi suona anche il cugino di Poletti, Mari'.
Quali sono i tuoi primi ricordi legati alla squadra? 'Non potrò mai dimenticare quel derby vinto per 4-0 subito dopo la morte di Meroni. Mi è rimasta impressa la vecchia radio, ancora di legno, dove avevo ascoltato la partita'.
Ti ricordi la prima gara allo stadio? 'Dal vivo sono andato tardi, attorno ai primi anni ottanta. In effetti la mia passione è cresciuta col tempo, da piccino non seguivo molto il calcio anche perché non ero molto dotato per questo sport. Sognavo di essere Claudio Sala, ma i miei piedi non erano come i suoi'.
Quale consideri la tua partita simbolo? 'Quel derby vinto per 3-2 del marzo ’83'.
E il fatto che ti ha deluso di più? 'Il passaggio di Balzaretti alla Juve. Mi ha dato molto fastidio il suo comportamento, passare sull’altra sponda due giorni dopo aver parlato del suo amore per la maglia granata. Credo che sia quello che sta pagando più di tutti la scelta, mi fa compassione'.
Del Toro di Cimminelli chi ti piacerebbe ritornasse? 'Marazzina e Pinga'.E di Marinelli cosa pensi? 'Non ho le conoscenze tecniche per giudicarlo, per cui non so dire se al momento abbiamo perso un giocatore valido o meno'.
Leggi o scrivi sul forum di Toronews? 'Sono un grande lettore del forum, ma avendo poca dimestichezza con i computer non scrivo, mi considero solo un voyeur'.
Che canzone, anche non tua, abbineresti al Toro? 'Non saprei scegliere. Il mio è un discorso filosofico, quando s’incontrano due cose molto importanti della mia vita, come la musica e il Toro provo quasi imbarazzo a parlarne, una specie di pudore dei sentimenti. Ad esempio mi verrebbe difficile scrivere un inno perché non riuscirei a scindere passione e professione e allo stesso non mi sentirei all’altezza. Faccio un esempio, mi hanno presentato Pulici e quasi non sono riuscito a spiaccicare una parola. Per me Pupi resta un personaggio mitico. Mi piace comunque molto la canzone di Oreglio proprio su Pulici'.
Veniamo al presente, cosa ti aspetti da Cairo? 'Al momento mi baso sulle prime impressioni, soprattutto quando si è presentato sul balcone del Comune. E' stata una cosa grandiosa. Ho portato con me la mia ragazza che non è tifosa di calcio, ma è rimasta impressionata di quanto ha visto. Ero terrorizzato da Giovannone e Cairo mi ha fatto subito una grande impressione'.
Secondo te è ancora forte l’identità granata? 'Ha resistito al di là delle ultime gestioni societarie. Siamo come la fenice che continua a vivere, nonostante tutto. Se noi vogliamo possiamo tornare a quel calcio che non c’è più, alla faccia di chi vince le coppe europee. Anzi mi piacerebbe che facessero la loro Super Lega così possiamo anche noi arrivare a lottare per vincere il campionato'.
Come vedi l’immediato futuro? 'La priorità è tornare subito in A, ma metto la firma su questa attuale situazione dopo quanto successo in estate'.
Quali sono i giocatori attuali che ti piacciono di più? 'Direi Fantini che è cuneese come me e soprattutto Rosina'.
Ti è piaciuta la fiction sul Grande Torino? 'Mi sono commosso questo sì, ho gradito il fatto che si parlasse di Toro, visto che non succede spesso. Per il resto c’erano molti fatti anacronistici e poi trasudava la tragedia dall’inizio, come se già sapessero che sarebbe accaduta. Per non parlare delle scene di calcio, era meglio se mandavano in onda immagini di repertorio'.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il nostro è un personaggio fuori dal mondo del calcio, si tratta di Sergio Berardo, leader dello storico gruppo occitano Lou Dalfin. Oltre però alla sua forte passione per la musica, che lo accompagna fin...
Ci sono altri granata tra i Lou Dalfin? 'Praticamente tutti, tranne uno, gobbo agnostico. Con noi suona anche il cugino di Poletti, Mari'.
Quali sono i tuoi primi ricordi legati alla squadra? 'Non potrò mai dimenticare quel derby vinto per 4-0 subito dopo la morte di Meroni. Mi è rimasta impressa la vecchia radio, ancora di legno, dove avevo ascoltato la partita'.
Ti ricordi la prima gara allo stadio? 'Dal vivo sono andato tardi, attorno ai primi anni ottanta. In effetti la mia passione è cresciuta col tempo, da piccino non seguivo molto il calcio anche perché non ero molto dotato per questo sport. Sognavo di essere Claudio Sala, ma i miei piedi non erano come i suoi'.
Quale consideri la tua partita simbolo? 'Quel derby vinto per 3-2 del marzo ’83'.
E il fatto che ti ha deluso di più? 'Il passaggio di Balzaretti alla Juve. Mi ha dato molto fastidio il suo comportamento, passare sull’altra sponda due giorni dopo aver parlato del suo amore per la maglia granata. Credo che sia quello che sta pagando più di tutti la scelta, mi fa compassione'.
Del Toro di Cimminelli chi ti piacerebbe ritornasse? 'Marazzina e Pinga'.E di Marinelli cosa pensi? 'Non ho le conoscenze tecniche per giudicarlo, per cui non so dire se al momento abbiamo perso un giocatore valido o meno'.
Leggi o scrivi sul forum di Toronews? 'Sono un grande lettore del forum, ma avendo poca dimestichezza con i computer non scrivo, mi considero solo un voyeur'.
Che canzone, anche non tua, abbineresti al Toro? 'Non saprei scegliere. Il mio è un discorso filosofico, quando s’incontrano due cose molto importanti della mia vita, come la musica e il Toro provo quasi imbarazzo a parlarne, una specie di pudore dei sentimenti. Ad esempio mi verrebbe difficile scrivere un inno perché non riuscirei a scindere passione e professione e allo stesso non mi sentirei all’altezza. Faccio un esempio, mi hanno presentato Pulici e quasi non sono riuscito a spiaccicare una parola. Per me Pupi resta un personaggio mitico. Mi piace comunque molto la canzone di Oreglio proprio su Pulici'.
Veniamo al presente, cosa ti aspetti da Cairo? 'Al momento mi baso sulle prime impressioni, soprattutto quando si è presentato sul balcone del Comune. E' stata una cosa grandiosa. Ho portato con me la mia ragazza che non è tifosa di calcio, ma è rimasta impressionata di quanto ha visto. Ero terrorizzato da Giovannone e Cairo mi ha fatto subito una grande impressione'.
Secondo te è ancora forte l’identità granata? 'Ha resistito al di là delle ultime gestioni societarie. Siamo come la fenice che continua a vivere, nonostante tutto. Se noi vogliamo possiamo tornare a quel calcio che non c’è più, alla faccia di chi vince le coppe europee. Anzi mi piacerebbe che facessero la loro Super Lega così possiamo anche noi arrivare a lottare per vincere il campionato'.
Come vedi l’immediato futuro? 'La priorità è tornare subito in A, ma metto la firma su questa attuale situazione dopo quanto successo in estate'.
Quali sono i giocatori attuali che ti piacciono di più? 'Direi Fantini che è cuneese come me e soprattutto Rosina'.
Ti è piaciuta la fiction sul Grande Torino? 'Mi sono commosso questo sì, ho gradito il fatto che si parlasse di Toro, visto che non succede spesso. Per il resto c’erano molti fatti anacronistici e poi trasudava la tragedia dall’inizio, come se già sapessero che sarebbe accaduta. Per non parlare delle scene di calcio, era meglio se mandavano in onda immagini di repertorio'.
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