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Da alcune settimane in tutte le librerie italiane è comparso un libro che parla del nostro amato Gigi Meroni. Un libro diverso dal solito, che sta ottenendo recensioni sorprendenti sulle principali testate nazionali, forse per la sua...

Redazione Toro News

Da alcune settimane in tutte le librerie italiane è comparso un libro che parla del nostro amato Gigi Meroni. Un libro diverso dal solito, che sta ottenendo recensioni sorprendenti sulle principali testate nazionali, forse per la sua particolarità: si tratta, infatti, di un'opera composta di parole e disegni, sviluppati quasi in forma di favola. Gigi Meroni, il ribelle granata, edito da BeccoGiallo. Ve ne parliamo con partecipazione particolare, visto che l'autore dei testi è il nostro Marco Peroni, rubirichista di Fuoriarea. Vi raccomandiamo anche la bellissima prefazione a cura di Emiliano Mondonico, che ha raccontato la "sua" farfalla evitando, come di consueto, ogni banalità. Riportiamo qui di seguito uno stralcio dell'intervista rilasciata da Marco e Riccardo ad Andrea Curreli per Tiscali.

Come è nata l’idea di trasformare uno spettacolo teatrale in una graphic novel?Marco: “Una sera durante lo spettacolo delle Voci Del Tempo su Gigi Meroni si è presentato Riccardo Cecchetti con dei disegni mozzafiato sul campione del Toro. Ci sono piaciuti molto e siamo diventati subito amici. Successivamente io e Riccardo abbiamo presentato un progetto all'editore padovano BeccoGiallo e così è nata questa avventura”.Riccardo: "Sono marchigiano e tifoso granata grazie a mio nonno che come ninna nanna recitava la formazione del Grande Torino. E' una vita che lavoro con il fumetto e il mio sogno era fare qualcosa sul Toro. Meroni è stato per me il personaggio più bello sia come uomo che calciatore. Per nove mesi, il tempo di 'gestazione' del libro, Meroni è diventato il mio amico immaginario".

Il vostro racconto di Gigi Meroni lascia sullo sfondo la sua tragica fine. Una scelta consapevole?Marco: “Non parlare della morte è stata una scelta consapevole. Così come accade per Luigi Tenco spesso si cerca l’emozione facile. Si finisce per non fare un giusto servizio a Tenco parlare della sua tragica morte e non della sua musica. Lo stesso accade con Gigi Meroni. Perciò abbiamo scelto di farlo nascere nel '67, con ventiquattro anni, e farlo ringiovanire sempre più. Parlare della morte di Gigi sarebbe stata pornografia, raccontare la sua vita è stato erotismo”.Riccardo: "Abbiamo evitato di raccontare la morte di Meroni perché sarebbe stata una scorciatoia demagogica, facile e tragica. Viviamo in un mondo di sensazionalismi, parlare in maniera più delicata e romantica di Meroni ci è sembrata un atto d'amore doveroso".

Nel vostro fumetto è molto forte l’elemento di ribellione e anticonformismo che caratterizzò il calciatore di Genoa e Torino.Marco: “Gigi Meroni è stato il primo a portare nel calcio la voglia di ribellione. Gigi non era diverso da tanti giovani della sua età, ma agiva all’interno di un mondo, quello del calcio, che rispecchiava l’Italia contadina degli anni Cinquanta. Non bisogna dimenticare che il ritiro della Nazionale si apriva con l’inno dei bersaglieri, si doveva giocare con i calzettoni rigorosamente alzati e la maglietta dentro i calzoncini”.Riccardo: "Meroni è stato ribelle suo malgrado. Lui era fatto così: girava con la gallina per pura provocatio. Era però un bravissimo ragazzo, disciplinato, rispettoso delle regole del gruppo. Fece scandalo anche perché conviveva con una donna sposata".

Quel "ribellismo" applicato al mondo del calcio ha lasciato un’eredità?Marco: “Il rapporto tra calcio e anticonformismo è mutato radicalmente perché è cambiato il contesto. Ai tempi di Meroni c’era una generazione nuova, compatta, che si affacciava sulla storia con le sue richieste e che partoriva i suoi eroi. Quella generazione oggi non c’è più. Nel corso dei decenni si sono susseguite generazioni più frastagliate. L’anticonformista di oggi, in una società dove c’è la corsa ad apparire a tutti i costi, forse tende a scomparire e a non farsi notare. Per questo motivo oggi, se c’è un erede di Gigi Meroni, non lo conosciamo”.Riccardo: "Non c'è e non c'è stato. La cosa stupenda di Meroni, malgrado questa sua grande libertà mentale, era il rispetto delle regole dello spogliatoio. Oggi passa per ribelle quello che trasgredisce le regole ma è culturalmente conforme, frequenta veline e ristoranti dove si paga molto e magari si mangia male".

M. Peroni e R. Cecchetti, Gigi Meroni, il ribelle granata, BeccoGiallo, euro 18,00.