Toro News
I migliori video scelti dal nostro canale

La storia

Mario Fabbri, lo scultore granata: “Così ho portato al Fila la mia passione”

Mario Fabbri, lo scultore granata: “Così ho portato al Fila la mia passione”

Lo scultore tifoso del Torino si racconta: "Ansaldi grande persona, e Pulici tiene una mia opera nel salotto di casa sua"

Federico De Milano

Mario Fabbri è un tifoso del Torino come tanti altri, ma ha un talento per pochi, quello di scultore provetto. Il suo merito è stato quello di riuscire ad unire il lavoro alla passione per il Toro creando diverse opere in legno dedicate al mondo granata. Parte di questi suoi splendidi lavori sono stati consegnati ad alcuni giocatori o dirigenti del Torino e avendo avuto l'occasione di conoscerne qualcuno, Fabbri concede volentieri a ToroNews alcuni retroscena di questi incontri.

Buongiorno Mario, qual è stata la prima opera che lei ha realizzato per il Torino?

"La prima in assoluto l'ho realizzata cinque anni fa per Andrea Belotti. È nata quasi per caso perché comprando un orologio del Toro, qui nel Lazio dove abito io, ho scoperto che la negoziante era sposata con lo zio di Belotti e così grazie a lei sono riuscito a far avere al Gallo il mio quadretto. Invece la prima volta che sono riuscito a scendere in campo era nel 2018 quando sono riuscito a consegnare al direttore Comi una mia opera sul Grande Torino".

Qual è stato invece il lavoro relativo al Torino che la rende più orgoglioso? Il primo che le viene in mente quando pensa a tutto ciò che ha realizzato.

"La mia prima opera è certamente uno dei ricordi più belli perché mi ha permesso di scendere in campo, ma c'è anche la maglia dedicata al Grande Torino. Purtroppo questa maglia non l'ho potuta consegnare io al Torino ma lo hanno fatto per conto mio i ragazzi del Toro Club di Viterbo che il 4 maggio 2019 l'hanno portata al Filadelfia ai giocatori per il 70° anniversario della Tragedia di Superga. Questa maglia fa ancora bella mostra di sè su una parete del Fila".

Ha qualche aneddoto da raccontarci sugli incontri che ha avuto con i giocatori del Toro?

"Quando l'anno scorso ho consegnato il guanto di legno a Rosati lui mi ha regalato una sua divisa firmata da tutti i giocatori del Toro ed è stato molto gentile. Poi il giorno dopo sono andato a vedere una partita allo stadio e sugli spalti c'era Ansaldi perché quella giornata era squalificato. Lui mi ha visto e ha riconosciuto la maglietta di Rosati che stavo indossando perché il giorno prima l'aveva firmata.  Questa cosa mi ha fatto piacere, io poi dato che parlo anche lo spagnolo sono riuscito a fare due chiacchere con Ansaldi anche in spagnolo e per me è un bel ricordo".

Quanto è stato orgoglioso di consegnare uno dei suoi lavori direttamente a Paolo Pulici?

"Tantissimo, poi ho saputo che questa che ho fatto io è una delle sue sculture preferite e infatti la tiene in casa sua. Quando io sono venuto a sapere questa cosa mi sono messo a piangere perché è sempre stato uno dei miei idoli. Quando l'ho incontrato ero davvero emozionato ma lui è stato molto gentile, è davvero una persona speciale".

So che ha svolto anche altri lavori non relativi al Torino ma sempre legati al mondo dello sport.

"Sì è vero, ho fatto anche alcuni lavori per altri personaggi del mondo dello sport. Una scultura che mi piace tantissimo l'ho fatta per Bebe Vio che ho incontrato e alla quale l'ho consegnata personalmente. Poi ne ho creata anche una per il Circolo Canottieri di Roma".