Leo Junior, il centrocampista che infiammò i cuori granata, ride ed è felice con i suoi baffi e la voglia di vivere. È sempre lui, sì è un po’ invecchiato, ma è sempre bello, come le persone sincere, che dicono la verità, pure come la rabbia, come il pane, come la voglia di dire quello che si pensa.Lo incontriamo a Melfi, per il “Granata day” del Toro Club “Gian Paolo Ormezzano”, manifestazione organizzata ogni anno da Gianluca Tartaglia e i suoi soci.Tra gli ospiti dell’evento troviamo Gianni Minà, a cui è andato il premio giornalistico "Cuore Granata" e i rappresentanti del Centro Coordinamento Toro Club, come Mario Patrignani di Pesaro accompagnato da Marco Montiglio e David Belli, il Toro Club Piossasco-Sangano-Cumina Salvadori e numerosi Toro Clubs del sud.Qual è il suo ricordo granata più bello e il più brutto?“Il corner al 90°, con il gol di Serena al derby e la festa che seguì negli spogliatoi, il più brutto è la sconfitta in casa con il Verona, quando arrivammo secondi, un campionato strepitoso. Rigiocherei la partita Innsbruck, erano alla nostra portata, potevamo vincere, siamo stati penalizzati dagli arbitri”Quella fu la sua ultima stagione in granata, poi se ne andò, si disse che fu per colpa di dissapori con Radice, è vero?“Io non ho mai voluto andare via dal Toro! Sono andato via, perché l’allenatore mi ha offeso pubblicamente, con dichiarazioni alla stampa, mentre avrebbe dovuto parlarmene in privato! Non ero disposto a queste infamie! Ero un giocatore indipendente, avevo la mia libertà filosofica, intellettuale ed economica. Quando giocavo bene, lui non si complimentava mai con me, ma se una cosa andava storta era sempre colpa mia! Radice, ha detto alla stampa, che io avevo bisogno di un assistente sociale! Forse lui aveva bisogno di uno psichiatra! Mi è dispiaciuto moltissimo, avrei fatto volentieri altri due al Toro anziché andare a Pescara”.Leo Junior, ha mai fatto un autogol nella vita?“Molti. Per fortuna ho un sacco di difetti, per cerco di insegnare ai miei figli i valori che ho appreso nella mia carriera. L’importante è vivere la vita! Io non ho rammarichi per le cose che ho fatto, anche quelle sbagliate”Lei fu portato al Toro da Luciano Moggi, che impressione le fece?“Sono passati 22 anni, quello di allora faceva il suo lavoro. Quello di oggi non posso conoscerlo e non ho neanche voglia di farlo”C’è un Junior nel calcio attuale?“Non è facile, forse Pirlo. Ma ognuno ha il suo stile”.Che suggerimenti darebbe ai giovani calciatori?“Nessuno vi obbliga a giocare al calcio. Questo è il mestiere più bello del mondo. Perché hai la possibilità di avere la salute piena, ti tiene lontano dalla droga e talvolta di realizzare i tuoi sogni, più belli. Ragazzi, seguite il sogno, ne vale la pena”.Chi vincerà i mondiali?“Io aiuto Zico ad allenare il Giappone, quindi sarei felice che li vincessimo noi, però tifo per il Brasile e non mi spiace l’Italia. In questo momento però, spero che il Toro torni in serie A”.Leo sorride, ringrazia e torna in Germania dall’amico Zico, pronto per un nipponico mondiale tedesco.
interviste
Junior: ‘Andai via per colpa di Radice’
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