"E' il brasiliano più amato dalla curva Maratona, per molti è stato lo straniero più forte della recente storia granata. Nonostante siano passati quasi vent’anni dal suo (polemico) addio, Leo Junior continua a considerarsi un giocatore del Toro.
interviste
Junior: ‘Io, sempre del Toro!’
E' il brasiliano più amato dalla curva Maratona, per molti è stato lo straniero più forte della recente storia granata. Nonostante siano passati quasi vent’anni dal suo (polemico) addio, Leo Junior...
"Leo l’ultima volta in tv l’abbiamo vista nel 2001 impegnato nel torneo mondiale di beach soccer insieme a Zico ed Edinho. Oggi cosa fa ?
""Sono stato a Milano per il derby e, prima, in Germania come osservatore per conto dell’amico Zico che fa il ct del Giappone. Insieme stiamo insegnando a giocatori del calibro di Nakamura e Nakata a non aver paura o timore reverenziale dell’avversario, ma a giocare sempre a testa alta, sicuri dei propri mezzi. Un po’ come mi aveva insegnato Gigi Radice"
"Cosa ha rappresentato per lei il Toro ?
""Un’avventura eccezionale sia sul piano professionale che a livello umano. Il pensiero della Maratona mi dà i brividi. Sembrava, vista dal campo, una piccola "torcida" (quella del Flamenco al Maracanà, 110 mila persone ndr) e l’attaccamento dei tifosi ancora oggi è un riconoscimento prezioso del lavoro svolto".
"Fra i compagni con chi ha legato di più ?
""Zaccarelli, Cravero e Mariani, persone splendide con cui c’è stato un bello scambio di aiuti reciproci. Io avevo 30 anni ed ero più esperto in campo, ma anche loro mi hanno trasmesso importanti suggerimenti su come funziona il calcio in Italia. Eppure, nonostante il buon rapporto col gruppo, mi hanno mandato via…".
"Dicevano: "Si muove poco".
""Però i due anni che ho fatto a Pescara hanno dimostrato il contrario. Come i successivi giocati in Brasile e culminati con il ritorno in nazionale a 38 anni. Qualcuno pensava che fossi bollito, il tempo mi ha dato ragione".
"A giudicare da come si scalda a parlare di quel periodo, si sente ancora uno del Toro.
""Sarò sempre Junior del Toro. Ho vissuto tre anni eccezionali in un ambiente indescrivibile, con tifosi “brasiliani” per calore e attaccamento. Onestamente qualcosa in più, a livello sportivo, si poteva fare, ma il fatto di aver vissuto l’ambiente granata così caldo e vivo è stato straordinario"
"Qual è il ricordo più bello dei suoi tre anni granata ?
""Il derby vinto al 90’ con il gol di Serena su mio calcio d’angolo. Un’emozione indescrivibile, perché al Toro ho capito cosa vuol dire stare fra i non favoriti, anche perché il Flamengo è l’equivalente della Juve. E battere certe squadre ha un sapore diverso".
"Pensa che il Toro possa ancora salire direttamente in A?
""In Brasile la serie B si vede poco. In ogni caso, grazie al nuovo presidente l’ambiente mi sembra tornato carico come un tempo. Tuttavia la serie B, per come la conosco, è un campionato molto difficile in cui per vincere bisogna saper integrare bene società, staff, giocatori e tifoseria, rimanendo compatti nei momenti difficili. Da quello che leggo, mi sembra che stia accadendo per cui penso che ce la possa fare, magari vincendo i play off".
"C’è un suo erede in circolazione ?
""Forse Thiago del San Paolo o Juninho, ma sono giocatori diversi".
"Pirlo ?
""Lo seguo da anni, mi piace molto e, come me, viene da un altro ruolo. Per otto anni io ho fatto il terzino, poi quando Zico è passato all’Udinese, Tita, futuro compagno a Pescara, venne spostato avanti e io in mezzo. Pirlo era un rifinitore, oggi è un grande playmaker perché avendo visto più parti del campo ha un’idea più dinamica e completa del ruolo".
"Chi vincerà il mondiale ?
""Vedo bene Italia, Inghilterra, Olanda e Argentina che ha una gran voglia di rivincita e un talento come Messi che ricorda il primo Maradona. Il Brasile farà più difficoltà che nel 2002, ricordiamoci che il Mondiale dura un mese, non è un questione di valori assoluti, ma di condizione di forma"
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