interviste

”La squadra deve fare male come un pugno”

di Edoardo Blandino

Ha scritto la storia del Torino e insieme a Ciccio Graziani ha formato la mitica coppia dei gemelli del gol. Paolo Pulici è un’icona della storia...

Edoardo Blandino

"di Edoardo Blandino Ha scritto la storia del Torino e insieme a Ciccio Graziani ha formato la mitica coppia dei gemelli del gol. Paolo Pulici è un’icona della storia granata ed è stato uno degli ultimi veri grandi bomber. In maglia granata ha segnato 173 gol ed è sceso in campo in 437 partite. Oggi segue il Toro solamente da tifoso e noi di TN lo abbiamo contattato per fare il punto della situazione come ogni lunedì.Pulici, a inizio stagione, dove pensava che sarebbe stato il Torino a questo punto del campionato?«La speranza è sempre che si possa arrivare in Serie A. Diciamo pure che queste sono le aspettative di tutti i tifosi. Il fatto che ora le cose non vadano per il verso giusto provoca un po’ di amarezza. Dire a inizio stagione dove avrebbe potuto essere ora il Toro è difficile: sono le partite che determinano l’andamento della squadra. Ora il Torino fa fatica a vincere e stiamo vedendo i risultati».Abbiamo appena superato la metà del campionato. Continuare con questo ritmo è sufficiente per arrivare almeno ai playoff?«Continuare con questi ritmi non è un bene. Si fa troppa fatica a vincere e se non si riescono a vincere neppure le partite in casa con squadre che sulla carta dovrebbe essere più deboli, allora tutto diventa ancora più complicato».Ancora una volta il Torino ha mostrato di avere in pungo la gara, ma non ha raddoppiare e alla fine ha pareggiato. Da cosa può dipendere il fatto di non riuscire a chiudere la partita?«Premetto che non vedendo gli allenamenti e non conoscendo la situazione è difficile esprimere un parere. Quello che fa impressione è che continuiamo a cambiare sempre troppi giocatori, senza però trovare quel giusto affiatamento e quella giusta amalgama».A proposito di amalgama, il mister del Cittadella Foscarini a fine gara ha detto che al Toro serve proprio amalgama e appena la troverà, comincerà a vincere. Come è possibile che i granata non l’abbiano ancora trovata in questi sei mesi di lavoro?«La squadra fa lo Spogliatoio. Se è unito si va avanti, se non lo è, non si riesce a fare nulla. Io utilizzo un esempio banale per spiegare questo concetto: se ti do uno schiaffo ti faccio male, ma se ti do un pugno te ne faccio di più. Ecco, la squadra deve essere come un pugno, non come una mano aperta».Si spieghi meglio.«La base di tutto è solo una: bisogna avere la forza di legarsi nello spogliatoio e di guardarsi in faccia. Siamo tutti uniti per una maglia, per quella maglia che indossi, solo per quella. I problemi personali li devi lasciare fuori dal campo e questo è alla base di tutto. Se i giocatori riescono a guardasi in faccia e lavorare uniti si può andare lontani».Parliamo di mercato. La settimana scorsa è arrivato Budel. Ora ecco Antenucci e sta per firmare anche Gabionetta. Servono altri rinforzi?«Credo che al Torino manchi quel tipo di giocatore che è sempre mancato, quello che determina i tempi della squadra, cioè il regista. Si possono cambiare duemila giocatori, ma senza l’uomo in mezzo al campo, continuerà a mancare qualcosa».Ci sono diverse correnti di pensiero: c’è chi dice che il campionato è lungo e chi invece pensa che non ci sia quasi più tempo. Lei da che parte sta?«Credo che le partite siano veramente tante. C’è ancora un girone di ritorno intero e i punti a disposizione sono molti, anche per vincere il campionato. Bisogna fare un gruppo vero: non basta pensare di essere un gruppo perché si indossa la stessa maglia. Se il gruppo è compatto e lotta davvero, la squadra troverà anche i tifosi ad aiutarli».Grazie e forza Toro.«Grazie a voi e forza Toro».