interviste

”Non dobbiamo voler fare tutto e subito”

di Edoardo Blandino

È il braccio destro di Lerda, di nome e di fatto. Flavio Destro è cresciuto con il Torino  e adesso è pronto a tornare all’ombra della...

Edoardo Blandino

"di Edoardo Blandino

"Mister Destro, innanzitutto buongiorno e benvenuto al Torino.«Grazie mille. È un piacere essere qua. Ce la metteremo tutta. Qui abbiamo passato la nostra infanzia, c’è grande passione e tanto amore per questo pubblico e questi colori. Ricordo di aver fatto tante volte il raccattapalle a bordo campo. Essere qui è una grande emozione».

"Lei e Lerda avete avuto entrambi un passato al Torino. È lì che ha conosciuto il mister?«Ci conoscevamo da ragazzi, perché tutti e due eravamo nel giro del Toro, anche se lui era più giovane di me. Ci siamo ritrovati poi a Cesena, dove abbiamo giocato due stagioni insieme. Abbiamo fatto tutti e due il master da allenatori a Coverciano, abbiamo cominciato a parlarci, a frequentarci e ci è venuta voglia di collaborare».

"La vostra prima collaborazione è andata piuttosto bene.«Il nostro primo anno è stato l’anno scorso a Crotone. Ci siamo ritrovati di nuovo insieme dopo l’ultima avventura col Cesena. Abbiamo raggiunto un obiettivo inizialmente insperato. Dopo un’andata discreta, la squadra è venuta fuori e siamo arrivati anche a sfiorare i playoff».

"Qual è il tipo di gioco praticato dalle vostre squadre?«Penso che a Crotone abbiamo fatto vedere un buon calcio. Quello che il mister predilige è cercare di imporre il proprio gioco. Noi vogliamo far calcio, creare occasioni e vincere. Poi, può succedere che non si riesca ad ottenere il successo, ma non cambiamo idea».

"Ci spieghi bene in che cosa consiste il ruolo dell’allenatore in seconda.«Penso che ci debba essere grande collaborazione con il mister e con il resto dello staff. Quella dell’allenatore in seconda è una collaborazione totale, che va oltre il campo e oltre la preparazione fisica. Tutto lo staff deve vivere le stesse sensazioni. Bisogna sempre valutare tantissimi aspetti e non ci si può limitare a cooperare nelle due ore di lavoro al giorno sul campo».

"Durante gli allenamenti, come interagisce con Lerda?«Dipende molto dalle sedute che si svolgono. A volte si lavora in gruppo a volte reparto per reparto. Dipende dal tempo e, soprattutto, dagli obiettivi che vogliamo raggiungere. Non c’è una regola fissa. A volte può capitare che si lavori insieme, altre volte succede che ognuno prenda dei giocatori e li alleni a parte».

"Quale mentalità volete che abbia la vostra squadra?«Noi a Crotone quest’anno abbiamo avuto grande entusiasmo e grande umiltà. Sono state due armi importanti per noi. Attenzione: grande umiltà, però, non vuol dire avere paura dell’avversario. Significa avere la consapevolezza di giocare contro un avversario che non parte in svantaggio solo perché noi ci chiamiamo Torino. Non possiamo permetterci di scendere in campo pensando di essere già sull’1-0 perché siamo più forti».

"Nello staff avete collaboratori che conoscono già questa Piazza. Sarà un vantaggio non dover spiegare cosa vuol dire far parte del Torino?«Ogni Piazza ha le proprie caratteristiche e i propri obiettivi. A Crotone la salvezza era già un risultato importante, noi abbiamo sfiorato quasi i playoff. A Torino, invece, è molto diverso. Quando vieni qua hai un solo obiettivo. E deve essere raggiunto. Non ci deve essere quella troppa voglia di fare tutto subito. Bisogna dare il giusto tempo ad ogni cosa. Ricordiamoci che il campionato è fatto di 42 partite e ognuna vale quanto le altre».

"Parliamo di mercato. Ci sono giocatori che vorreste con voi al Torino dal Crotone?«Non so, forse il mister sarebbe più indicato per rispondere a questa domanda. Posso dire che al Crotone ci sono stati giocatori che hanno fatto molto bene. Mi riferisco ai vari Gabionetta, Galardo, Abruzzese.. Tutta la squadra ha fatto un campionato importante».

"Lei è il padre di Mattia Destro. In giro ne parlano molto bene. Ci dica: è davvero così forte?«Beh, il mio è un giudizio di parte e forse dovrebbe contare un po’ meno degli altri. Però quest’anno ha fatto davvero bene. Tra campionato e nazionale ha chiuso la stagione segnando 37 gol. Poi, essendo il padre sono il meno indicato a giudicarlo, ma i dati dicono questo…».

"Con lei qua, è solo un sogno immaginarlo il prossimo anno con la maglia del Torino?«Da padre, se lo avessi vicino a me, sarei contento. Da quanto ho capito, all’Inter non hanno ancora deciso bene che cosa fare: non sanno se farlo restare o metterlo sul mercato. Ho letto che ci sono due o tre squadre di A interessate, ma lui mi ha detto che preferirebbe restare a Milano. Bisogna capire quali sono le strategie della società».

"Mister, la ringraziamo per il tempo che ci ha dedicato e ne approfittiamo per farle un grosso in bocca al lupo.«Grazie a voi, è stato un piacere. Ci vediamo a Torino».