"Il doppio ex di Torino-Pescara è un giocatore molto amato dai tifosi granata: Roberto Galbiati. Per lui tre stagioni sotto la Mole, due con Bersellini e una con Radice, e lo splendido ricordo di quel favoloso derby vinto in rimonta nel 1983. Roberto ha militato però anche per due stagioni nel Pescara, collezionando una promozione in serie A e una sfortunata retrocessione.
interviste
”Oggi mi aspetto tanti goal”
Il doppio ex di Torino-Pescara è un giocatore molto amato dai tifosi granata: Roberto Galbiati. Per lui tre stagioni...
Signor Galbiati partiamo dal suo triennio in granata: 1982-1985.Sono state tre stagioni indimenticabili, soprattutto le prime due perché nella terza con Radice ho giocato poco ma comunque ho un ricordo stupendo del Toro: sia per il grande gruppo nel quale ero capitato, sia per l’affetto dei tifosi granata, veramente meravigliosi. E’ stata un’esperienza molto positiva e gratificante, culminata con il secondo posto del 1985 alle spalle del Verona.
In quegli anni ha avuto la fortuna di vivere da protagonista due dei derby entrati di diritto nella storia del Toro: la rimonta targata Bersellini e la vittoria con goal di Aldo Serena all’ultimo minuto sotto la Maratona, su angolo di Leo Junior. Quale le è rimasto maggiormente nel cuore?Quello del 1983 con Bersellini: sotto di due a zero a pochi minuti dalla fine abbiamo messo in campo una voglia incredibile, il cosiddetto “cuore Toro” e siamo riusciti a capovolgere il risultato. Nella mia carriera a Torino per quanto riguarda i derby sono in perfetta parità: 3 vittorie e 3 sconfitte ma ogni volta è stata una battaglia e ogni volta ho dato tutto.
Del Pescara invece cosa ricorda?Anche in Abruzzo sono stato molto bene: nella prima stagione abbiamo centrato una storica promozione in A, la prima del club, e io ho messo insieme 38 presenze, mentre nella seconda purtroppo abbiamo chiuso con una retrocessione, al termine di un campionato nel quale ho giocato solo 25 partite a causa di alcuni fastidiosi infortuni. In serie A c’erano squadre troppo forti per noi ma sono comunque contento dell’esperienza, inoltre ero all’inizio della mia carriera ed era la prima volta che mi allontanavo da casa; per me non era facile ma trovai un pubblico meraviglioso, molto caldo, e grande disponibilità da parte di tutto l’ambiente.
C’è anche una curiosità tattica legata al suo passato in maglia biancazzurra, non è vero?Sì, arrivai dall’Inter per volontà di Cadè; a Milano facevo il mediano ma a Pescara, per via dell’infortunio di Somma, iniziai a fare il libero, per poi continuare a giocare in quella posizione per tutta la carriera.
Cosa pensa del Toro di Ventura?Penso che la squadra possa fare un campionato da metà classifica, mentre l’Europa League resta un sogno. Ho rivisto il carattere e il “cuore Toro” che mancava da molto tempo ma credo che si debba lavorare ancora molto per far tornare il Torino ai livelli che gli competono.
Come vede il Pescara invece? Stagione di sofferenza?Credo di sì: la squadra ha perso i pezzi pregiati e Stroppa è un allenatore ancora molto giovane, che ha fatto un grosso salto dalla Primavera del Milan alla serie A, con solo un anno di esperienza in Lega Pro al Sud Tirol. Sono contento perché se lo merita però credo onestamente che per lui sarà molto dura; in ogni caso sono molto affezionato a questi colori e spero che il Delfino riesca a salvarsi, fosse anche all’ultimo minuto dell’ultima giornata. Mi aspettavo però ancora qualcosina dal mercato perché, soprattutto dalla cessione di Verratti, sono arrivati parecchi soldi…
Che partita si aspetta oggi?Credo che Stroppa, avendo una mentalità zemaniana, non verrà a Torino a fare le barricate: penso che vedremo parecchi goal e che il Torino possa vincere, anche se il battesimo contro l’Inter ha fatto capire al Pescara che cos’è la serie A e ha svezzato un po’ i giocatori.
Grazie mille.Grazie a voi e un saluto a tutti i tifosi del Toro: siete fantastici!
Roberto Maccario
© RIPRODUZIONE RISERVATA