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”Nostalgia del vecchio Toro, ma si può risalire”

di Valentino Della Casa - Vincere a Genova non è mai impresa facile. L’ultima vittoria in campionato per il Torino è già stata ricordata,...

Redazione Toro News

di Valentino Della Casa - Vincere a Genova non è mai impresa facile. L’ultima vittoria in campionato per il Torino è già stata ricordata, ma una di quelle che portò ancor più soddisfazioni fu due anni prima, nel campionato 1990-1991. Il Toro di Mondonico e dei vari Martin Vazquez, Annoni, Cravero, affrontava, alla quindicesima giornata, una Samp che vincerà anche lo scudetto (quinto posto invece per i granata): una gara difficile, sofferta, vinta grazie ad una splendida doppietta di Giorgio Bresciani. Il “Buitre”, così lo chiamava Radice come il famoso Butragueño attaccante del Real Madrid, è un Ragazzo del Fila e dal Torino è stato lanciato tra i professionisti segnando un totale di 22 gol in 95 gare dall’87 al ’92 (con una parentesi fondamentale nell’98-’90 all’Atalanta di Mondonico). Contattato in esclusiva da Toro News, Bresciani ricorda l’emozione di quei gol e di quegli anni, senza però tralasciare un giudizio sul Torino attuale.Giorgio Bresciani, buon giorno. Non è cosa da tutti segnare una doppietta a Marassi, lo sa vero?Buon giorno a tutti. È vero, ricordo quella partita, la ricordo molto bene. Era una delle mie prime gare da titolare, quell’anno, con Mondonico che mi schierò al posto di Müller. C’erano tantissimi tifosi al seguito, e ci diedero una carica esplosiva, anche perché eravamo un Toro vorace, pieno di entusiasmo. La squadra era appena salita dalla B e stava conducendo un campionato strepitoso. Mi ricordo che segnai un gol su rigore e uno in seguito ad un bellissimo contropiede a pochi minuti dal termine della partita. Segnò subito dopo anche Vialli, ma per fortuna non influì. Fu una bella e meritata vittoria, che ci diede la convinzione di essere forti.Da come ce l’ha raccontata, non sembra molto diversa da quella di due giorni fa. Così come la sua personale storia con quella di Suciu: lunga trafila nelle giovanili, la fiducia del mister in una gara importante, il gol…Quell’anno ne ebbi tanta da parte di Mondonico. Sapete, nell’89 ero all’Atalanta e avevo proprio lui come allenatore. Mi volle tenere a Torino, credo di avergli dimostrato la mia riconoscenza sul campo (13 gol in 27 partite, ndr). A Suciu dico che se è sceso in campo, venerdì, è perché ha dato le giuste garanzie all’allenatore. E non è cosa da poco, a quell’età. Gli auguro di continuare a lavorare in questo modo: potrà crescere molto. Se viene spinto poi da un tifoso come quello del Toro, si toglierà sicuramente le sue belle soddisfazioni.Un tifoso che ha anche ritrovato il giusto entusiasmo, non trova?Assolutamente sì, ma di strada da fare ce n’è veramente tanta. Ho letto molto spesso in questi anni di Spirito granata e via discorrendo: tutte frasi usate per riempirsi la bocca. Io, Comi, Fuser, Cravero e altri l’abbiamo vissuto davvero quello spirito, abbiamo vissuto il Filadelfia e sappiamo cosa voglia dire veramente. Forse in alcuni casi sarebbe meglio non dirle, quelle due parole.Proprio sul Fila sembra ci possano essere cambiamenti importanti a breve.Lo spero, sarebbe come un morto che risorge. La ricostruzione di quello stadio è fondamentale per il Torino, già solo garantirebbe almeno 7 punti in più, a livello strettamente pratico. E poi permetterebbe al Toro di tornare ad essere veramente Toro. Questo che vediamo oggi, ancora purtroppo non lo è.Però ci sono segnali confortanti.Sì, vedo un ottimo allenatore, capace e preparato, vedo Comi, un dirigente importante e non sottovaluterei nemmeno Petrachi, con il quale ho un ottimo rapporto (sono stati compagni alla Cremonese nel ’96-’97, ndr). La dirigenza deve restare molto vicina alla squadra, come sta facendo adesso: in questo modo la squadra potrà continuare a fare bene. E con entusiasmo e unità si può andare molto lontani.Unità, un’altra parola molto utilizzata in questo ultimo periodo.E insieme a quella affiancherei anche pazienza. È quello che serve in questo momento, le contestazioni nei confronti di Cairo (che per altro trovo in alcuni casi piuttosto legittime) mettiamole tutte da parte. L’anno scorso ero presente a Toro-Padova, lì il pubblico fece bene a dire la sua. Ma ora si è ripartiti, e si sta cercando di voltare pagina. Anche se la squadra dovesse rimanere al primo posto in solitaria, può starci che perda in casa una partita. Ecco, spero che in quel caso non tornino vecchi fantasmi e forti contestazioni: sarebbero di grandissimo danno per tutti e minerebbero una serenità che il Torino sta cercando di ritrovare passo dopo passo.Sembra che quello tra Torino e Padova sia un duello destinato a durare anche quest’anno, vero?Sì, penso che siano le due compagini più attrezzate. Un gradino sotto vedo la Samp, mentre non mi convince il Brescia. Ma la B è un campionato lungo, logorante, per cui bisogna andare cauti con i giudizi. Ecco perché dico che ci vuole pazienza.Tornando al Toro, chi è il Giorgio Bresciani di questa squadra?Io ero un attaccante d’area, pur essendo molto rapido e piuttosto tecnico. Bianchi ha sicuramente in più il colpo di testa, essendo più prestante, mentre Antenucci è un giocatore che parte anche molto lontano dalla porta. Bianchi capitano vero? È sulla buona strada, lo sarà magari completamente quando il Toro tornerà in A, nella sua vera categoria. Di certo sta facendo ed ha fatto benissimo in questi ultimi anni. Ma ancora fatico a trovare un giocatore che possa essere relamente capitano in questa squadra: io ho giocato con Zaccarelli e Cravero, loro avevano una caratura impressionante. Aspetto ancora un calciatore che rifiuti la Juve, come fece Cravero, per restare al Toro. Quando ci sarà, allora sì che potrò dire con certezza: "Quello è il capitano".Nel presente di cosa si occupa Giorgio Bresciani?Oltre ad una attività nel settore immobiliare, ho avuto esperienze come dg alla Colligiana e una, brevissima, al Pergocrema. Ma in Lega Pro è difficilissimo fare il dirigente: ci sono pochissimi soldi e addirittura i presidenti cambiano ogni sei mesi. La situazione non è sicuramente delle migliori. Attualmente sto valutando una proposta che mi è giunta dall’estero, vedremo. All’amico Petrachi dico che non gli soffierò il posto, ma ora per lui è arrivato il momento di vincere. È stato bravo a rimanere in sella dopo un’annata disastrosa come quella dell’anno scorso, ma ora non ci sono più alibi per nessuno. Nemmeno per il ds più longevo dell’era Cairo.Grazie mille, Bresciani.Grazie a voi, un saluto a tutti i tifosi del Toro!

(Foto: repubblica.it)