interviste

Paolo Pulici, un nome una leggenda

Per i tifosi del Toro

Redazione Toro News

Per i tifosi del Toro è l'icona granata per eccellenza, fa vibrare i cuori della gente come se lo scudetto del '76 fosse roba di ieri l'altro e non di trent'anni fa. La riprova l'abbiamo avuta nella serata di lunedì negli studi di Grp tv, strapieni e trasformati in una succursale della Maratona. Paolo Pulici ha incendiato i cuori dei tifosi durante la puntata speciale di 'Orgoglio Granata' di Carlo Testa (in cui si è fatta anche solidarietà a favore di Lauriene, come spieghiamo a parte nelle news). Canti, cori, applausi ad ogni suo intervento. E anche momenti di ilarità: “Chi butteresti giù dalla torre tra la triade bianconera e Cimminelli?”, gli è stato domandato. “No, mi butto giù io, piuttosto che restare con qualcuno di quelli”. E se gli chiedi contro chi vorrebbe calciare un ipotetico rigore decisivo al 90', potendo scegliere tra la finale dei Mondiali, quella di Champions o un derby, lui replica secco: “Domanda inutile”, scatenando il boato dei presenti, che alla fine gli hanno fatto firmare decine di autografi e scattare chissà quante foto ricordo.

Paolo, che effetto fa ricevere ancora tutti questi attestati di affetto?

“E' bellissimo, significa che ho fatto qualcosa d'importante per la gente del Toro, che la gente del Toro ancora mi riconosce a distanza di tanto tempo. Ma spero che presto qualcuno prenda il mio posto, vorrebbe dire che finalmente questa squadra è tornata a fare qualcosa di grande”.

Il momento attuale, invece, è poco positivo. Che idea si è fatto della difficoltà della squadra di De Biasi?

“Ho saputo che l'allenatore è stato contestato. Io non entro nel merito, perché non conosco la situazione, ma mi limito a ricordare che in campo ci vanno i giocatori. Non ho mai visto un tecnico fare un gol o decidere qualche partita. Se il Toro oggi vive una situazione particolare, è dentro lo spogliatoio che si devono trovare le soluzioni, sono i calciatori che si devono guardare in faccia. Molte volte le partite si vincono prima di scendere in campo”.

Cosa pensa di Cairo?

“Non lo conosco, gli ho solo parlato per telefono una volta. Mi sembra un presidente con una grandissima voglia di far bene, ha ricreato entusiasmo in un ambiente che era depresso, ma per il resto non sono in grado di dire di più”.

Ma Pulici accetterebbe di lavorare per la nuova società?

“Se mi offrissero di farlo potrei pensarci, ma a precise condizioni. E non parlo di soldi, ma di un progetto importante. Io non cerco la ribalta, non l'ho mai fatto, scegliendo di stare coi ragazzi della mia Scuola Calcio a Trezzo d'Adda. Non mi va di prendere in giro i tifosi, sono stati illusi troppe volte in questi anni. Se dovesse arrivarmi una proposta di un certo tipo, allora sarei ben contento”.

Per Paolo Pulici la Maratona è...

“Una cosa immensa. Quando giocavo mi dava l'esatta distanza dalla porta: quando sei concentrato, a volte non guardi una linea, non fai caso ad alcuni particolari, ma l'urlo della curva mi diceva esattamente dove mi trovavo. E alle volte mi giravo, tiravo e facevo anche gol”.